Il Montenegro sott’acqua

Il maltempo si è abbattuto nei giorni scorsi sul Montenegro, causando danni per milioni di euro. Intere zone del paese sono finite sott’acqua. Ma non tutte le colpe vanno alle condizioni atmosferiche. Come spesso accade, la natura cede il passo all’edilizia

19/01/2010, Mustafa Canka - Ulcinj

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Il ristorante Disco (foto. M. Canka)

L’inizio del 2010 in Montenegro è stato contrassegnato dalle inondazioni. A causa dell’esondazione del fiume Bojana e del lago di Scutari, sono finiti sott’acqua 12mila ettari di terreno e 500 abitazioni. Molti abitanti delle zone allagate hanno potuto raggiungere le proprie abitazioni solo con le imbarcazioni. Fortunatamente però è stata evitata la tragedia e non ci sono state vittime.

Ora è necessario eseguire la disinfestazione e la derattizzazione dei terreni, perché ci sono parecchie carcasse di bestiame morto durante l’alluvione e sussiste la concreta possibilità di diffusione di epidemie e malattie.

In tutti questi luoghi non esiste rete fognaria e quindi tutte le fosse settiche nei giorni scorsi sono straripate. Inoltre la terra per parecchio tempo non potrà essere coltivata e la maggior parte degli abitanti di queste zone si occupa di agricoltura.

Difficile calcolare i danni. È certo però che si parla di milioni di euro. Gli aiuti giunti fino ad ora sono minimi, mentre dal governo montenegrino è stato detto agli abitanti di non aspettarsi molto. "Il governo non può sanare le conseguenze dell’alluvione, ma speriamo che ci aiutino gli imprenditori e altri soggetti", ha detto il ministro senza portafoglio Rafet Husović. Senza grandi aiuti e sostegni agli abitanti dei villaggi alluvionati saranno necessari alcuni anni di faticoso lavoro per sanare i danni e fare ritorno alla normalità.

In parte sono loro stessi colpevoli della propria sfortuna. Perché la storia è testimone del fatto che nella zona del fiume Bojana e del lago di Scutari ci sono sempre state inondazioni, persino più volte nell’arco di un anno; a volte con poche altre con gravi conseguenze.

Dopo che la situazione è migliorata, dalla metà degli anni ’60 del secolo scorso, grazie alla costruzione di un sistema di idrocentrali sul fiume Drim, che è il maggior affluente della Bojana, questo fiume raramente è esondato.

La gente si è lasciata andare, così come i governi: gli argini non sono stati rifatti, e anzi sono stati persino distrutti, per poter ottenere i terreni in concessione. Le case sono state edificate proprio sulla riva del fiume, nonostante in queste zone sia sempre valsa la seguente regola: costruisci la casa dove l’hanno costruita gli anziani.

Le inondazioni hanno investito molto di più le zone della vicina Albania, tanto che i governi di Podgorica e di Tirana si sono accordati per un’azione comune. Come prima misura hanno progetto di pulire il letto del fiume Bojana (che negli scorsi anni è diminuito notevolmente a causa dei vari rifiuti e della spazzatura gettata, e della presenza di zattere sulle sue rive) per far sì che l’acqua possa fluire più facilmente e più velocemente verso il mare. Attesi sono infine gli aiuti delle istituzioni europee.

Il fiume Bojana è un vero miracolo della natura. Si tratta dell’unico fiume al mondo che a volte scorre controcorrente. Questo perché il lago di Scutari si trova in una zona di criptodepressione (il livello del lago è sotto il livello del mare), pertanto l’acqua del mare, essendo più pesante, entra nel fiume. Il letto del fiume, prima del suo ingresso nel mare, si trova due metri sotto il livello del mare e in alcuni tratti addirittura raggiunge i cinque metri sotto il livello del mare.

Il danno maggiore e più incommensurabile di questo periodo ha riguardato l’isolotto Ada, che si trova proprio alla foce del fiume Bojana nel mare Adriatico. La bellissima spiaggia sabbiosa sull’isolotto, a causa del tempestoso vento del sud, delle alte onde e della velocità del fiume, praticamente è scomparsa, tanto che in alcune zone il tratto di spiaggia è inferiore ai tre metri.

L’acqua è arrivata fino alle abitazioni (foto M. Canka)

Delle casette dove un tempo si affittavano gli ombrelloni e le sdraio non è rimasto molto, mentre il famoso "Disco" (ristorante sulla spiaggia) è seriamente danneggiato e praticamente "nuota" in acqua. E questa costruzione solo 30 anni fa era distante cento metri dal mare.

Che il fenomeno di scomparsa della spiaggia sia drammaticamente rapido lo testimonia il fatto che poco fa la distanza che separava il ristorante "Disco" dal mare era di ben 25 metri.

"L’Ada sparisce quotidianamente sotto i nostri occhi e temiamo che possa finire come uno dei tanti isolotti senza nome che non esistono più", sostiene il noto biologo tedesco Martin Schneider-Jakobi. Questo ottimo conoscitore dell’ecosistema del fiume Bojana ritiene che entro la fine di questo secolo Ada non esisterà più.

"Spero che la spiaggia non scomparirà del tutto, almeno finché siamo vivi", afferma un grande amante di Ada, il celebre regista serbo Srđan Dragojević.

Tutto ciò avrà delle conseguenze notevoli sull’intero ecosistema di questa bellissima regione, dove vivono interi gruppi di uccelli minacciati di estinzione, pesci e altri animali, così come sull’industria turistica.

Gli esperti locali e stranieri hanno registrato in questa zona ben 143 specie e sottospecie di pesci. Come dice l’ecologista Dželal Hodžić: senza Ada, il Montenegro e in particolare la città di Ulcinj, sono turisticamente invalidi.

Ma da Podgorica non si vede il mare. Il governo montenegrino ha informato che a breve verrà indetto il tender internazionale per l’affitto di lungo periodo dell’isolotto Ada.

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