Băsescu bis

Vittoria sul filo di lana per Traian Băsescu, riconfermato al ballottaggio delle presidenziali in Romania col 50,4% dei voti. Una vittoria che arriva quasi insperata, visti i sondaggi degli ultimi giorni. Davanti a Băsescu restano però tutti i nodi politici ed economici rimasti ancora irrisolti

07/12/2009, Mihaela Iordache -

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Bis per il presidente uscente Traian Băsescu (58 anni), che vince le elezioni in Romania e continuerà a ricoprire la carica più alta nello stato per i prossimi cinque anni. Dopo il ballottaggio, a spoglio quasi completato (99,13% delle schede) Băsescu, sostenuto dal Partito democratico-liberale, risulta vincitore con il 50,4% dei voti, mentre il candidato socialdemocratico Mircea Geoana è indicato al 49,6%.

I primi exit poll, nella serata di domenica, avevano attribuito una vittoria di misura a Geoana, ma entrambi i candidati hanno gridato vittoria mentre migliaia di persone si sono riversate in strada per festeggiare il proprio beniamino. Nella sede dei social democratici si sono aperte bottiglie di spumante per festeggiare la vittoria proclamata dai sondaggi.

Il conteggio dei voti, però, ha portato alla luce un’altra realtà, e alla fine è Traian Băsescu a risultare il vincitore di queste elezioni. Il riconfermato Băsescu avrà ora davanti un compito molto difficile, in un clima di tensione, instabilità politica e recessione economica. Dovrà nominare un primo ministro in grado di avere una maggioranza stabile in parlamento e mettere fine alla crisi politica in corso da due mesi con un governo formato dai soli democratici liberali e sfiduciato dal Parlamento.

Oltre dieci milioni di romeni (57,4%) si sono presentati al voto. Una affluenza record che rispecchia la dura battaglia per la più alta carica dello stato in una Romania letteralmente spaccata in due. Prima del ballottaggio, un sondaggio dell’agenzia "Insomar" dava in testa Mircea Geoana al 54%, grazie al sostegno dei liberali (il leader liberale Crin Antonescu aveva ottenuto al primo turno 20% delle preferenze).

I liberali, ex alleati di Băsescu nelle elezioni di cinque anni fa, hanno stavolta preferito un’alleanza con i social democratici, nonostante le divergenze ideologiche. Dopo un continuo conflitto con il presidente uscente, i liberali, che accusano Băsescu di populismo e lo considerano un pericolo per la democrazia, hanno anche puntato sul sindaco della città medioevale di Sibiu, il rappresentante della minoranza tedesca, Klaus Johannis che avrebbe dovuto essere nominato premier da Geoana se questi avesse vinto le elezioni.

L’alleanza politica contro Băsescu non ha però funzionato. L’elettorato liberale non ha votato in blocco per il socialista Geoana, e molti hanno preferito Băsescu, nonostante le indicazioni dei leader del Partito Nazionale Liberale.

E’ stata una campagna elettorale ricca di colpi bassi, incentrata su attacchi personali che hanno oscurato i temi più importanti. Per molti analisti, Băsescu non ha avuto contro un candidato sufficientemente forte. Nel confronto televisivo finale, Mircea Geoana ha dovuto riconoscere di aver incontrato, la notte precedente, un imprenditore in odore di corruzione. L’imprenditore stesso aveva dichiarato in seguito che Geoana è suo amico e che era venuto a casa sua per "rilassarsi". Un episodio clamoroso per la gente che aspetta una svolta alla lotta contro la corruzione, in un paese che secondo Transparency International è il più corrotto dell’Unione Europea.

Inoltre Geoana, al quale manca il carisma di Băsescu, non è riuscito a disfarsi di corrotti ed esponenti del passato del regime comunista, come l’ex presidente Ion Iliescu del quale, secondo i critici, sarebbe "il burattino". Aver puntato sull’unità del paese, sulla riconciliazione, su un governo sostenuto da una chiara maggioranza non è bastato però per farlo arrivare a palazzo Cotroceni, sede della presidenza romena.

Tra i colpi bassi nella campagna elettorale contro Băsescu si registra un filmato nel quale si vedrebbe il presidente schiaffeggiare un bambino durante una manifestazione elettorale del 2004. Il video, che ha destato clamore e ha quasi monopolizzato la campagna elettorale, è stato considerato dallo staff di Băsescu un falso. Quasi isolato sulla scena politica romena, Băsescu è stato accusato di nutrire ambizioni dittatoriali. Grazie ad una sua iniziativa, nel primo turno delle elezioni presidenziali, i romeni hanno votato a favore di un referendum che riduce il numero dei parlamentari del 30% e trasforma il parlamento da bicamerale in unicamerale.

Ex capitano di marina, politico carismatico, Băsescu è stato anche ministro dei Trasporti e sindaco di Bucarest. Da ministro è stato indagato (insieme ad altre 79 persone), ma poi assolto nel processo "Dossier Flota", sulla vendita di 16 navi e una perdita a danno dello Stato di 260 milioni di euro. Durante il suo mandato però la giustizia ha deciso che dall’affare non solo non vi erano stati danni per lo Stato, ma addirittura benefici.

Come presidente, Băsescu si trova di nuovo nell’impossibilità di risolvere la crisi politica e molto probabilmente dovrà convocare elezioni anticipate, che però potrebbero non cambiare il quadro politico attuale. L’attuale opposizione, che rappresenta la maggioranza in parlamento, formata dai socialdemocratici, liberali e rappresentanti del partito ungherese (UDMR) appoggia per la carica di premier Johannis. Băsescu ha però già respinto per due volte la proposta. La crisi politica sembra per il momento senza soluzione.

Il presidente potrebbe cercare di attirare parlamentari disponibili da altri partiti per assicurare ai democratici liberali una maggioranza, cercare di trovare un accordo con le formazioni di opposizione (ipotesi poco probabile in questo momento), o convocare elezioni anticipate.

La Romania ha bisogno di una stabilità politica anche in vista dei prestiti promessi dalle istituzioni internazionali, ma che per il momento sono stati congelati a causa della crisi politica. Si tratta di oltre 20 miliardi di euro, necessari per pagare anche i salari e pensioni. Fmi, Ue e Banca Mondiale preferiscono naturalmente consegnarli ad un governo stabile, che può offrire garanzie solide. Dopo nove anni di crescita, l’economia romena è crollata, mentre l’indice della disoccupazione è raddoppiato. Al futuro presidente, dunque, il difficile compito di risolvere la crisi politica nel contesto di annunciate misure di austerità: dai licenziamenti massicci fino alla diminuzione dei stipendi. Condizioni imposte dagli organismi finanziari internazionali.

Nei cinque anni di mandato Băsescu è stato accusato di alimentare un clima di instabilità politica nel paese e di non essere stato imparziale. Tra le priorità del suo programma c’è la lotta alla corruzione e agli oligarchi. Ha chiesto e ottenuto di inviare a giudizio alcuni politici accusati di corruzione ma molti, sotto l’ombrello dell’immunità parlamentare, sembrano intoccabili. I parlamentari stessi, poi, spesso si rifiutano di concedere l’autorizzazione a procedere nei confronti dei loro colleghi.

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