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30/06/2001, Redazione -

A quattro giorni di distanza dalla domenica elettorale in Albania si definisce il quadro dei risultati. La Commissione Centrale Elettorale ha comunicato i seguenti risultati: su cento zone elettorali 30 sono state attribuite al primo turno al PS e 19 al PD, 9 zone non sono ancora definite a quindi si profilano 41 ballottaggi.
Rispetto a questi dati i socialisti si dicono sicuri di vincere ai ballottaggi perché esisterebbe una tradizione che favorisce al secondo turno i vincitori del primo. In secondo luogo i socialisti sostengono che un buon indicatore del risultato del secondo round e’ che il PD ha perso zone che tradizionalmente gli appartenevano come Kukes e Shijak.
Il PS ha poi usato frasi sibilline circa la configurazione degli alleati al ballottaggio: se si profila con molta chiarezza un sostegno al PS da parte del Partito Social Democratico, dell’Alleanza Democratica e del Partito per i Diritti Umani, non sembra che il fronte della destra sia compatto. Le affermazioni si riferiscono al Nuovo PD, partito scissionista del PD che si e’ affermato come terza forza politica albanese.
Dal canto loro i democratici sembra che contesteranno i risultati solo in alcune zone e che non metteranno in discussione l’intero processo elettorale. A questo proposito le dichiarazioni degli attori della comunità internazionale e degli osservatori dell’OSCE sono chiare: le elezioni albanesi rispettano gli standard dell’OSCE ed inoltre hanno dimostrato un netto progresso verso gli standard internazionali.
in ogni caso il PD ha consegnato a Gustavo Selva e al vice primo Ministro italiano Gianfranco Fini un dossier sulle irregolarità nel processo elettorale a carico del PS. Le dichiarazioni di Fini riportate in calce da Shekuli sono state: "Il governo italiano sta seguendo con attenzione il processo delle elezioni in Albania. La destra e il governo italiano sono decisi a dare pieno sostegno agli albanesi per superare questo momento molto delicato e molto importante per il futuro del paese".
La grossa partita che sembra profilarsi all’ombra del ballottaggio e’ rappresentata dalle elezioni del Presidente della repubblica del prossimo anno. Il PD darebbe per scontata la propria sconfitta al ballottaggio e il raggiungimento del 51% da parte del PS che può tranquillamente fare il governo. L’obbiettivo del PD sarebbe a questo punto quello di ottenere il più alto numero di seggi possibile in modo da impedire agli avversari di raggiungere da soli la quota necessaria per poter eleggere il Presidente della Repubblica ossia la maggioranza dei 3/5. Il PD necessita di 55 deputati, con essi potrebbe bloccare per 4 votazioni successive l’elezione del Presidente e ciò comporterebbe per legge il ricorso ad elezioni anticipate.
E’ proprio dietro questa partita che si staglia il ruolo del Nuovo PD. Questo partito dichiara apertamente di non aver deciso ancora chi sostenere l’8 Luglio ai ballottaggi e non e’ detto che i loro voti non diventino preziosi al PS per le elezioni del Presidente.
Il complesso meccanismo elettorale ed in particolare l’attribuzione di seggi al proporzionale, che favorisce i partiti che hanno avuto meno voti al maggioritario, potrebbe favorire i disegni del PD.
Il Nuovo PD per il momento prende le distanze da Nano e Berisha e comunque si schiera all’opposizione di un governo socialista.


Ernesto Bafile – country coordinator ICS – Albania
© ICS – Osservatorio sui Balcani

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