Le migrazioni nel Patto di stabilità per il sud est Europa

Il documento introduce sinteticamente le modalità con cui sono affrontate le questioni delle migrazioni, dell’asilo e dei ritorni all’interno del Patto di Stabilità per il sud est Europa.

30/07/2002, Redazione -

I temi migrazioni e asilo nel Patto di stabilità sono oggetto di una specifica iniziativa, la Migration and Asylum Iniziative, all’interno della più generale strategia del Patto nel campo della giustizia e degli affari interni, di competenza di un sottotavolo del Tavolo di lavoro III sulla sicurezza.
L’obiettivo della MAI è sostanzialmente di rafforzare le capacità (politiche, legislative, umane) dei singoli stati nella gestione delle questioni migratoria e dell’asilo, e di rafforzare la cooperazione tra gli stati su questi temi. Le attività previste sono descritte dettagliatamente in due moduli distinti ma interdipendenti, a sottolineare a un tempo la diversa natura delle sfide sull’asilo e sulle migrazioni e i collegamenti tra i due temi.
La struttura operativa della MAI sottolinea il carattere prioritario attribuito alle riforme in ambito nazionale, e prevede la formazione di cinque gruppi di paesi (Country teams), uno per ogni paese obiettivo dell’iniziativa. I cinque paesi della regione che partecipano al processo di associazione e stabilizzazione (SAp), ovvero Serbia e Montenegro, Croazia, Albania, Macedonia, Bosnia Erzegovina, sono affiancati ciascuno da uno o due paesi UE, definiti paese guida, e, aspetto molto interessante, da un paese candidato all’UE, che dovrebbe fornire un apporto basato sulla propria esperienza in fatto di strategia di accesso.
L’obiettivo è chiaramente di mettere in comunicazione le diverse fasi di avvicinamento all’Unione che interessano i paesi dell’Europa orientale, e di evitare che l’articolata geografia dell’allargamento e i diversi tempi di accesso si traducano in un ostacolo per l’integrazione in Europa della regione. I Country teams hanno il compito di produrre dei Piani nazionali che individuino carenze e bisogni nella legislazione sulle migrazioni, e sono assistiti in questo compito da una Support Unit formata da personale di tre paesi UE (Austria, Germania, Svezia), dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e dell’ICMPD (International Centre for Migration Policy Development, un’organizzazione intergovernativa con sede a Vienna). L’Iniziativa è stata ufficialmente avviata il 3 aprile del 2001; sono stati finora formati tutti i Country teams, a eccezione di quello relativo all’Albania.
Sempre all’interno del Tavolo III del Patto una Task Force specifica è stata dedicata alla lotta al traffico di esseri umani, la Stability Pact Task Force on Trafficking in Human Beings. Istituita nel giugno del 2000, rappresenta un tentativo di fornire una risposta coordinata, interdisciplinare e internazionale al fenomeno del traffico di esseri umani, e funziona da luogo di coordinamento delle iniziative antitraffico di tutti i diversi attori internazionali nella regione. Le diverse organizzazioni internazionali si sono accordate su una divisione funzionale del lavoro, stabilendo di occuparsi ciascuna di una specifica componente della lotta al traffico, tuttavia il ruolo più importante è attribuito agli stati della regione, che soli possono adottare politiche, norme e provvedimenti efficaci per contrastare il fenomeno.
La Task Force ha dunque individuato nella redazione di Piani nazionali di azione lo strumento da adottare, e ha promosso la firma da parte di tutti i governi della regione dell’Anti-Trafficking Declaration, a margine della conferenza ONU di Palermo sul crimine organizzato, nel dicembre del 2001. La strategia della Task Force è contenuta in un piano di azione denominato Multiyear Anti-Trafficking Action Plan, che riunisce i progetti prioritari che riguardano la prevenzione, la protezione delle vittime e la persecuzione dei trafficanti, fornendo una cornice regionale di misure di contrasto ai piani nazionali di azione.

Infine, con il lancio della Regional Return Iniziative, è stata attribuita al Patto di stabilità anche la responsabilità di coordinare le politiche sui processi di rientro dei rifugiati e degli sfollati interni della regione nei luoghi da dove sono stati espulsi nel corso dei diversi conflitti.
Approfondimenti

La strategia del Patto di stabilità nel campo giustizia e affari interni
L’iniziativa su migrazioni e asilo – Stability Pact Migration and Asylum Initiative (MAI)

La dichiarazione di Sarajevo del 21 marzo 2001
La task force e le iniziative contro il traffico di esseri umani nel Patto di stabilità

La Regional Return Iniziative
Bulgaria, Romania e Slovenia nel negoziato per l’integrazione nell’UE

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