La Commissione elettorale serba ha annunciato ufficialmente i nomi dei tre candidati che si disputeranno la poltrona di Presidente della Serbia il prossimo 8 dicembre.
Il primo ad annunciare la propria candidatura ed a sbrigare tutte le pratiche necessarie è stato l’ultranazionalista Vojislav Seselj del Partito radicale serbo. Gli altri due sono il leader del DSS Vojislav Kostunica, risultato vincitore alle recenti presidenziali che non sono state però convalidate per mancato raggiungimento del quorum minimo di elettori recatisi alle urne, ed il rappresentante del Partito dell’Unione serba (SSJ) Borislav Pelevic.
Kostunica, dopo aver annunciato la sua candidatura, ha affermato che elemento importante delle prossime elezioni sarà dimostrare di essere in grado di supportare istituzioni democratiche forti e di allinearsi, in questo, alle pratiche delle democrazie occidentali. Ha inoltre tenuto a precisare che le liste dei votanti sarebbero ancora incomplete ed ha lamentato il fatto che i cittadini serbi all’estero saranno impossibilitati a votare.
Dragan Marsicanin è il responsabile del DSS per questa campagna elettorale. "Modificheremo la nostra strategia" ha affermato "Kostunica non focalizzerà la propria attenzione sulla critica all’operato del Governo, come è accaduto durante la campagna elettorale di settembre. Ci si concentrerà invece sull’importanza di queste elezioni, dell’andare a votare, del garantire il quorum necessario".
Marsicanin ha inoltre sottolineato come non andare a votare significherebbe sostenere il Primo ministro serbo Zoran Djindjic.
E dal partito di quest’ultimo, il Partito democratico (DS), parla Zoran Zivkovic, vice Presidente dello stesso. "Kostunica ha ostentato sicurezza facendo capire che non ha alcun bisogno id un supporto diretto del DS".
Pelevic, che si era candidato anche nelle presidenziali di settembre, si è augurato di ottenere più voti in questa tornata elettorale rispetto alla precedente. "Seselj rappresenta il passato mentre Kostunica rappresenta il presente" ha dichiarato "mentre io sono l’unico a rappresentare il futuro".
Seselj ha intanto incassato il supporto del Partito socialista, dopo aver già da tempo ottenuto l’appoggio di Milosevic, e si appresta a rappresentare l’intero spettro dell’attuale opposizione nazionalista e patriottica.
Vladan Batic, Presidente del Partito cristianodemocratico serbo (DHSS) ha chiarito che questa volta non boicotteranno le elezioni, come avvenuto in settembre, ma che non verrà data, da parte del partito, alcuna indicazione a favore di uno dei tre candidati. "Anche se non si riuscisse a raggiungere il quorum non accadrebbe nulla di drammatico" ha chiarito.
Il mandato dell’attuale Presidente della Serbia, Milan Milutinovic, finirà il 5 gennaio 2003. Se le elezioni fallissero anche questa volta toccherà al Presidente dell’Assemblea nazionale, Natasa Micic, prendere temporaneamente il suo posto.
Voci già deluse sulle prossime elezioni, i qualsiasi modo esse finiscano, arrivano dalla Vojvodina. "Non c’è alcuna differenza nei confronti della Vojvodina tra i tre candidati alla Presidenziali" ha dichiarato Nenad Cacak, leader della Lega dei socialdemocratici della Vojvodina "E proprio per questo motivo non andremo a votare" (Danas, 18/11/02, Danas 19/11/02).
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