Aggressione russa all’Ucraina: la Romania attende i profughi

In Romania stanno già affluendo profughi in fuga dal conflitto. Il paese si prepara ad accogliere mezzo milione di persone, tra cui molte appartenenti alla minoranza romena in Ucraina

25/02/2022, Mihaela Iordache -

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Passaggio di confine tra Romania e Ucraina a Sighetu Marmației - © meandering images/Shutterstock

La Romania è il paese Nato che ha la più  lunga frontiera con l’Ucraina (650 km). Uno degli effetti più drammatici dell’aggressione russa all’Ucraina riguarda i civili, in migliaia diventati profughi da un giorno all’altro. Si stima in queste ore che oltre un milione di rifugiati arriveranno dall’Ucraina nell’Europa dell’est, per fuggire dalla guerra. 

La Romania è pronta

Il ministro romeno della Difesa, Vasile Dîncu, aveva annunciato nei giorni scorsi che la Romania si stava preparando per accogliere oltre 500.000 profughi dall’Ucraina. Nel 2014 la maggior parte dei profughi ucraini erano solo transitati per la Romania, in quanto avevano scelto come destinazione la Polonia. Per questo motivo, il ministro romeno stimava nei giorni scorsi che non si aspettava flussi maggiori al mezzo milione.

Intanto da giovedì mattina, dopo l’invasione russa, migliaia di civili hanno lasciato tutto per scappare insieme a figli e parenti. In poche ore si sono formate code chilometriche di macchine verso le frontiere. Alcune persone stanno attraversando le frontiere anche a piedi, nella speranza di salvarsi.

Tra loro ci sono anche cittadini ucraini della minoranza romena. Circa 400.000 persone della comunità romena e moldava vivono in Ucraina. Dopo ucraini e russi, sono il gruppo etnico più grande. Vi sono regioni dove vivono centinaia di migliaia di appartenenti a questa comunità, come ad esempio nella regione di Cernauti, a soli 35 km da Vama Siret, un importante punto di frontiera per l’entrata in Romania. È da lì che continuano intensamente a passare centinaia di persone, famiglie con bambini, anziani. Con una frontiera comune così ampia la Romania rappresenta l’uscita dall’Ucraina per molti rifugiati.

Il sindaco della città di Galati (città della Romania che si trova a qualche km dal confine con la Moldavia e a 350 km da Odessa) ha annunciato di essere pronti “a tendere una mano d’aiuto a coloro che fuggono dalla loro casa e dal loro paese”. La stampa locale scrive che i rifugiati dell’Ucraina potrebbero trovare alloggio nei palazzi o nei centri sportivi utilizzati come spazi per le quarantene per il Covid nel 2020 e nel 2021. Le autorità locali di Galati potrebbero inoltre allestire tende speciali negli stadi.

Gli standard

Le prime contee a ricevere i profughi sono state quindi quelle di confine, nel nord e nell’est della Romania, come Maramureș, Botoșani, Suceava, Iași e Tulcea.  A Iași l’Ispettorato per Situazioni di Emergenza annunciava qualche giorno fa che un campo profughi può essere montato tra le 12 e le 24 ore. Si parla di un complesso formato da tre container disposto tra le tende, con cucina mobile e che può ospitare fino a 200 persone. 

La Romania deve però rispettare gli standard di condizioni adeguate nei campi profughi. Su questo vi è stata qualche inadeguatezza nel passato. Nel 2021 il flusso di rifugiati in Romania è cresciuto del 50% rispetto al 2020. Nel paese ci sono già sei centri per rifugiati: nella capitale Bucarest e nelle contee di Timis, Maramureș, Suceava, Giurgiu e Galați. Altri campi saranno allestiti per l’attuale emergenza.

La Romania ha chiesto alla NATO di attivare l’articolo 4

Ieri Bucarest ha chiamato Kiev per ribadire il sostegno da parte della Romania per la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Il presidente della Romania, Klaus Iohannis, ha comunicato che ha avuto un colloquio telefonico con il presidente ucraino Zelensky: ”Ci coordineremo con i nostri partner per appoggiare l’Ucraina attraverso l’assistenza umanitaria”, ha annunciato il capo di Stato romeno su Twitter.

Il ministro degli Esteri romeno, Bogdan Aurescu, ha annunciato di aver chiesto alla Nato l’attivazione dell’articolo 4 del Trattato di Washington, che stabilisce un meccanismo di consultazioni tra alleati, in questo caso nel contesto del conflitto nell’Ucraina.

Oggi si terrà in videoconferenza un summit Nato. “Sarà una nuova Europa dopo l’invasione [della Russia, ndr]”, ha annunciato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg e ha ribadito che “la Nato è pronta a difendere gli alleati” e che “la Forza di Reazione Rapida è in fase di allerta”.

L’attivazione dei piani di difesa Nato conferisce ai comandanti militari la possibilità di dispiegare truppe nell’Europa dell’est.

La Romania ha attualmente un proprio connazionale come vicesegretario dell’Alleanza Atlantica, Mircea Geoana. “La Nato chiede alla Russia di fermare immediatamente tutte le azioni militari, di ritirare le proprie truppe e di ritornare al tavolo della diplomazia”, ha dichiarato quest’ultimo. Geoana ritiene che l’invasione dell’Ucraina sia stata pianificata molto tempo fa e messa in pratica “con sangue freddo mentre la Bielorussia può essere considerata complice della Federazione Russa”.

Intanto Il ministero romeno della Difesa accusa la Russia di azioni ostili nel Mar Nero. I militari romeni fanno sapere che una nave militare russa – che si trova nelle vicinanze della zona economica esclusiva della Romania – starebbe fermando e deviando le navi commerciali. Giovedì mattina un aereo militare ucraino di tipo Suhoi 27 è stato intercettato dagli F-16 romeni e fatto atterrare nella città di Bacau.

Nell’attuale contesto di guerra alle porte del paese il presidente della Romania, Klaus Iohannis, ha rassicurato i romeni che non devono temere per la loro sicurezza in quanto la Romania è un paese membro della Nato. Il capo dello Stato ha inoltre sottolineato che la Romania non sarà coinvolta direttamente nel conflitto militare in Ucraina.

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