In Macedonia è in atto una pesante azione militare da parte delle forze di sicurezza macedoni. L’azione iniziata ieri mattina alle ore 4.00 dalle forze congiunte di polizia ed esercito macedoni, ha visto l’impiego di artiglieria, carri armati ed elicotteri Mi24. L’intento dichiarato è quello di liberare la zona del villaggio di Aracinovo, circa 10 km da Skopje, nei pressi del quale è stanziato da circa due settimane l’Esercito di Liberazione Nazionale (UCK), che aveva dichiarato l’intera zona "territorio liberato". L’azione delle forze macedoni – come afferma il portavoce del ministero della difesa macedone Georgi Trendafilov – è rivolta "all’eliminazione dei t[]isti da Aracinovo".
Va notato, inoltre, che in questi giorni ci sono stati alcuni cambi nei vertici dei comandi militari. In particolare è stata formata una nuova forza macedone con l’unione dell’esercito e delle forze di polizia antisommossa e antisabotaggio, (tra cui i famosi reparti "Tigri" e "Lupi" , ovvero di nuclei specializzati della polizia macedone) comandata dal generale Miroslav Stojanovski.
L’UCK, secondo quanto riportato dalla televisione in lingua albanese A1, avrebbe risposto all’attacco, lanciando colpi di mortaio da 120mm su una raffineria di Skopje, tuttavia senza colpirla. A quanto pare la gittata delle armi a disposizione dei guerriglieri non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi strategici della capitale, già minacciata nelle scorse settimane dal comandante Hoxha, il quale ha precisato che se il governo macedone "vuole la guerra, l’avrà".
Fortunatamente sembra che la popolazione civile abbia, nei giorni scorsi, evacuato la zona di Aracinovo, dove sono tuttora in atto gli scontri. Tuttavia alcune case sono state distrutte e altre incendiate, mentre alcuni poliziotti e militari dell’esercito macedone sono stati ricoverati nella serata di ieri, a seguito delle sparatorie con l’UCK, sia presso l’ospedale militare che quello civile di Skopje.
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