Fare breccia in Transnistria
Alena Arshinova è la leader di "Proriv", organizzazione giovanile che si batte per il riconoscimento internazionale della Transnistria, territorio de facto indipendente che in era sovietica apparteneva alla Repubblica Socialista Sovietica moldava. L’abbiamo incontrata nella sede dell’organizzazione a Tiraspol. Un’intervista
"Proriv" (traducibile come "fare breccia", "sfondare") è stata fondata nel 2005 come organizzazione giovanile patriottica e a favore della Russia, con lo scopo di preservare la Transnistria dall’ondata delle "rivoluzione colorate" che stava prendendo piede nell’area post-sovietica e di sostenere il riconoscimento internazionale della Transnistria come stato indipendente. Che cos’è diventata oggi Proriv?
Proriv è un movimento sociale, un’organizzazione giovanile e un partito politico. L’organizzazione giovanile è stata fondata quattro anni fa, e il partito politico un anno più tardi, perché ci siamo resi conto che nessuno dei partiti presenti qui in Transnistria era in grado di rappresentare le nostre opinioni. Cerchiamo di incoraggiare una nuova generazione di giovani che siano attivi in qualsiasi ambito, non solo politico ma anche nella vita sociale, nell’economia e in altri campi.
Abbiamo anche i nostri media, un sito internet e un giornale. Il giornale è veramente importante per la nostra organizzazione perché tutti gli altri media locali non parlano mai delle nostre attività. Abbiamo la nostra posizione indipendente e, certamente, questo non piace alle autorità della Transnistria. Loro vogliono controllare tutto qui, ma noi manteniamo la nostra opinione. Non abbiamo più la possibilità di andare in televisione, il nostro programma radiofonico è stato sospeso dal ministero dell’Informazione e hanno tentato di chiudere il nostro giornale. Le autorità stanno perfino cercando di cacciarci dalla nostra sede principale qui nel centro città.
Qual è la posizione di Proriv per ciò che riguarda le relazioni della Transnistria con i suoi vicini?
La nostra organizzazione è a favore della Russia. Abbiamo avuto un referendum in un referendum del 2006 più del 97% dei votanti si è espressa a favore dell’indipendenza e dell’unione con la Russia e la maggior parte dei nostri cittadini ha votato a favore dell’unione con la Russia. Condividiamo radici comuni con la Russia. E anche i nostri giovani cercano di studiare a Mosca, San Pietroburgo e altre città russe. Ma per quello che mi riguarda ho senz’altro amici in molti altri posti come Bucharest, Chişinău, Kiev…
Il nostro governo a volte non ci tollera perché noi vogliamo che vi siano dei negoziati tra Moldavia e Transnistria e che l’Unione Europea e la Federazione Russa trovino un compromesso per ciò che riguarda questa ed altre questioni.
Cosa pensa della situazione irrisolta tra Transnistria e il Governo di Chişinău?
Indubbiamente vogliamo che si raggiunga un’intesa. A conferenze o tavole rotonde si trova spesso qualcuno che afferma che la Transnistria è un territorio autonomo all’interno della Moldavia. Dichiarazioni come questa mi fanno soltanto ridere, perché come potete vedere non è una regione autonoma, ma uno stato separato. La gente non dovrebbe mentire a se stessa, questo è uno stato separato.
Abbiamo uno stato indipendente, ma non riconosciuto, e la gente non ne può più. Ed è veramente difficile vivere in uno stato quando le autorità locali fanno cattivo uso dei loro poteri…
Ci ha detto alcune ragioni del perché non piacete alle autorità locali. Ci dice quali sono le cose che a voi non piacciono delle autorità locali?
Oggi siamo in una situazione difficile non solo perché non siamo riconosciuti ma anche a causa delle lotte interne alla Transnistria. Con questo intendo la guerra tra potere esecutivo e legislativo, tra Presidente e Parlamento. Ritengo che tutto ciò non sia salutare per il nostro piccolo Paese non riconosciuto. Queste persone stanno cercando di dividere la nostra società. Durante gli anni che hanno seguito la caduta dell’Unione Sovietica eravamo come un’unica persona, ciascuno desiderava una comunità forte, lottare per l’indipendenza. Avevamo passione. Ora abbiamo una moltitudine di posizioni differenti, alcuni supportano il Presidente, altri il Parlamento. Altri ancora né l’uno né l’altro, come me. Ma non credo che questo sia un momento opportuno per avere conflitti interni.
Avete proposte di riforma concrete?
Noi vogliamo un sistema elettorale proporzionale con un Primo Ministro e un Governo. Temo che non lo avremo presto. Ma vorremmo che la gente ne discutesse.
Inoltre non ci piacciono certi atteggiamenti dell’amministrazione statale, per esempio quando tentano di vietare le nostri manifestazioni. Una volta ci siamo appellati alla corte contro una decisione delle autorità locali e abbiamo vinto. Nessuno credeva che avremmo vinto, ma è successo.
Siamo pro-russi ma non vogliamo che il governo ci dica cosa è giusto e cosa non lo è. Vogliamo pensare con le nostre teste.
Come si è sviluppato negli ultimi anni il settore delle organizzazioni non governative in Transnistria?
Vi sono state fasi differenti. La gente qui è veramente attiva, ci sono molte persone di talento e il settore delle ONG è molto interessante. Ma il suo sviluppo dipende dalla situazione politica interna. Questo è un periodo favorevole, ma ad esempio quattro anni fa non era così. Oggi qui abbiamo più di 2000 ONG.
Realisticamente, quante di queste sono attive?
Concretamente sono circa dieci le ONG che possono dirsi attive, forse venti. A volte collaboriamo con loro. A dire la verità siamo più coinvolti in progetti politici e sociali come tavole rotonde, conferenze e simili. Ma forse sarebbe necessario assumere una posizione comune su varie questioni, in primis il conflitto tra Moldavia e Transnistria.
Ritenete possibile sostenere il processo di pace a partire dalla base? Crede che sia fattibile e utile avere un dialogo con le organizzazioni attive a Chişinău?
Crediamo che sia utile non solo comunicare attraverso mezzi informali, ma esprimere la nostra posizione, le nostre idee e spiegare ciò che sta avvenendo in Transnistria. Qui in Transnistria siamo al corrente di ciò che accade a Chişinău e in Moldavia ma so che la maggioranza dei giovani moldavi non sa come stanno le cose in Transnistria.
Potrei parlare senza problemi dei principali personaggi della politica interna moldava, tutti qui sono in grado di farlo.
Ma nessuno a Chişinău conosce i politici della Transnistria. Penso che per noi sia veramente importante, perfino necessario, spiegare che cosa sta succedendo qui, in modo che sia chiaro perché siamo qui, perché abbiamo determinate idee e perché non vogliamo fare parte della Moldavia.
Proriv si autodefinisce un’organizzazione patriottica. Che cosa è per lei "patria"?
Posso dirti che ho vissuto tutta la mia vita cosciente qui in Transnistria e questa è la mia patria. Ma anche la Russia è la mia patria e mi considero una cittadina del mondo. Sono nata in Germania, ho parenti in Siberia e mio padre è un militare russo che si è trasferito qui.
Ho sangue bielorusso, polacco, turco, italiano, americano, russo e ucraino e forse altro ancora. Questa è il motivo per cui mi considero cittadina del mondo. Siamo seduti qui assieme, ma veniamo da paesi diversi e possiamo comunicare tra di noi in modo molto semplice e avere relazioni strette.
Ma sento che questa è la nostra patria. Viviamo qui, e desideriamo che la nostra gente viva in condizioni migliori, se lo merita, ce lo meritiamo. E faremo tutto il possibile per rendere migliori le condizioni di vita di chi come noi decide di rimanere qui.