Svezia: 5.000 bosniaci rispediti a casa
Continuano le ‘espulsioni’ dai paesi dell’Europa occidentale di bosniaci. "Oramai non c’è più la guerra".
Entro un mese, 800 cittadini bosniaci attualmente residenti in Svezia, ma che hanno ricevuto una risposta negativa alla domanda per ottenere il permesso di soggiorno, verranno rispediti a casa. Lo ha annunciato Mediha Filipovic, Ambasciatrice della BiH a Stoccolma.
Filipovic ha inoltre confermato che a breve saranno costretti a rientrare in Bosnia la maggior parte dei 5.000 cittadini bosniaci che sono entrati in Svezia dopo l’anno 2.000. "Si tratta di una decisione del Parlamento svedese avvenuta nel luglio 2001, secondo quale in Bosnia ed Erzegovina non ci sarebbe più rischio di guerra" – ha chiarito quest’ultima – "e per questo motivo la Svezia non accetterà più cittadini bosniaci per motivi umanitari".
L’Ambasciatrice ha poi ricordato come contemporaneamente alle espulsioni la Svezia ha finanziato molti progetti a favore della ripresa della Bosnia e del rientro degli sfollati e solo per il processo dei rientri investito 25 milioni euro.
"La decisione del Parlamento svedese – ha continuato la Filipovic – non riguarda invece i 60.000 rifugiati che sono arrivati in Svezia negli anni della guerra, su invito delle autorità svedesi". Circa 40.000 di questi oggi hanno il passaporto svedese. L’Ambasciatrice della BiH in Svezia smentisce le "storie sul facile ingresso per i bosniaci in Svezia", spiegando che la legge svedese riconosce solo lo status di richiedente asilo e, negli ultimi due anni, di 5.000 domande d’asilo politico solo 70 sono state accettate.