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Promesse elettorali
Il 6 aprile in Montenegro si terranno le elezioni presidenziali. Sono 4 per ora i candidati ufficiali, tre dell’opposizione e il presidente in carica, Filip Vujanovic. Le promesse agli elettori durante la campagna elettorale
La scadenza per presentare la candidatura per le prossime elezioni presidenziali montenegrine alla Commissione elettorale della Repubblica (RIK) è il 20 marzo, dopo di che si saprà la lista ufficiale dei candidati.
La Commissione ha già confermato la candidatura di 4 esponenti politici: da una parte Filip Vujanovic del partito al governo, Partito Democratico dei Socialisti (DPS), e dall’altra parte i candidati dell’opposizione Nebojsa Medojevic, leader del Movimento per il cambiamento (PZP), Andrija Mandic, leader della Lista Serba e Srdjan Milic, leader del Partito Socialista Popolare (SNP).
Il presidente del Montenegro sarà eletto direttamente dai cittadini mediante voto segreto, e rimarrà in carica per un periodo di 5 anni. Le elezioni si svolgeranno il 6 aprile prossimo. La campagna elettorale è al suo apice e tutti i candidati sono convinti che vinceranno le elezioni.
Secondo quanto riporta il settimanale montenegrino "Monitor" (14 marzo), i candidati presidenziali promettono cambiamenti importanti, dopo il 6 aprile, spesso oltre le competenze del presidente previste dalla Costituzione montenegrina.
Secondo la Costituzione montenegrina, il presidente rappresenta il Montenegro nei confronti dell’estero, è il capo supremo dell’esercito, proclama le leggi mediante decreto, indice le elezioni per il parlamento, propone al parlamento il primo ministro, il presidente ed i giudici della Corte costituzionale ed anche l’ombudsman; nomina e richiama gli ambasciatori sempre su proposta del governo; accredita gli ambasciatori, e in singoli casi concede la grazia ai condannati.
Nonostante le competenze ristrette, i candidati presidenziali promettono l’eliminazione della disoccupazione e della povertà, la lotta contro la criminalità, l’aumento degli stipendi e delle pensioni, in poche parole: la prosperità del Paese.
Il candidato della Lista Serba, Andrija Mandic, promette nuovi investimenti in Montenegro e di conseguenza incentivi alle imprese e migliaia di nuovi posti di lavoro.
Inoltre, Mandic proporre una nuova legge che darà la possibilità ai pensionati di diventare, senza costi, proprietari delle azioni dell’Azienda elettrica del Montenegro, che poi potranno vendere sul mercato.
Mandic dice anche che rafforzerà i legami con la Serbia, garantendo ai cittadini montenegrini anche la cittadinanza serba e un migliore sistema sanitario in accordo con Belgrado, mentre il suo partito non riconoscerà mai l’indipendenza del Kosovo. Se viene eletto presidente, Mandic riformerà l’esercito e non manderà mai i soldati montenegrini in Afghanistan.
Il programma del candidato del Partito Socialista Popolare (SNP), Srdjan Milic si basa su 3 punti cruciali. Prima di tutto Milic promette la diminuzione della disoccupazione, il rilancio dell’economia e l’aumento dei salari e delle pensioni. Secondo, risolvere il problema della corruzione e della criminalità. Terzo, migliori condizioni di vita, la costruzione della pace, della stabilità e della prosperità del Montenegro.
Anche il candidato presidenziale del Movimento per il cambiamento (PZP), Nebojsa Medojevic, ha promesso di diminuire la povertà del Paese e di lottare contro la criminalità e la corruzione. Nebojsa Medojevic è stato preciso: "Abbiamo la possibilità di cambiare una parte del potere politico e per la prima volta di ottenere il controllo democratico del potere." Inoltre, Medojevic parla della necessità che "finalmente ci sia un cambiamento, anche se soltanto in una parte del potere politico."
Dall’altra parte il candidato della coalizione di governo, Filip Vujanovic, promette che entro la fine del suo prossimo mandato, sarebbe il secondo, non ci saranno disoccupati, perché "tutti quelli che vorranno potranno lavorare". Inoltre, Vujanovic promette, e lo riporta "Monitor", che entro la fine dell’anno prossimo il salario medio in Montenegro sarà di 515 euro (nel 2007 era di circa 338 euro).
Vujanovic spiega che la vittoria dell’opposizione significherebbe la destabilizzazione del Paese, perché: "I miei oppositori politici cercherebbero di far cadere il governo di Milo Djukanovic, intento che non nascondono, e questo significherebbe l’instabilità nelle relazioni tra il Presidente dello stato e il Governo, e il rallentamento dello sviluppo del Montenegro."
Nell’edizione del 7 marzo scorso, "Monitor" ricorda che Vujanovic ha svolto numerosi incarichi importanti durante gli ultimi 2 decenni, da quando il DPS è al governo in Montenegro. Dal ministro della Giustizia nel ’92, al ministro dell’Interno nel ’95. Nel 1998 Vujanovic è diventato Primo ministro ed anche il Presidente del Consiglio per la privatizzazione. L’attuale incarico da Presidente del Montenegro lo ha ottenuto alle elezioni del 2003.
La ong Gruppo per i cambiamenti (trasformatosi recentemente in partito – PZP) lo accusa di aver violato il piano della privatizzazione del 1998 e di aver ingannato, sia l’opinione pubblica locale che quella internazionale, riguardo il contenuto del Contratto sulla ri-programmazione dei debiti del Kombinat dell’alluminio di Podgorica e di non averlo annullato quando era Primo ministro e Presidente del Consiglio per la privatizzazione nel ’98.
Inoltre, il Movimento per i cambiamenti ha accusato il governo montenegrino di usare "metodi non democratici e illegali durante la campagna elettorale ("Danas", 18 marzo). Medojevic ha dichiarato, in conferenza stampa, che negli ultimi giorni il governo sta comprando le carte d’identità per ottenere voti sicuri e che il suo partito ha già avvisato di questo problema la comunità internazionale
"Abbiamo localizzato queste persone, con nome, cognome e il luogo dove lavorano", ha detto Medojevic, precisando che la carte d’identità vengono comprate con "soldi sporchi", fatti che rappresentano una grave violazione del codice penale. Il PZP ha fatto sapere che "nei prossimi giorni renderà noti i nomi di quelle persone che stanno comprando le carte d’identità per far ottenere voti sicuri al candidato del DPS, Filip Vujanovic".
Inoltre, Medojevic ha detto che i media privati ultimamente hanno alzato i prezzi per le inserzioni pubblicitarie, mentre alcuni addirittura hanno cessato di collaborare con il PZP.
L’OSCE non invierà i suoi osservatori in occasione delle elezioni presidenziali del Montenegro del 6 aprile. Il Presidente dell’Assemblea Parlamentare Goran Lennmarker ha inviato una lettera al Presidente del Parlamento montenegrino Ranko Krivokapic in data 17 febbraio, affermando che l’ultima missione dell’OSCE in Montenegro ha dato un "esito positivo" sul processo elettorale montenegrino, pertanto non è prevista la presenza degli osservatori internazionali.