Al BITEF la tragedia del nostro tempo
Dieci spettacoli teatrali, firmati da nomi prestigiosi, analizzano i fenomeni contemporanei, affrontando la tragedia del nostro tempo. È il BITEF, festival internazionale del teatro. A Belgrado dal 15 al 30 settembre
A Belgrado la stagione teatrale comincia all’insegna delle novità. Dal 15 al 30 settembre si svolge il BITEF, il festival internazionale del teatro, che quest’anno porta lo slogan "Tragi-commedia, la tragedia del nostro tempo".
Per il programma ufficiale i due curatori, Jovan Ćirilov e Anja Suša, hanno scelto dieci spettacoli che trattano il tema della manipolazione del tragico nella società contemporanea. Tra i nomi presenti quest’anno si trovano alcune tra le più prestigiose firme del teatro internazionale che, impegnate nello studio dei fenomeni contemporanei, giocano con la sottile linea che divide la percezione tragica e quella tragicomica del mondo.
Il direttore del festival, Nikita Milivojević, spiega che la riduzione del numero degli spettacoli (l’anno scorso il pubblico ha potuto assistere a ben 15 rappresentazioni del programma ufficiale) rappresenta un cambiamento dell’intero concetto del BITEF.
"Cerchiamo di portare il grande mercato teatrale di oggi verso alcune nuove strategie", spiega Milivojević in un’intervista riportata dal settimanale "Vreme" (11 settembre 08). "Di solito diciamo che è già un successo se si può assistere ad uno spettacolo o due che portano qualche novità capace di lasciare traccia. A volte basta un istante per avviare l’immaginazione e creare un’esperienza nuova. … Quest’anno, però, abbiamo più di cinque nomi che sulla scena teatrale sono paragonabili ai giocatori del Barcellona nel calcio: Goebbels, Hermanis, Marthaler, Gotscheff, Meg Stuart, Suzanne Osten…"
Contemporaneamente ai dieci spettacoli del programma principale, ci sarà anche un off program "Show-case", destinato a presentare il meglio dell’attuale teatro serbo agli ospiti provenienti dall’estero. Per la prima volta si svolgerà anche il programma speciale "Verità al teatro". La verità, come spiegano la Suša e Ćirilov, fa parte della realtà e della vita, ma anche il teatro rappresenta una realtà a sé stante, caratterizzata da propri criteri di verità.
Il pubblico del BITEF potrà quindi valutare il rapporto tra la potenzialità tragica del mondo intorno a noi e la reazione teatrale a questa potenzialità. Il teatro è concepito non più come un luogo di catarsi, una funzione riservata ormai ai reality show e agli approfondimenti politici, ma come uno spazio di ricerca e di critica.
Il primo giorno di festival si aprirà con lo spettacolo francese "Più o meno infinito", annunciato come un gioco fantastico tra gli elementi del circo, della danza, del teatro e delle arti plastiche che creano un linguaggio nuovo sul palcoscenico, lasciando agli spettatori infinite possibilità d’interpretazione.
Dieci anni fa, Cristoph Marthaler si è presentato a Belgrado con lo spettacolo "Europei, crepate magari!", suscitando critiche eccezionali. Questa volta arriva con un’analisi impetuosa della società contemporanea intitolata "L’assenza dello spazio".
Un altro spettacolo a cui si dovrebbe prestare attenzione è "I Persiani" del Deutches Teater di Berlino, proclamato l’anno scorso il miglior spettacolo della Germania. Si tratta della tragedia degli sconfitti, molto presente nella storia contemporanea, che nelle opere di Gotscheff ha anche un’importante carica catartica, sia fisica che spirituale.
Sul piano formale le innovazioni negli spettacoli selezionati sono innumerevoli. Basta accennare al fatto che nel "Sonja" del Teatro di Riga il ruolo principale di una donna anziana è stato affidato a un uomo, che la "Baby dramma" della regista norvegese Osten prevede un pubblico di neonati, oppure che "Cose di Stifters" del Teatro Vidy di Losanna è una composizione fatta per cinque pianoforti e realizzata praticamente senza attori.
Nel programma principale il teatro serbo è presente con ben tre spettacoli. L’"Edipo Re" del Teatro nazionale di Belgrado tratta di un politico contemporaneo che governa grazie al suo potere mediatico ed economico, mentre il Teatro "Kosztolányi Dezső" di Subotica offre gli elementi caratteristici del teatro di Brecht con lo spettacolo "Brecht – Hardcore machine". È presente anche l’opera lirica "Don Giovanni", nella produzione di Jugokoncert e Fiera di Belgrado.
Tutto ciò, secondo il direttore del festival Milivojević non è ancora sufficiente per attirare un vasto pubblico internazionale a Belgrado. Le cose, però, si muovono in quella direzione e quest’anno a Lubiana è stata organizzata la prima conferenza stampa regionale. Nel futuro prossimo se ne prevede un’altra a Sofia con lo scopo di presentare la manifestazione all’intera regione dei Balcani.