Ucraina: quanti e dove sono i rifugiati nell’Unione Europea?
Dall’inizio della guerra ad oggi, tantissimi ucraini – ma anche russi – stanno cercando rifugio nei paesi dell’Unione Europea. Dove stanno andando, e quali sono i paesi che già ospitavano le comunità ucraine più numerose?
Dall’inizio della guerra ad oggi, secondo l’UNHCR, oltre 5 milioni di persone sarebbero fuggite dall’Ucraina, in aggiunta ai più di 7 milioni di sfollati interni stimati dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM) al 5 aprile scorso. Questi numeri – e il desiderio di esprimere solidarietà con l’Ucraina – hanno spinto l’Unione europea ad adottare procedure semplificate per l’accoglienza delle tantissime persone che si stanno riversando verso i suoi confini.
Ma quali paesi stanno accogliendo i tantissimi rifugiati che scappano dai bombardamenti della Russia di Putin? L’UNHCR riporta solamente i dati relativi agli arrivi nei paesi confinanti con l’Ucraina: Polonia, Ungheria, Romania, Moldavia e Slovacchia, oltre a Russia e Bielorussia. Tra questi, la Polonia è il paese che fino ad ora ha accolto più rifugiati ucraini: quasi 3 milioni, numero che equivale a oltre la metà del totale. Ma non tutti i profughi si fermano nel primo paese in cui arrivano: in molti tentano di raggiungere familiari o conoscenti che già vivono altrove.
Alcuni tra i paesi UE non confinanti con l’Ucraina hanno iniziato a comunicare dati relativi agli arrivi dei rifugiati ucraini, anche se, vista la fluidità della situazione, si tratta di numeri solamente indicativi. Il ministero dell’interno tedesco riporta che al 25 aprile quasi 380.000 rifugiati ucraini avevano raggiunto la Germania, dei quali, secondo un sondaggio dello stesso ministero, circa l’85% sarebbero donne, oltre la metà di loro con figli. Hanno invece da poco superato quota 100.000 gli ucraini entrati in Italia: poco più della metà sono donne e circa 36.000 minori. Forniscono alcune informazioni attraverso pagine web ufficiali aggiornate periodicamente anche i governi di Spagna , Lituania , Bulgaria , Paesi Bassi ed Estonia , mentre altri pubblicano aggiornamenti attraverso i propri canali social.
Dove si trovavano gli ucraini all’estero prima della guerra?
Per tracciare un quadro della situazione più completo e provare a immaginare dove almeno una parte dei rifugiati potrebbe voler recarsi, abbiamo guardato a quanti ucraini erano già presenti nei paesi dell’Unione europea prima dello scoppio della guerra. Secondo le stime dell’ONU , nel 2019 tre paesi accoglievano quasi il 60% dei circa 1,2 milioni di ucraini allora presenti sul territorio comunitario. Si trattava di Italia, Germania e Polonia, dove risiedevano rispettivamente 246.000, 241.500 e 218.700 cittadini ucraini. In Italia e Germania, gli ucraini rappresentavano il 3,9% e l’1,8% sul totale degli stranieri residenti sul territorio, mentre in Polonia questa percentuale era decisamente più alta: 33%.
La comunità ucraina in Polonia è di gran lunga la comunità di stranieri più popolosa del paese. Questo dato può parzialmente spiegare perché così tanti ucraini abbiano cercato rifugio proprio in Polonia, oltre che per motivi puramente geografici. Gli ucraini erano numerosi anche tra le comunità di immigrati residenti anche in altri paesi dell’Europa orientale – ma nessuno si avvicinava ai numeri registrati in Polonia.
Volgendo lo sguardo alla ripartizione di genere, nei paesi con le più consistenti comunità ucraine si nota un trend ricorrente: le donne sono quasi sempre in maggioranza rispetto agli uomini. In Italia nel 2019 la percentuale di ucraine sul totale dei residenti di nazionalità ucraina raggiungeva addirittura quasi l’80%, mentre in Germania e Polonia si attestava al 60%.
Gli altri rifugiati dai paesi russofoni
Con l’invasione russa della Crimea e del Donbass nel 2014, gli ucraini avevano già iniziato ad andarsene dal proprio paese, anche se in numeri decisamente inferiori – non a sorpresa – rispetto a quelli registrati nelle ultime settimane. Ma l’inasprimento dell’autoritarismo e delle violenze governative in Russia e Bielorussia negli ultimi anni ha spinto anche molti abitanti di quei paesi a cercare rifugio nell’Unione europea.
Come si evince dal grafico qui sopra, prima del 2014, erano quasi esclusivamente i russi a cercare asilo nell’Unione europea. Dopo un picco nel 2014 e nel 2017, le richieste d’asilo da parte di questi ultimi sono almeno temporaneamente diminuite. A seguito della repressione delle proteste contro il regime di Lukashenko nel 2021 si è verificata anche un’impennata di richieste d’asilo in Polonia da parte di bielorussi , nella stragrande maggioranza accettate.
In fuga dalla Russia di Putin
Nelle settimane successive all’invasione dell’Ucraina e al giro di vite di Putin sulla repressione del dissenso interno, la Russia sta vivendo quello che Deutsche Welle ha definito “il più grande esodo dalla rivoluzione d’ottobre del 1917” . Nulla in confronto alle cifre registrate tra gli ucraini, ma si stima che nei primi 10 giorni di guerra circa 200.000 russi abbiano abbandonato il paese. Si tratterebbe prevalentemente di lavoratori altamente qualificati, come accademici e informatici, ma anche di giornalisti e artisti che rischiano l’arresto in quanto critici verso la guerra, o perché semplicemente ne parlano. Altri scappano dai devastanti effetti delle sanzioni messe in atto dai governi occidentali contro la Russia. Non esistono ancora dati pubblici ufficiali, ma i numeri e le testimonianze raccolte dagli enti sovranazionali, dalle ONG e dai giornali parlano di una crisi di rifugiati con pochissimi precedenti nella storia contemporanea europea.