Le tante facce di Seliger
Migliaia di giovani da tutto il mondo hanno partecipato a un campo organizzato dal governo russo. Un ritratto della Russia di oggi, paese in cerca di aperture e riconoscimento internazionale, ma dove sviluppo e innovazione sono immancabilmente legati al “tandem” di governo Putin-Medvedev. Un reportage
Un gruppo di giovani egiziani si esibisce in danze tradizionali. Poi è la volta di azeri, algerini, indiani, cinesi, nigeriani. Il tutto sotto lo sguardo sorridente e benevolo di Vladimir Putin e Dimitrij Medvedev, i cui enormi ritratti fanno da cornice silenziosa al grande palco. Il pubblico segue entusiasta, ballando, cantando e sventolando le bandiere più disparate. Poco distante, delle ragazze coreane passeggiano e cercano di impratichire il proprio russo.
Siamo sulle rive del lago Seliger, in Russia, a metà strada tra Mosca e San Pietroburgo, sede di un campo giovanile internazionale promosso dal governo russo. Oltre 3000 partecipanti, provenienti da decine di Paesi diversi. Rappresentanti di buona parte delle regioni della Federazione Russa, dal Caucaso alla Siberia, da Mosca a Vladivostok.
Scopo dichiarato dagli organizzatori, mostrare al mondo che la Russia è un Paese aperto, “costruire una comunità globale” che veda nella Russia un punto di riferimento attraverso una settimana di lezioni, conferenze e dibattiti.
Giovani patriottici, giovani internazionalisti
Seliger è stato sede di un campo per giovani russi sin dal 2005. L’evento era inizialmente organizzato dal movimento pro-kremlino Naši, ma presto il governo è subentrato in prima persona nella gestione del campo, mirato a ripoliticizzare i giovani e a promuovere l’imprenditorialità e l’attivismo giovanile.
Amore per la patria, importanza del ruolo della famiglia, competitività e stile di vita sano (severamente vietato il consumo di bevande alcooliche) rimangono gli elementi alla base dell’iniziativa, che nel 2009 ha raccolto 40.000 partecipanti complessivi, distribuiti nei mesi di luglio e agosto in una decina di turni di durata settimanale. Ma quest’anno il governo ha deciso di andare oltre, aprendo per un turno, dall’1 all’8 luglio il campo a partecipanti di tutto il mondo.
Il risultato è stato un anomalo ibrido tra patriottismo russo e un rinnovato internazionalismo, la curiosa miscela tra un campo giovanile in stile sovietico, una moderna summer school europea e un villaggio vacanze.
Ore 8.00, sveglia con l’inno nazionale russo. Ore 8.30, adunata di tutti i partecipanti, richiamati da canzoni pop che invitano i giovani a prendere una posizione attiva per rendere la Russia grande e libera. Ore 8.45, corsa per i ragazzi, esercizi ginnici per le ragazze. Alle 10.00 ha poi inizio una lunga giornata densa di lezioni, dibattiti, incontri e conferenze sui temi più vari, dall’economia all’ecologia, dalla politica al cinema. E poi attività sportive organizzate: canoa, windsurf, tiro con l’arco, palestra di roccia, mountain bike, beach volley e tanto altro ancora. In serata, discoteca sulla spiaggia e altri momenti di socializzazione.
L’obiettivo dichiarato dell’evento è far conoscere ai partecipanti stranieri la Russia di oggi e contrastare stereotipi diffusi. Realisticamente, però, ciò che davvero importa alla leadership russa è la possibilità di vantare un’ampia presenza di partecipanti stranieri, per ribadire quanto negli ultimi anni la Russia abbia riacquistato a livello internazionale e per dare lustro alle iniziative dedicate ai giovani promosse dal governo.
Gli enormi ritratti di Putin e Medvedev, affissi ad ogni angolo del campo, talvolta accompagnati da citazioni di discorsi dei due leader, tradivano inoltre un altro scopo dell’iniziativa: ricordare costantemente ai partecipanti a chi dovevano ciò che veniva loro generosamente offerto a Seliger.
Dal punto di vista politico e propagandistico l’importanza dell’evento è stata sottolineata dalla presenza dello stesso presidente russo Dmitrij Medvedev. “La cosa più importante è che voi capiate che la Russia è un Paese meraviglioso”, ha dichiarato il presidente parlando dal palco principale. “Noi vogliamo che sia un Paese aperto. Questo è indispensabile affinché la Russia sia un Paese sviluppato e forte. La presenza di giovani di 89 Paesi dimostra che siamo una società aperta”.
La decisione di invitare a Seliger ospiti da tutto il mondo vuole senza dubbio essere un segnale di apertura, ma il fatto che il presidente Medvedev abbia espresso un messaggio di questo tipo da un palco decorato da un suo ritratto alto circa 6 metri, dà certamente spazio a qualche perplessità.
“L’attuale fase di sviluppo della democrazia russa ha alcuni tratti particolari”, è il parere di Mikhail Mamonov, direttore del campo internazionale, “e uno di questi è la stima e il rispetto che il popolo ha nei confronti dei leader che hanno portato il Paese fuori dall’enorme crisi che la Russia ha attraversato negli anni Novanta. Ma è evidente che questa è solo una tappa di un percorso.”
Lo stesso Mamonov sembra avere qualche perplessità riguardo alla presenza di ritratti e citazioni di Putin e Medvedev in varie parti del campo. “Questo evento è il risultato di compromessi e non sono del tutto soddisfatto di come si stanno svolgendo le cose”, aggiunge il direttore di Seliger 2010, “ma il vero problema in Russia sono i quadri medi, che spesso si dimostrano molto meno liberali degli stessi leader”.
La presenza di tanta retorica pro-governativa nelle decorazioni o l’utilizzo dell’inno nazionale russo come sveglia mattutina non ha comunque dato luogo a proteste particolari da parte dei partecipanti, apparentemente più preoccupati dai piccoli problemi quotidiani e dalle spartane condizioni igieniche e alimentari offerte dagli organizzatori del campo.
Più che la politicizzazione dell’evento, sia ospiti russi che internazionali hanno lamentato la qualità insoddisfacente delle lezioni e soprattutto la rigidità con cui venivano applicate le regole del campo, spesso imposte senza spiegazioni e sotto minaccia di espulsione.
Caucaso, Russia, Mondo
Molto ben in vista le delegazioni provenienti dal Caucaso del nord: le bandiere di Cecenia, Inguscezia e Ossezia del Nord sventolavano sempre nelle prime file ad ogni adunata. I partecipanti ceceni non hanno perso occasione di mostrare la loro fedeltà alla Russia e il loro sostegno al presidente Kadyrov, il cui ritratto compariva su buona parte delle bandiere cecene portate all’evento.
Il “villaggio” ceceno era decorato con foto di una Grozny completamente rinnovata e immagini futuristiche degli edifici in costruzione che presto dovrebbero caratterizzare la skyline della capitale cecena. “Dobbiamo tutto ciò di positivo che attualmente accade in Cecenia al governo russo”, racconta Rustam Gabazov, a capo della delegazione cecena, mostrando con orgoglio le fotografie.
Nella propria parte di campo, la delegazione dell’Inguscezia ha invece preferito mostrare immagini delle antiche torri medievali che costellano le montagne della loro repubblica. “Sono il simbolo del nostro popolo, che per secoli ha combattuto per mantenere le proprie tradizioni”, racconta un giovane inguscio, “e anche oggi è importante che le nostre tradizioni siano rispettate. Noi siamo qui a Seliger e cerchiamo di rispettare le regole e gli usi di questo posto. Purtroppo, questo spesso non accade invece con le forze speciali presenti in Inguscezia, che uccidono, rapiscono e commettono violenze. Sono cose che la nostra gente non può perdonare, ed è in reazione a questi fatti che un comune cittadino diventa un ribelle.”
Sebbene le delegazioni caucasiche spesso si muovessero compattamente, Seliger è stata senza dubbio un’occasione di incontro non solo per i partecipanti internazionali, ma anche per i ragazzi provenienti da varie regioni della Russia. Durante una serata, ceceni e ingusci hanno legato assieme le loro bandiere, mentre ingusci e osseti spesso stavano fianco a fianco durante le adunate.
Anche Armenia e Azerbaijan erano ben rappresentati e l’atmosfera amichevole che dominava il campo non lasciava spazio ad asti reciproci. “Penso che nel Caucaso si debba aumentare l’integrazione a livello regionale, ad esempio creando un’ ‘Unione del Caucaso centrale’ con Georgia e Azerbaijan”, ha detto un partecipante armeno, “è l’unico modo affinché il Caucaso possa giocare un ruolo in Europa”.
L’insoddisfazione per il basso livello di lezioni e conferenze era diffusa anche tra i partecipanti provenienti dal Caucaso, ma questo non è stato sufficiente a cambiare l’impressione generale positiva sul campo.
“Certo, le lezioni non sono un gran che”, dice Murat, un giovane partecipante di Čerkessk, passeggiando sulla riva del lago Seliger, “ma la cosa più importante è stato avere l’opportunità di conoscere persone nuove provenienti da tutto il mondo.”
Della stessa opinione anche Vazgen, recentemente laureato all’università di Yerevan. “È stato fantastico poter partecipare a un campo così internazionale”, racconta sorridendo, sistemando un mazzo di carte. “Ieri in Algeria era il giorno dell’Indipendenza, mentre noi armeni festeggiavamo il giorno della Costituzione… un gruppo di algerini sta in tenda poco distante da noi, così ci siamo fatti gli auguri a vicenda, come se Algeria e Armenia fossero Paesi confinanti. Ma era la prima volta in vita mia che vedevo un algerino.”
In internet tanti entusiasti, ma non solo
Su blog e social network abbondano commenti positivi riguardo a Seliger 2010. Dopo qualche critica iniziale, legata soprattutto a difficoltà nell’ottenere il visto o a problemi nell’interagire con partecipanti e organizzatori del campo che non parlano russo, la pagina Facebook dell’evento si è trasformata in un fiume di commenti entusiasti e messaggi nostalgici.
Ma tra i partecipanti che hanno raccontato in internet la loro esperienza non mancano resoconti critici e argomentati di cui si trova espressione soprattutto nella blogosfera russa. Apparentemente, commenti di questo tipo non sono passati inosservati dagli organizzatori dell’evento.
Igor Samojlik, blogger e partecipante a “Seliger 2010”, racconta infatti di essere stato convocato per dare spiegazioni riguardo a dei commenti pubblicati online che criticavano esplicitamente il campo. “Degli uomini della security mi hanno prelevato da una delle lezioni per andare a fare una chiacchierata educativa”, racconta il blogger in un post datato 9 luglio, “Mi aspettava il responsabile delle politiche giovanili in Russia, di cattivo umore e con le stampe del mio blog in mano”.
La Russia di oggi
Il campo internazionale “Seliger 2010”, un progetto troppo ambizioso realizzato tra molte difficoltà e non senza qualche intoppo, fornisce un buon ritratto della Russia di oggi. Si notano grandi potenzialità espresse da una generazione desiderosa di realizzare le proprie ambizioni e di fare carriera.
Ma il desiderio di apertura, innovazione e sviluppo, espresso ripetutamente sia dagli organizzatori del campo che dal “tandem” di governo Putin-Medvedev, si scontra con una realtà problematica, caratterizzata da inefficienze sistemiche, regole severe e forte centralizzazione.