Quiz Montenegro

3000 domande a cui l’amministrazione montenegrina dovrà rispondere per descrivere la situazione del Paese. A luglio, il commissario per l’allargamento dell’Ue, Olli Rehn, ha consegnato a Podgorica il Questionario per l’avvio della candidatura europea del Montenegro

20/08/2009, Mustafa Canka - Ulcinj

Quiz-Montenegro1

Olli Rehn e Milo Djukanovic

La debole amministrazione montenegrina svolgerà entro la fine dell’anno uno dei più grossi compiti della sua storia. Nei prossimi tre mesi infatti dovrà preparare risposte dettagliate alle oltre tremila domande contenute nel "Questionario della Commissione europea", consegnato lo scorso 22 luglio a Podgorica dal commissario all’allargamento Olli Rehn.

Se l’amministrazione del premier Milo Ðukanović risponderà in modo veloce e qualitativamente accettabile dimostrerà di essere ben organizzata, ben guidata ed efficace, e questo agli occhi dell’Ue significa che lo Stato funziona.

Dalla velocità e dalla qualità delle risposte dipenderà anche l’interessamento degli europei per questo "piccolo paese" che sta facendo i conti con gravi problemi economici e finanziari. Di recente il governo ha infatti riconosciuto, per la prima volta, che il paese è in recessione. Nei primi sei mesi dell’anno in corso è stata registrata una caduta del Pil del 3,5 percento, gli stipendi si abbassano e sono sempre più diffusi fremiti sociali. Gli economisti indipendenti ritengono che in autunno il governo sarà costretto a portare a termine una nuova ridefinizione della finanziaria, nonostante questo sia già avvenuto a luglio.

I funzionari di Podgorica hanno dichiarato che la qualità delle risposte al questionario dovrà precedere la velocità. Constatando che si deve mostrare la situazione esatta e obiettiva del paese, il ministro per l’Integrazione europea Gordana Ðurović ha affermato che già durante il mese di agosto sarà preparata una bozza di risposte. "Credo che sia molto importante che il governo stili una bozza di risposte in agosto, e poi che in settembre e ottobre, attraverso l’intensificazione e la finalizzazione delle risposte, si dia la possibilità agli altri di contribuire alla qualità delle stesse".

Il presidente del parlamento Ranko Krivokapić si dice sicuro che il Montenegro sia pronto per l’ingresso nella fase più intensiva di avvicinamento all’Europa, tenendo conto che ha già dimostrato "stabilità politica, ampio consenso sociale e politico sull’integrazione europea e un buon passo nell’adempimento degli standard europei".

Ma il capo del Consiglio nazionale per l’integrazione europea, nonché leader del partito di opposizione "Movimento per i cambiamenti", Nebojša Medojević ha espresso una serie di dubbi sulla preparazione del governo montenegrino a rappresentare la situazione reale del paese. "Il governo in merito al Questionario ha già iniziato a fare propaganda, e questo è preoccupante. Non si risponde in modo sincero e esatto alle domande, non si individuano i problemi e non si chiede aiuto all’Ue e soprattutto si cerca di offrire un’immagine falsa delle istituzioni montenegrine. Più daremo una falsa immagine più durerà il processo di monitoraggio della nostra legislazione e l’accoglimento delle nostre leggi. Non so se gli uomini del governo sono consapevoli di questo, ben sapendo che per loro in Montenegro non ci sono problemi. Temo che la procedura di compilazione del Questionario sarà faticosa, di lunga durata e molto difficile", ha ribadito Medojević.

L’analista di politica estera Dritan Abazović è convinto che la presentazione veloce di risposte di qualità sia un indicatore delle relazioni del paese con l’Ue e anche una risposta alle aspettative dei cittadini che chiedono un’accelerazione del processo di integrazione europea. "Questa aspettativa dei cittadini contiene l’idea di utilità, ma anche l’aspirazione verso la normalità, l’aspirazione alla pace, allo sviluppo e alla prosperità, così come l’aspirazione a far parte dello spazio europeo come proprio spazio naturale", ha detto l’analista e ha aggiunto che l’inserimento della situazione sociale e politica del Montenegro in un cd, nell’arco di cinque mesi, sarà soprattutto un successo per l’amministrazione di questo paese.

Gli analisti politici e gli uomini dell’opposizione ritengono che i maggiori problemi con cui dovrà confrontarsi il governo riguarderanno le risposte alle domande sulla corruzione e la criminalità organizzata. Di ciò si parla infatti in tutti i rapporti della Commissione europea e delle altre organizzazioni e istituzioni internazionali. La Commissione europea nell’ambito della corruzione e della criminalità organizzata chiede, per esempio, di precisare se è comprovata la dimensione internazionale del crimine organizzato, e poi se esiste un sistema che permetta di confiscare i beni sequestrati ai criminali.

Le domande del questionario sono raggruppate i tre capitoli principali: criteri politici, criteri economici e la capacità di accogliere la legislazione europea. La maggior parte delle domande riguarda la magistratura, perché a Bruxelles ritengono che sia il settore più debole del potere montenegrino. La Commissione europea, che ha una sua rappresentanza in Montenegro, in realtà conosce già il 90 percento delle risposte. Si vede che chi ha fatto le domande sa anche le relative risposte, così come in Montenegro si sa che le risposte al Questionario non saranno l’unica misura sulla quale si baserà il parere di Bruxelles riguardo la candidatura del Montenegro.

Le prime valutazioni sulla qualità delle risposte arriveranno al Montenegro all’inizio del prossimo anno, eventuali domande aggiuntive arriveranno in primavera, mentre nel 2011 la Commissione europea dovrebbe accertare se il Montenegro è adeguato per lo status di paese candidato, e di conseguenza per l’avvio dei negoziati per la piena membership.

Sarà di sicuro un processo lungo e incerto, e lo dimostra al meglio il fatto che il Montenegro è il primo paese che ha violato la prassi secondo la quale il Questionario della Commissione europea non viene reso pubblico prima del termine dell’intero processo. Sino ad ora infatti si poteva scegliere di far conoscere all’opinione pubblica i contenuti del Questionario e le relative risposte solo quando l’intero processo era terminato. "Un tale atteggiamento mostra la scarsa serietà dello stato montenegrino", ha chiosato Boris Raonić, membro del Consiglio nazionale per l’integrazione europea.

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