Il tema centrale di cui scrivono i quotidiani del 26 giugno, è l’inizio del processo contro l’ex-generale Mirko Norac e quattro suoi collaboratori, accusati dell’omicidio di decine di civili, per lo più appartenenti alla nazionalità serba – perpetrati nell’autunno del 1991 a Gospic.
Il processo è stato aperto nella mattinata di lunedì scorso, davanti alla Corte regionale di Rijeka, ma è stato sospeso subito dopo l’inizio, a seguito della richiesta dei difensori legali (tra i quali due ex-procuratori della Repubblica del governo di Tudjman) di escludere dal processo il Presidente della Corte e di trasferire il processo stesso a Gospic. Esso si riaprirà quindi solo dopo il 3 luglio, entro la cui data la Corte Suprema dovrà esprimersi rispetto alla richiesta di trasferimento.
Contemporaneamente, nella piazza centrale di Rijeka, si è svolta una protesta contro quella che viene considerata dai partecipanti alla dimostrazione come "l’ingiusta oppressione delle vere vittime, cioè gli eroi della Guerra patriottica" organizzata dal "Comitato per la difesa della Guerra patriottica" capeggiato dall’invalido di guerra Mirko Condic. Nonostante il Comitato avesse invitato tutti i seguaci della destra croata a manifestare in piazza e a partecipare al comizio di Rijeka, il numero dei presenti era di sole duemila persone. Che si tratti di un altro fiasco della destra croata?
Nel frattempo, pare si stiano aggiungendo alla lista dei criminali da processare altri due nomi. Sui quotidiani dello stesso giorno, è stata pubblicata la notizia – basata su di un’informazione fornita dall’ONG serba "Veritas" – dell’imminente arresto e invio a L’Aja di altri due generali dell’esercito croato.
In base ad accuse di cui viene tenuta segreta l’origine, i due generali sarebbero accusati di crimini di guerra commessi a danno della popolazione civile, durante le azioni militari avvenute a Medacki Dzep (Lika) nel 1992.
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