Macedonia del Nord: guerra in Ucraina e autoritarismo
Il mondo politico della Macedonia del Nord si è schierato compattamente contro l’invasione russa dell’Ucraina. Nella pancia del paese, però, non mancano voci di sostegno alla “leadership forte” di Putin, alimentate dal risentimento per le porte ripetutamente chiuse dall’UE
Dopo l’invasione dell’Ucraina, la Macedonia del Nord ha imposto sanzioni alla Russia e tanto il governo quanto l’opposizione hanno espresso sostegno all’Ucraina e ferma condanna per l’aggressione militare russa. Raramente governo e opposizione hanno le stesse opinioni in Parlamento, ma in questo caso hanno adottato congiuntamente una dichiarazione a sostegno dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina. Su 120 parlamentari, solo tre hanno votato contro e uno si è astenuto. La bozza di dichiarazione in otto punti invita le istituzioni competenti a lavorare a stretto contatto con la Nato e gli stati membri UE e a sostenere gli sforzi diplomatici per un’immediata e incondizionata cessazione delle ostilità.
Il presidente Stevo Pendarovski, eletto con il sostegno dei socialdemocratici attualmente al governo, ha espresso una ferma condanna delle azioni militari della Russia in Ucraina, sottolineando che porteranno a perdite irreparabili di vite umane e danni materiali. "L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è […] una grave violazione dei principi fondamentali del diritto internazionale, un colpo all’ordine democratico e una minaccia alla stabilità dell’Europa", ha affermato.
Il governo ha deciso come membro della Nato di donare equipaggiamento militare all’Ucraina, senza inviare truppe. Il ministro della Difesa, Slavjanka Petrovska, non ha fornito dettagli sull’equipaggiamento e sulle armi in questione. Ha spiegato che si tratta di dati riservati, ma ha assicurato che la donazione non ridurrà la capacità operative dell’esercito macedone.
L’élite intellettuale macedone ha reagito duramente alle affermazioni del presidente russo Vladimir Putin secondo cui l’Ucraina sarebbe una nazione inventata da Lenin: opinioni simili sono infatti espresse da alcuni politici bulgari, che sostengono che la Macedonia del Nord sia una nazione immaginaria "inventata" dal presidente jugoslavo Tito: ecco perché le parole di Putin risuonano oggi così profondamente nella Macedonia del Nord.
Tra i pochi sostenitori della Russia troviamo il partito Macedonia Unita, emerso come controparte della Russia Unita di Putin e considerato un sostenitore della politica russa nei confronti dei paesi dell’Europa occidentale, della Nato e dell’Ue. È un piccolo partito, ma il suo leader Janko Bacev è una figura abbastanza riconoscibile che riesce a fare notizia con le sue opinioni su questioni politiche e sociali. Secondo Bacev, l’occupazione russa dell’Ucraina è giustificata perché i russi sono stati messi nella posizione di non avere nulla da perdere se la Nato fosse arrivata al loro confine.
“Il conflitto militare tra questi due paesi mostra l’immaturità del presidente ucraino Zelensky, passato da comico televisivo a presidente dell’Ucraina […] Immaginate un presidente con un gruppo di consiglieri che non riesce a capire di essere stato falsamente costretto dalla Nato ad andare alla guerra con la Russia e che non ha capito che alla fine lo avrebbero manipolato", ha detto Bacev al settimanale locale Focus.
Qualche umore filo-russo tra i cittadini si può vedere sui social network, soprattutto su Facebook. Tuttavia è in corso un acceso dibattito, con persone che reagiscono ai sostenitori della Russia e sottolineano che l’aggressione non ha giustificazione. Nella comunità etnica macedone molti hanno opinioni filo-russe, mentre gli albanesi generalmente hanno un’opinione completamente negativa delle azioni intraprese dalla Russia.
Una settimana dopo l’inizio delle ostilità, l’ufficio macedone del Balkan Investigative Network (BIRN) ha condotto un’indagine sulle interazioni su Facebook (Mi piace, altre reazioni, commenti, condivisioni) sulle notizie popolari in circa 40 media macedoni. Lo studio ha concluso che, in quei sette giorni, il maggiore sostegno è stato raccolto dal titolo "L’America è responsabile della crisi in Ucraina", da una dichiarazione del ministero degli Affari esteri nordcoreano. La notizia è stata pubblicata sulla pagina Facebook ufficiale di una televisione nazionale con una foto del leader supremo Kim Jong-un.
Cittadini filo-russi hanno anche attaccato il presidente Stevo Pendarovski a causa di un post intitolato "Sono preoccupato che i macedoni sostengano la Russia", tratto da una delle sue recenti interviste. Molti lettori hanno reagito dicendo che l’affermazione era ridicola. Oltre 1.500 utenti si sono uniti alla discussione, criticando Pendarovski per non essere uno statista come Putin, che secondo loro ha avuto il coraggio di difendere il suo paese. La maggior parte dei commenti è in linea con l’interpretazione russa degli eventi: una campagna antifascista o di "denazionalizzazione" verrebbe condotta contro il governo "fascista" in Ucraina "installato" dall’esterno.
Secondo Tito Petkovski, leader del Nuovo Partito socialdemocratico, i macedoni elogiano Putin sui social perché cercano un leader forte che li protegga e si opponga alle ingiustizie dell’Occidente. “Solo per questo sostengono Putin. La nostra gente è alla ricerca di un leader, che li protegga e apra loro prospettive ed è per questo che stanno cercando una leadership autoritaria. Alla Macedonia del Nord le porte sono rimaste chiuse per 30 anni e non ha ancora il diritto di entrare nell’UE. Ecco perché le persone si rivolgono a qualcuno [come Putin] che si oppone ad un mondo del genere", ha detto Petkovski in un’intervista televisiva.
Tuttavia, in un’intervista per Deutsche Welle Andreja Stojkovski, direttore del Prespa Institute, ha affermato che “il sostegno alla Russia non è così reale, ma è creato da bot e fake news e rafforzato dal fallimento dell’allargamento dell’UE”.
Allo stesso tempo, l’Associazione degli ucraini nella Macedonia del Nord ha organizzato una marcia di protesta contro "la guerra e la crudeltà senza confini da parte della Russia nei confronti dell’Ucraina", sostenuta da molti macedoni. Dall’inizio della guerra, circa un migliaio di ucraini sono già arrivati in Macedonia come rifugiati.
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