Il Tubo turco
A poche ore di distanza dall’annuncio della riapertura di YouTube in Turchia, l’Authority turca decide di richiudere i rubinetti del Tubo. Ad irritare l’organo di controllo sarebbe ora un video relativo ad uno scandalo sessuale riguardante un ex leader del Partito Repubblicano del Popolo
Solo pochi giorni fa i sostenitori del libero Web avevano accolto con soddisfazione la notizia della revoca in Turchia della censura del popolare sito web YouTube. Stando alle ultime notizie però, la libera circolazione sul Tubo per molti turchi è durata solo alcune ore.
Una corte di giustizia turca ha ordinato, alla locale Autorità delle Telecomunicazioni, di bloccare nuovamente l’accesso a YouTube a causa della mancata rimozione di un video che ritrarrebbe Deniz Baykal, l’ex leader del partito di opposizione Partito Repubblicano del Popolo, in intimità con una donna.
Ripercorriamo la vicenda
Nel marzo 2007, la corte turca decide di bloccare la connessione a YouTube a seguito della pubblicazione di video ritenuti offensivi nei confronti di Mustafa Kemal Atatürk, fondatore della moderna Turchia. Il video, causa del blocco, attribuiva ad Atatürk comportamenti omosessuali. Ne segue una causa chiesta dal procuratore di Istanbul nei confronti di YouTube per offesa alla cultura turca. L’accesso al sito viene sospeso in attesa della rimozione del video.
I legali di YouTube inviano documentazione della rimozione del video al procuratore turco ma il portale video viene di nuovo bloccato dopo l’apparizione di altri filmati che rappresentano la cosiddetta “guerra virtuale” fra greci, armeni e turchi, si tratta cioè di materiali inseriti da persone di ogni fronte con lo scopo di sminuire e rimproverare gli avversari.
Terzo sito più visitato al mondo, sesto sito più popolare in Turchia, YouTube, anche se ufficialmente bloccato, rimane comunque ancora accessibile agli internauti attraverso la modifica dei parametri di connessione utilizzando server DNS alternativi.
Rispondendo pubblicamente e criticamente al blocco deciso dalla corte, il Primo Ministro Recep Tayyip Erdoğan ha ufficialmente dichiarato nel novembre 2008: “Io accedo al sito, fate come me”. Nel giugno 2010 poi il presidente Abdullah Gül utilizzava Twitter per esprimere disapprovazione del blocco di YouTube nel paese.
30 ottobre 2010
Tre giorni dopo l’87esimo anniversario della nascita della Repubblica Turca, Ankara permette nuovamente accesso libero a YouTube. Alla notizia della rimozione dei filmati ritenuti offensivi, il 30 ottobre la Turchia toglie infatti la censura al sito. YouTube dichiara di essere a conoscenza della riapertura del canale da parte dell’Authority turca, ma precisa che è stata una parte terza esterna all’organizzazione, non YouTube stessa, a riumovere alcuni dei video che hanno causato il blocco, utilizzando la procedura automatica per la denuncia di violazioni dei diritti d’autore.
3 novembre 2010
I responsabili dell’Authority turca per le telecomunicazioni decidono nuovamente il blocco di YouTube a causa della presenza di un video che mostrerebbe Deniz Baykal in una stanza d’albergo insieme alla sua amante. La diffusione del video portò nel maggio scorso alle dimissioni del politico.
La censura web in Turchia
Ad oggi, secondo l’osservatorio sulla censura in internet engelliweb.com,, il governo turco impedisce ai suoi cittadini l’accesso a circa 7.885 siti internet attraverso la legge 5651, il cui articolo 8 garantisce al legislatore il potere di censurare contenuti che in qualsiasi modo offendano la memoria di Mustafa Kemal Atatürk, padre fondatore della repubblica turca. L’applicazione di questa norma, la cui stesura originale risale al 1951, è stata giudicata più volte come un ostacolo alla libertà di espressione.