Scienziati e matematici chiedono a Putin il ritiro dall’Ucraina

Un network internazionale di scienziati ed accademici – su iniziativa dei colleghi russi – lancia un appello per la fine dell’aggressione del regime di Putin dell’Ucraina

04/03/2022, Piergiorgio Pescali - Yuzhnoukrainsk, Ucraina

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Protesta a San Pietroburgo contro la guerra - © Alexander Chizhenok/Shutterstock

Dal 24 febbraio ad oggi sono più di 6.000 gli scienziati, accademici, studiosi, divulgatori scientifici, per la maggioranza russi, che hanno firmato l’appello lanciato dalla ALLEA (European Federation of Academies of Sciences and Humanities) e indirizzato al presidente russo Putin per protestare contro l’invasione in Ucraina.

L’ALLEA raggruppa circa 50 istituzioni scientifiche di 40 paesi del mondo (in Italia ne fanno parte l’Accademia Nazionale dei Lincei e l’Accademia delle Scienze di Torino) tra cui la prestigiosa Accademia delle Scienze russa che, dopo essere stata fondata dallo zar Pietro I nel 1724, ha contribuito allo sviluppo scientifico, tecnologico e sociale della Russia, in particolare durante il regime sovietico.

Nella lettera si denuncia il disegno geopolitico della dirigenza russa sostenuto da “dubbie fantasie storiche”, un riferimento all’intervento fatto dallo stesso Putin il 12 luglio 2021 in cui tracciava un lungo riassunto storico volto a dimostrare l’inconsistenza di una divisione culturale, linguistica, religiosa tra Ucraina e Russia.

Gli scienziati accusano anche il tentativo di sfruttare la crisi del Donbass per aprire scenari bellici senza che l’Ucraina rappresenti alcuna minaccia per la sicurezza della Russia. “La guerra contro di essa è ingiusta e manifestamente priva di senso” si dichiara nella lettera.

I firmatari aggiungono anche che l’indipendenza ucraina “si regge su valide istituzioni democratiche” e in più punti viene evidenziato come gli stessi padri, nonni, bisnonni di molti dei sottoscrittori abbiano combattuto contro il nazismo: “Fa male riconoscere che il nostro paese, che ha portato un contributo fondamentale alla vittoria sul nazismo, è ora diventato la miccia di una nuova guerra nel continente europeo”.

La guerra ha condannato la Russia ad un autoisolamento internazionale impedendo a scienziati e studiosi di svolgere il loro lavoro in collaborazione con istituzioni e università straniere, prerogativa necessaria per lo sviluppo culturale e scientifico di un paese. L’appello termina con la richiesta del ritiro delle truppe russe in Ucraina e del “rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dello stato ucraino”.

A seguito della chiamata dell’ALLEA, il 1 marzo anche i matematici russi hanno inviato una missiva a Putin chiedendo anche la cessazione delle ostilità. La lettera, che in soli due giorni ha raccolto più di 300 firme, ricorda che “la matematica è sempre stata una delle poche aree delle scienze fondamentali in cui la Russia ha mantenuto una posizione di leadership mondiale”. A seguito delle sanzioni internazionali, l’Unione matematica internazionale ha annullato il Congresso internazionale dei matematici, la più prestigiosa assemblea della materia al mondo, che nel 2022 si sarebbe dovuta svolgere proprio in Russia.

Anche il mondo accademico e scientifico, che pur così tanto ha contribuito ai primati di cui la Russia va giustamente fiera, ha dunque preso una chiara posizione nei confronti dell’aggressione all’Ucraina.

Di seguito le due lettere inviate a Putin.

“Noi, studiosi, scienziati ed esponenti del giornalismo scientifico russi, esprimiamo una decisa protesta contro le azioni di guerra intraprese dalle forze armate del nostro paese contro i territori dell’Ucraina. Questo passo fatale comporta innumerevoli vite umane e mina le basi del sistema consolidato della sicurezza internazionale. La responsabilità dell’avere scatenato una nuova guerra in Europa è tutta della Russia.

Per questa guerra non ci sono giustificazioni. I tentativi di sfruttare la situazione del Donbass come occasione per aprire un teatro di guerra non sono per niente credibili. È del tutto evidente che l’Ucraina non rappresenta una minaccia per la sicurezza del nostro paese. La guerra contro di essa è ingiusta e manifestamente priva di senso.

L’Ucraina è stata e continua ad essere un paese a noi vicino. Molti di noi hanno parenti, amici e colleghi che condividono le nostre ricerche scientifiche. I nostri padri, nonni e bisnonni hanno combattuto assieme contro il nazismo. L’atto di scatenare una guerra per le ambizioni geopolitiche del governo della Federazione Russa – mosso da dubbie fantasie storiche – rappresenta un cinico tradimento perpetrato alla loro memoria. Noi rispettiamo l’autonomia statale dell’Ucraina che si regge su valide istituzioni democratiche. Capiamo la scelta europea dei nostri vicini. Siamo convinti che tutti i problemi che riguardano i nostri due paesi possono essere risolti pacificamente.

Scatenando questa guerra la Russia si è autocondannata a un isolamento internazionale, allo status di paese-maledetto Questo significa che noi, studiosi e scienziati, non potremo più svolgere il nostro lavoro come abbiamo fatto finora in quanto la ricerca scientifica è impensabile senza la collaborazione con colleghi stranieri. L’isolamento della Russia dal mondo comporta un ulteriore degrado, culturale e tecnologico, del nostro paese e una totale mancanza di prospettive positive. La guerra con l’Ucraina è un salto nel buio.

Fa male riconoscere che il nostro paese, che ha portato un contributo fondamentale alla vittoria sul nazismo, è ora diventato la miccia di una nuova guerra nel continente europeo. Chiediamo l’immediata sospensione di tutte le azioni militari condotte contro l’Ucraina. Chiediamo il rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dello stato ucraino. Chiediamo la pace per i nostri due paesi!”

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Al Presidente della Federazione Russa
V.V. Putin

Signor Presidente!

Noi, matematici che lavorano nella Federazione Russa, protestiamo con forza contro l’invasione militare del territorio dell’Ucraina lanciata dall’esercito russo il 24 febbraio 2022.
Il tenore di vita in un paese e la sua posizione nel mondo sono in gran parte determinati dal livello della sua scienza. Scienziati di tutto il mondo stanno lavorando su problemi che non hanno vincoli nazionali e territoriali, per il benessere di tutta l’umanità; la cooperazione internazionale, la mancanza di confini per la diffusione delle conoscenze e dei valori umanistici sono le fondamenta su cui si costruisce la scienza. I nostri molti anni di sforzi per rafforzare la reputazione della Russia come centro matematico leader sono stati completamente svalutati a causa dell’aggressione militare non provocata iniziata dal nostro paese.

La matematica è sempre stata una delle poche aree delle scienze fondamentali in cui la Russia ha mantenuto una posizione di leadership mondiale. A conferma di ciò, la Russia avrebbe dovuto ospitare nell’estate del 2022 la più prestigiosa conferenza matematica del mondo, il Congresso Internazionale dei Matematici. L’Unione Matematica Internazionale ha annullato questa decisione in connessione con l’attacco russo all’Ucraina. In una situazione in cui il nostro paese è diventato un aggressore militare e, di conseguenza, uno stato canaglia, le posizioni di leadership della Russia nella matematica mondiale andranno irrimediabilmente perse.

Nelle istruzioni del Presidente del 4 dicembre 2020, la matematica è stata nominata un’area prioritaria per lo sviluppo della Federazione Russa; gli obiettivi sono stati individuati sia nel campo delle scienze fondamentali che in quello dell’istruzione. Questi obiettivi, ovviamente, non possono essere raggiunti nelle condizioni attuali, quando le vite dei nostri colleghi più stretti – scienziati in Ucraina, con i quali siamo stati collegati da molti anni di lavoro congiunto di successo, sono quotidianamente in pericolo, la cui fonte è l’esercito russo, e la Russia si è trovata in isolamento internazionale, senza la possibilità di un intenso scambio scientifico e di cooperazione con scienziati di altri paesi.

Siamo convinti che nessun interesse geopolitico possa giustificare sacrifici e spargimenti di sangue. La guerra porterà solo alla perdita del Paese del suo futuro, per il quale lavoriamo.
Chiediamo l’immediata cessazione delle ostilità e il ritiro delle truppe russe dal territorio dell’Ucraina.

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