Tetovo, dove le lingue aprono porte
Tetovo, in Macedonia del nord, è una delle città più multietniche e multiculturali dei Balcani. Qui molti abitanti sanno parlare tutte le numerose lingue che si ascoltano in città: conoscenza che permette di aprire porte, amicizie e possibilità
La città di Tetovo in Macedonia del Nord è il contesto più multietnico del paese. Secondo l’ultimo censimento (2021), conta 84.770 abitanti, di cui 60.460 albanesi, 15.529 macedoni, 1.885 rom, 1.746 turchi, 256 serbi, 189 bosniaci e 11 valacchi.
Moltissimi cittadini parlano più lingue oltre alla propria per comunicare con vicini, concittadini e conoscenti delle altre comunità etniche. A Tetovo si parla macedone, albanese, romani, turco, serbo, croato e altre lingue meno rappresentate.
La comunità rom, la terza più numerosa dopo albanesi e macedoni, è la più multilingue, anche per la mancanza di possibilità di frequentare la scuola in lingua madre. A Tetovo, infatti, bambini e studenti rom frequentano le lezioni in macedone, albanese o turco.
Nezir Huseini, membro della comunità rom, parla le lingue di tutte le comunità etniche di Tetovo, per un totale di sette. Oltre al romani parla macedone, albanese, turco, serbo e croato, inglese e tedesco.
"Oltre al romani, uso l’albanese perché l’ho studiato alle elementari. Da sempre parlo macedone e turco e studiando in un’accademia militare a Belgrado, ai tempi dell’allora Jugoslavia, ho migliorato il mio serbo-croato. Nel mio lavoro ho imparato l’inglese e il tedesco, che parlo, leggo e scrivo correntemente", racconta Nezir.
Secondo Merita Mustafi, che lavora nel settore non governativo nell’Associazione Sonce per lo sviluppo democratico dei rom sul tema dell’istruzione, Tetovo è un esempio davvero unico in cui i rom riescono a padroneggiare quante più lingue possibili. Ad esempio in altre città della Macedonia orientale, dove non vivono albanesi, si usa solo il macedone, a volte il turco.
"A Tetovo, a parte il fatto che i rom devono frequentare le lezioni in una lingua diversa dalla propria, l’apprendimento delle lingue avviene nella vita di tutti i giorni e sul lavoro. A Tetovo viviamo nella diversità, non ci sono ghetti o quartieri con una sola nazionalità, così impari altre lingue parlando con i tuoi vicini. I rom sono sempre stati mercanti e artigiani e in questo modo, attraverso il loro lavoro, in costante comunicazione con altre persone, hanno imparato nuove lingue", spiega Merita.
La legge sull’istruzione nella Macedonia del Nord garantisce che la lingua romani possa essere insegnata a scuola sia come lingua madre che come materia facoltativa, ma il problema principale è la mancanza di personale docente. La comunità rom ha il livello di istruzione più basso del paese, quindi non ci sono insegnanti per le generazioni future. Secondo Merita, anche se la situazione è tutt’altro che perfetta, in media i rom nella Macedonia del Nord sono molto più istruiti che nel resto dei paesi balcanici.
"Ho molte esperienze di Erasmus in Serbia, Bulgaria, Romania, Germania e altri paesi. In quei paesi, l’inclusione dei rom nel processo educativo è molto più bassa rispetto alla Macedonia del Nord. Qui hanno il tasso più alto di istruzione secondaria e universitaria rispetto al resto dei Balcani. Penso che siamo un esempio di come implementare sia la strategia che i piani d’azione per l’inclusione dei rom", ritiene Merita.
In una città come Tetovo, anche i matrimoni misti consentono a parte della popolazione di imparare più lingue. Nadir Murseli ne è un esempio: suo padre parlava turco come lingua madre, sua madre bosniaco.
Lui ha imparato anche le altre lingue parlate a Tetovo, vista la grande cerchia di amici e vicini nell’ambiente misto della città. È così che ha imparato il macedone e l’albanese, che parla fluentemente insieme al serbo e al croato, mentre ha una certa padronanza del romani. Inoltre ha imparato l’inglese e il tedesco per esigenze professionali.
"Oggi conoscere molte lingue, quelle dei vicini e dei concittadini, è estremamente utile e aiuta a fare amicizia: ho semplicemente più possibilità di comunicare con un numero maggiore di persone. Credo che conoscere le lingue sia un vero vantaggio e credo mi apra più porte”, dice Nadir.
Dice che riesce in qualche modo a non confondere le lingue quando parla con le persone, e aggiunge scherzosamente che almeno questo non gli succede sui social. “Quando mia madre è morta, molte persone sono venute al funerale e per me è stata una piacevole sorpresa vedere amici di tante etnie diverse in un unico luogo: macedoni, serbi, albanesi, rom, turchi”, ricorda Nadir.
Toni Bogojevski, macedone, ha una storia interessante su come ha perfezionato la lingua dei suoi concittadini. Insegnava in una scuola professionale per il tessile, per la quale l’interesse è diminuito molto, quindi dal 2005 non ci sono più lezioni di macedone e aveva quasi perso il lavoro. Tuttavia, ha perfezionato il suo albanese così bene che ha continuato a insegnare materie professionali in questa lingua.
Inoltre, l’ottima conoscenza della lingua albanese gli ha aperto la possibilità di un nuovo lavoro come traduttore autorizzato in tribunale, di libri e altro ancora.
In questo contesto, probabilmente non è un caso che la South-East European University – una struttura pubblico-privata con una politica di apprendimento flessibile delle lingue, dove l’insegnamento si svolge in macedone, albanese e inglese – abbia attualmente sede a Tetovo.