Bush in Slovenia, per un vertice amico
Imponenti le misure di sicurezza per la visita ufficiale del presidente americano in Slovenia. L’obiettivo del vertice UE-USA dovrebbe essere quello di trovare un linguaggio comune sulla politica estera, l’ambiente e la crisi economica
Il presidente americano George W. Bush è arrivato ieri sera in Slovenia, dove ad attenderlo, oltre alle più alte cariche ospitanti, c’era pure sua moglie Laura, giunta a Lubiana in anticipo direttamente da Kabul.
A Brdo, a pochi chilometri da una Lubiana blindata come mai prima d’ora e dove sono state organizzate anche varie proteste pacifiche contro la visita di un presidente poco amato dall’opinione pubblica slovena, Bush e i massimi rappresentanti dell’UE cercheranno di dare al vertice UE-USA uno spessore politico più stimolante per le relazioni euroatlantiche, con il proposito di lanciare da Lubiana qualche messaggio rassicurante ad un mondo in cui prevale un’insidiosa sindrome da deriva, economica, ecologica, politica e militare.
Bush aveva visitato Lubiana, incontrando a Brdo l’omologo russo Vladimir Putin, esattamente sette anni fa, nel giugno del 2001. Qualche mese dopo avvenne l’11 settembre. Seguirono le guerre in Afghanistan e in Iraq. La soluzione del conflitto israeliano-palestinese rimase e rimane una chimera. Oggi gli alleati euroatlantici raccolgono in Slovenia un seminato poco promettente e cercano perciò di puntare su ciò che riesce maggiormente ad accomunare l’Europa e l’America.
L’Iraq – ancora in guerra – è acqua passata, all’orizzonte c’è invece un Iran ambizioso, influente in regione e potenzialmente nucleare, nonché le minacce di attacco rivoltegli, non senza il beneplacito americano, da Israele.
Bush insiste perché gli europei siano più solerti e aumentino la loro presenza in Afghanistan. A Brdo spiegherà loro come muoversi nei confronti di Mosca, soprattutto nel Caucaso. Sui cambiamenti climatici si aspetta invece più flessibilità e maggior accondiscendenza alle ricette americane che stemperano Kyoto.
L’Europa, che con Sarkozy, Berlusconi, e tutto l’Est ex-comunista di recente adesione, è sostanzialmente più vicina alle sponde atlantiche di quanto lo fosse sette anni fa, cerca con Washington una partnership quanto più stretta, anche se sul dialogo euroatlantico aleggia l’incognita Obama, che nel caso di vittoria alle prossime presidenziali USA, potrebbe mutare di non poco lo scenario internazionale, oggi fortemente condizionato dagli interessi che fanno capo alle dinastie Bush e Cheney.
Un linguaggio comune, scontate le eccezioni controcorrente (Spagna, Olanda e Belgio) sembra essere stato trovato soprattutto nei Balcani. La creazione del Kosovo indipendente è un progetto comune, dove l’America ci mette le basi militari, l’Europa invece i soldi, l’ordine e l’amministrazione.
La presidenza slovena, che ora ospita il vertice, si è mossa su questo terreno seguendo le indicazioni di Washington. Il pasticciaccio insorto all’inizio del semestre di presidenza con la pubblicazione dei verbali "segreti" in cui alla diplomazia di Lubiana, presidente di turno UE, venivano impartiti "consigli" su come raggirare la risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza e la Russia recalcitrante, è dimenticato. La zelante e sdoganata Slovenia ottiene l’imprimatur di Washington; la "nuova Europa" ha lavorato bene.
Al margine dei lavori la stampa slovena si è occupata molto dell’imbarazzante bagarre tra le "first lady" di casa che si contendevano il diritto di fare da dama di compagnia a Laura Bush.
L’anfitrione del vertice, il premier e presidente di turno dell’UE Janez Janša , aveva concesso tale onore alla sua avvenente compagna Urška Bačovnik, con cui convive in una relazione di coppia di fatto. Ma dopo le velate proteste della "vera" first lady, la moglie del presidente della repubblica, Barbara Miklič Türk, è stata trovata una soluzione salomonica. Laura Bush ha ottenuto così due dame di compagnia.
Per la cronaca infine da segnalare anche il comportamento poco dignitoso di alcuni militari americani addetti alla sicurezza aerea della visita, alloggiati in un albergo a conduzione famigliare nella località turistica di Bled. Sotto i fumi dell’alcol gli ospiti americani in uniforme avrebbero arrecato considerevoli danni all’ascensore e alle stanze dell’albergo. L’ambasciata statunitense non ha voluto commentare l’increscioso accaduto.
L’articolo è stato pubblicato sull’edizione odierna de il Riformista