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Serbia e Montenegro: un dialogo difficile
Da un episodio recente, sulla base delle opinioni di alcune fonti giornalistiche Luka Zanoni fa il punto sul difficile rapporto tra Serbia e Montenegro.
La notizia del giorno, che compare sulla prima pagina di tutti maggiori quotidiani montenegrini e serbi, è la mancata presenza del presidente del Montenegro Milo Djukanovic e del premier di governo Filip Vujanovic alla seduta di ieri presso il Palazzo della Federazione a Belgrado, indetta dal presidente della Federazione di Jugoslavia Vojislav Kostunica.
Alla riunione, tesa a definire le future relazioni tra la Serbia e il Montenegro, erano stati invitati a partecipare anche il premier del governo serbo, Zoran Djindjic e il premier del governo federale Dragisa Pesic (montenegrino del partito SNP, che ha sostituito il leader dell’SNP Predrag Bulatovic dopo le sue dimissioni).
Secondo quanto affermato da Djukanovic è stata proprio l’estensione dell’invito a Pesic a far declinare la partecipazione della delegazione montenegrina. Djukanovic ha infatti ribadito di non riconoscere il governo federale e il suo parlamento. Il portavoce del Partito Democratico dei Socialisti (DPS), Igor Luksic ha precisato ieri che "dentro il DPS sono molto delusi dal comportamento del signor Kostunica e del suo tentativo di coinvolgerli nel gioco riguardo la legittimità delle istituzioni federali invitando alla riunione il signor Pesic". Secondo le parole di Luksic, se Kostunica avrà intenzione di organizzare una riunione "lo preghiamo di consultarci e non di tirarci dentro il suo gioco. Noi siamo chiari non riconosciamo né il governo federale né il Parlamento, essi si sono formati sulla base di cambiamenti costituzionali illegittimi e illegali e preghiamo il signor Kostunica di comportarsi in futuro in modo corretto" (Vijesti 20-9).
Ma questo atteggiamento non è chiaro a Kostunica, che afferma di aver discusso di questa riunione durante l’incontro tenutosi a Podgorica l’11 settembre scorso e di aver, due giorni dopo, inviato una lettera di invito a tutti i partecipanti. Kostunica ha inoltre aggiunto che "Djukanovic dovrà spiegare ai suoi elettori come nel settembre 2000 ha vinto le elezioni impegnandosi per uno stato unito, e alla stessa domanda dovranno rispondere anche alcuni della DOS, compreso il presidente del Governo della Serbia. Il Montenegro ufficiale dovrà inoltre spiegare come è possibile che lo stato federale per loro esista in modo selettivo – gli sta bene quando si tratta dell’Esercito jugoslavo e della difesa delle frontiere dal t[]ismo, oppure quando si tratta di prendere i soldi dai donatori, ma non gli sta bene in alcune altre cose" (Vjiesti, B92, 20-9). Kostunica ha infine dichiarato che non gli è chiaro "come sia possibile dialogare con l’SNP a Podgorica, ma non a Belgrado, dove Dragan Pesic diventa il principale disturbo" (Vijesti 20-9).I riferimenti di Kostunica vanno alla riunione dello Stato maggiore federale, tenutasi martedì 11 settembre a Podgorica. A quella riunione, dove era presente anche il presidente della Serbia, Milan Milutinovic (mentre alla riunione di ieri non era stato invitato e come afferma Kostunica, perché a "differenza di Djukanovic, non ha partecipato alla creazione di alcuna delle piattaforme proposte") e il generale Pavkovic, sembra però che il tema principale sia stato non tanto la ridefinizione della difesa, cosa che non è possibile mettere a punto in un solo giorno, ma bensì, come suggerisce il settimanale Monitor (14-9), un incontro tra i due presidenti, montenegrino e federale, e la discussione a quattrocchi sul futuro della Serbia e del Montenegro. Secondo le fonti diplomatiche di Monitor sarebbe infatti in corso "l’azione dell’ultima pressione su Djukanovic" per rallentare l’indipendenza del Montenegro. Pressione che viene esercitata anche da parte della Comunità internazionale. Un invito esplicito alla permanenza della Federazione e alla cooperazione del Montenegro era arrivato infatti dal presidente francese Chirac, che avrebbe dovuto raggiungere Belgrado il 14 e il 15 settembre scorso, ma che per ovvi motivi seguiti al disastro americano ha posticipato la visita.
Alla riunione di ieri al Palazzo Federale era stato invitato anche il premier della Serbia Zoran Djindjic, che però non si è presentato. Secondo le parole che Djindjic ha rilasciato alla stampa il motivo sarebbe semplice: "senza Djukanovic la riunione non aveva senso". Alle critiche rivoltegli dal presidente Kostunica per la mancata presenza, Djinjdjic risponde che "due giorni fa ho ricevuto l’invito, ma non sono stato coinvolto nell’organizzazione della riunione, e già avevo sentito che probabilmente la riunione non ci sarebbe stata. Penso che un incontro ufficiale di questo tipo sia un []e, perché è stato organizzato in modo frettoloso. A questo incontro devono precedere dieci incontri informali in modo che prima si prepari il terreno" (Danas 20-9).
Il premier serbo ha anche dichiarato di non giustificare "la mancata partecipazione della delegazione del Montenegro, ma se la riunione fosse stata preparata in modo differente sarebbe stato reso noto molto prima che la loro condizione era la non partecipazione del premier federale, allora l’incontro non sarebbe stato neanche annunciato e non si sarebbe suscitata una ingiustificata aspettativa dell’opinione pubblica" (Vijesti 20-9).