Macedonia del Nord, l’eterna questione dell’emigrazione

Mentre le prospettive europee di Skopje rimangono bloccate, molti cittadini macedoni continuano a cercare condizioni di vita migliori all’estero, e il paese perde le sue forze migliori

29/06/2022, Aleksandar Samardjiev - Tetovo

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© Mile Atanasov/Shutterstock

Nonostante la popolazione ridotta, la Macedonia del Nord è affetta da una costante emigrazione. Il censimento del 2021 ha registrato una perdita di 200.000 abitanti e, nonostante il calo delle nascite, la migrazione è considerata la prima causa di questa situazione. Infatti il censimento del 2002 registrava 2.022.547 abitanti, passati a 1.836.713 nel 2021. Durante il censimento, la diaspora ha avuto l’opportunità di registrarsi online.

“Se non fossi il presidente, sarei emigrato anch’io”: questa frase, pronunciata dal presidente Stevo Pendarovski durante un forum per giovani leader in Serbia nel 2019, riflette bene la situazione. Il desiderio di emigrare in cerca di una vita migliore è forte, soprattutto tra i giovani fino a 28 anni che dovrebbero essere la futura forza trainante del Paese. In un sondaggio della Westminster Foundation for Democracy del 2021, il 58% dei giovani macedoni ha dichiarato che avrebbe lasciato il Paese, ma solo il 6% di loro ha dichiarato che sarebbe poi tornato in Macedonia del Nord.

L’emigrazione è considerata una "questione eterna" in Macedonia del Nord. In passato, quando i macedoni lottavano per uno stato indipendente ed erano governati da altre nazioni, le persone, soprattutto gli uomini, andavano spesso a lavorare all’estero per portare a casa il denaro tanto necessario. Questo tema ha dato origine a molte opere letterarie.

L’opera teatrale più famosa del drammaturgo macedone Anton Panov "Migrants" (Печалбари), scritta nel 1936, racconta il modo di vivere e le lotte sociali del tempo, lo scontro tra ricchi e poveri. Il tema principale è l’amore di due giovani, a causa del quale il ragazzo è costretto ad andare a lavorare in un altro paese per guadagnare più soldi. L’opera intreccia diversi motivi: denaro, amore, tradizione, lavoro e, ovviamente, emigrazione.

Due anni dopo, nel 1938, la commedia "Il denaro è morte" (Парите се отепувачка) di Risto Krle offre un ritratto intimo della società macedone, ricordando al pubblico che il denaro può essere maledetto e distruggere intere famiglie: in questo caso, un lavoratore migrante torna a casa, ma non viene riconosciuto dalla sua stessa famiglia e alla fine muore in un incidente.

La Macedonia del Nord non dispone di proprie statistiche sui flussi migratori negli ultimi decenni. I dati delle Nazioni Unite mostrano che alla fine del 2019 il numero di migranti era di circa 650.000, ovvero quasi un terzo della popolazione.

“I giovani della regione hanno il diritto di cercare lavoro in tutto il mondo se i politici non forniscono una prospettiva adeguata. Loro hanno una sola vita, noi tutti abbiamo una sola vita e nessuno è così pazzo da buttarla via mentre i negoziati con l’Ue durano anni e lo stipendio medio nel Paese è di 400 Euro. Per trattenere i giovani nella regione i Balcani occidentali devono iniziare ad utilizzare le proprie risorse", è stato il messaggio di Pendarovski all’evento sopra citato.

Negli ultimi due decenni, i macedoni hanno usato la cittadinanza bulgara per facilitare l’emigrazione verso i paesi dell’Europa occidentale. Il pubblicista Marjan Risteski, nella sua analisi "L’interazione tra migrazione, capitale umano e mercato del lavoro nella Macedonia del Nord", cita i dati del Comitato bulgaro per la cittadinanza.

Si stima che tra il 2002 e il 2019 oltre 90.000 cittadini della Macedonia del Nord abbiano ricevuto un passaporto bulgaro. Questa cifra rappresenta quasi il 5% della popolazione della Macedonia del Nord e il 14% della popolazione migrante. Ciò non significa necessariamente che tutti i nuovi titolari di passaporti bulgari siano emigrati e non sappiamo se coloro che sono emigrati con passaporti bulgari siano stati registrati come bulgari nel paese di destinazione, cosa che potrebbe ridurre il numero di emigranti macedoni all’estero, dice l’analisi.

Per far fronte alle rigide leggi sull’immigrazione, attualmente i macedoni scelgono Malta, Croazia e Bulgaria: paesi con il mare, dove lavorano durante la stagione turistica con criteri più semplici per ottenere un permesso di lavoro. Altre destinazioni comuni includono gli Emirati Arabi Uniti, come Abu Dhabi, e ovunque i giovani possano lavorare per un periodo di tempo.

Al giorno d’oggi, la Macedonia del Nord ha così tanti emigranti che il loro ritorno in vacanza è considerato un’importante opportunità per l’economia locale. Molti vengono a ristrutturare vecchie case o appartamenti, o acquistare nuove proprietà con i soldi guadagnati all’estero. Si celebrano anche matrimoni, che secondo le tradizioni locali richiedono molti soldi.

Secondo un rapporto di Radio Free Europe, un sondaggio del 2016 ha mostrato che le rimesse vanno da 400 milioni a 1,5 miliardi di Euro, più di quanto lo stato stanzi per il welfare.

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