In ricordo di Anna Politkovskaja

Ad un anno dalla morte della giornalista Anna Politkovskaja, la società civile italiana la ricorda con tante iniziative

05/10/2007, Maddalena Parolin -

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Dal sette ottobre dell’anno scorso la società civile italiana sta imparando a conoscere la figura e l’impegno di Anna Politkovskaja, uccisa quel giorno con cinque colpi di pistola, nell’androne del suo palazzo a Mosca. La giornalista, che per anni aveva investigato e denunciato – con un coraggio ed un impegno straordinario – soprusi, ingiustizie, violazioni dei diritti umani nel suo paese, partendo dal grande dramma della Cecenia, è divenuta un simbolo della libertà di stampa, oltre a risvegliare timori per la deriva autoritaria che si sta manifestando nella Federazione Russa.

In Italia, dove fino ad un anno fa erano davvero in pochi a conoscere la situazione del Caucaso settentrionale e ad interessarsi del "conflitto dimenticato" (come denunciava ad esempio la lista delle "crisi umanitarie più ignorate dalla TV", pubblicata nel gennaio 2006 da Medici Senza Frontiere) negli ultimi mesi si sono moltiplicate le iniziative, i convegni, le serate, dedicate alla memoria di Anna Politkovskaja.

Uno dei primi movimenti dell’opinione pubblica è stata la campagna promossa dalla rivista Internazionale, (che traduceva e pubblicava spesso articoli della Politkovskaja) tramite la quale sono state raccolte oltre ottomila cartoline con l’immagine della giornalista e la scritta "noi non dimenticheremo Anna Politkovskaja", che il giornale ha consegnato in marzo all’ambasciata russa a Roma.

Negli ultimi mesi, l’appello "Per non dimenticare Anna Politkovskaja" promosso dal giornalista Andrea Riscassi, circolato via web e sottoscritto da oltre mille firmatari, tra cui molti giornalisti, artisti ed accademici, invitava ad organizzare iniziative in memoria di Anna. In queste settimane, in decine di città italiane, la giornalista verrà ricordata parlando di Caucaso, di Cecenia, di diritti umani, di libertà di stampa. Ci saranno incontri con esperti, testimoni e rappresentanti della società civile cecena, presentazioni di libri, mostre, film e spettacoli teatrali."Se la politica è stata disattenta, … il mondo della cultura non può dimenticare Anna Politkovskaja. … Per dire a chi l’ha fatta uccidere: noi non dimentichiamo!" è l’invito dell’appello.

Gli eventi legati all’anniversario del 7 ottobre, coinvolgono anche numerosi enti locali, come il Comune di Roma che giovedì ha inaugurato "Largo Anna Politkovskaja" nel parco attorno a Villa Pamphili, o i consigli comunali di Milano e Bergamo che hanno approvato un ordine del giorno nel quale si invitano i sindaci a commemorare l’anniversario dell’omicidio della giornalista, il comune di Lodi e la Provincia di Reggio Emilia, impegnati in iniziative che prevedono l’ospitalità di rappresentanti della società civile cecena.

Anche il mondo della cultura non è rimasto indifferente, cogliendo l’invito a ricordare la giornalista russa. A Roma e a Calenzano (FI) andrà in scena lo spettacolo "Donna non rieducabile" scritto da Stefano Massini interpretato a Roma da Ottavia Piccolo e da Luisa Cattaneo e Roberto Gioffré a Calenzano, mentre a Lodi verranno presentati due libri della Politkovskaja (La Russia di Putin e Diario Russo). Sempre a Lodi si parlerà di un altro libro uscito recentemente in italiano " " che riunisce temi e pensieri di ragazzi e bambini russi e ceceni sul conflitto, curato dall’associazione Memorial.

La società civile per la pace, rappresentata nelle tante anime, associazioni, gruppi, enti locali, singoli cittadini che aderiscono alla Tavola della Pace, marcerà proprio il 7 ottobre da Perugia ad Assisi, nella celebre iniziativa dedicata quest’anno al tema dei diritti umani. Come spiega il comitato organizzatore, "la Marcia sarà dedicata alla giornalista Anna Politkovskaja uccisa il 7 ottobre 2006 sulla porta di casa a Mosca, al giornalista Ali Iman Shermarke ucciso l’11 agosto 2007 per le strade di Mogadiscio e a tutti i giornalisti e difensori dei diritti umani impegnati per la pace nel mondo".

Ma a parlare di Caucaso, di conflitti e di diritti umani, saranno soprattutto alcune preziose testimoni: giornaliste ed attiviste cecene che si battono per la pace, invitate in Italia per raccontare le loro esperienze, la tragedia del loro popolo e la speranza che permette loro di continuare a parlare, denunciare, scrivere. Come Lidija Jusupova, già candidata al Nobel per la Pace, coraggioso avvocato di Memorial e amica di Anna Politkovskaja, invitata dalla Provincia di Reggio Emilia a partecipare alle iniziative dell’ONU dei Popoli, Zareta Chamzatchanova, avvocato di Memorial a Grozny, che sarà a Trieste per parlare di diritti umani e libertà di informazione, Taisa Izmailova, già giornalista del Grozninskij Rabočij, presidente della diaspora cecena in Belgio invitata a Milano, Majnat Abdullaeva, giornalista cecena rifugiata in Germania, che sarà ospite a Mantova.

Così, mentre i media italiani si occupano di Anna Politkovskaja solo in occasione di colpi di scena legati alle indagini sull’omicidio (proprio come prima si occupavano di Cecenia solo in occasione di attentati t[]istici), la società civile italiana prova a chiedersi quanto il suo impegno sia stato portato avanti in Russia e all’estero. Dal basso, cittadini, enti ed associazioni cercano di leggere la situazione dei diritti umani nella Federazione Russa attraverso numerose iniziative, ricordando colei che non temeva di criticare chi governa il suo paese, perché lo amava moltissimo.

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