Macedonia del Nord: O2 Inicijativa, attivismo e ambiente

Nata come gruppo civico informale, O2 Inicijativa è diventata una delle associazioni ecologiste più influenti della Macedonia del Nord. Ne abbiamo parlato con Ellie Peseva, giornalista e attivista ambientale

08/11/2022, Serena Epis -

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Smog invernale nella città di Veles, Macedonia del nord - © zorbital/Shutterstock

Ci può presentare il lavoro di O2 Inicijativa?

Abbiamo iniziato come organizzazione civica informale per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle questioni ambientali. All’inizio ci siamo concentrati sull’inquinamento atmosferico, ma presto ci siamo resi conto che per affrontare il degrado ambientale dovevamo lavorare anche sulla protezione del suolo, dell’acqua e della natura.

Abbiamo iniziato con l’inquinamento atmosferico perché tutti possiamo renderci conto di quello che respiriamo: quando si pulisce il balcone o il cortile, si vede come tutto sia annerito. Abbiamo consultato alcuni medici che ci hanno mostrato le statistiche che dimostrano come i problemi di salute, come il cancro o i problemi respiratori, siano peggiorati negli ultimi due anni. La notizia allarmante è che non solo i problemi di salute stanno aumentando, ma anche che sempre più giovani soffrono di questo tipo di malattie. È quindi evidente che l’inquinamento atmosferico ha un impatto negativo sulla qualità della vita delle persone che abitano qui.

O2 Inicijativa è un gruppo di attivisti piccolo ma molto attivo. Ognuno di noi contribuisce in modo diverso, a seconda del proprio background professionale e delle competenze che possiede: ad esempio, io sono una giornalista e mi occupo dei rapporti con i media, ma ci sono anche persone con un background in biologia, ecologia o informatica.

A un certo punto abbiamo deciso di diventare un’organizzazione ufficiale, perché pensavamo che questo ci avrebbe aiutato a guadagnare fiducia e a diventare un punto di riferimento per tutti i cittadini che volevano segnalare o denunciare illeciti ambientali. Siamo volontari e ci finanziamo le nostre attività da soli: non abbiamo mai ricevuto fondi da organizzazioni nazionali o internazionali.

Quali sono le principali fonti di inquinamento atmosferico nella Macedonia settentrionale?

Le industrie, che hanno sede soprattutto nelle città più grandi, sono le principali responsabili dell’inquinamento atmosferico. Esistono protocolli e standard che dovrebbero seguire per ridurre il loro impatto ambientale, ma nessuno li controlla davvero perché non ci sono abbastanza ispettori ambientali.

Le altre fonti principali sono il riscaldamento privato, da un lato – poiché un gran numero di persone che non possono permettersi l’elettricità bruciano legna o addirittura plastica – e il traffico, dall’altro. Il problema del traffico è legato al fatto che i governi precedenti hanno permesso l’importazione di veicoli vecchi, come le auto Euro 1, che non possono più circolare nella maggior parte dei paesi europei perché altamente inquinanti.

Chi è responsabile del monitoraggio della qualità dell’aria? I dati sono affidabili?

Le istituzioni statali sono responsabili della gestione delle stazioni di monitoraggio. Le informazioni raccolte attraverso le stazioni automatiche sono disponibili sul sito web del ministero dell’Ambiente.

Il problema è che non sono molte e la maggior parte è malfunzionante, quindi abbiamo solo dati frammentari.

Oltre al monitoraggio ufficiale, O2 Inicijativa collabora con l’iniziativa denominata Pulse.eco, che è un’applicazione in cui le persone possono caricare i dati raccolti attraverso i loro dispositivi individuali. Esistono altre applicazioni simili, come AirCare. Sono molto utili, perché possono essere combinate con i dati ufficiali per coprire l’intero territorio.

Naturalmente il monitoraggio è molto importante, ma è solo il primo passo. Grazie alle stazioni e ai dispositivi sappiamo con certezza che l’aria è molto inquinata, ma poi dobbiamo collaborare con le autorità per capire chi è responsabile e cosa si deve fare.

Lei ha parlato di come l’inquinamento atmosferico influisca sulla salute delle persone. Pensa che la scarsa qualità dell’aria possa essere un motivo per lasciare il paese?

Non ci sono dati ufficiali sulla correlazione tra migrazione e qualità dell’aria. Tuttavia, sempre più persone sono preoccupate per l’inquinamento atmosferico. In particolare i giovani genitori sono preoccupati per i loro figli e per la qualità della loro vita. L’inquinamento atmosferico è quindi una delle questioni che le persone iniziano a considerare, soprattutto se stanno pensando di avere figli.

Il problema è anche che vedono che le istituzioni non stanno facendo nulla per affrontare il problema e non vogliono perdere tempo ad aspettare che le istituzioni facciano il loro lavoro.

Qual è la vostra strategia per portare le istituzioni alle loro responsabilità?

Fin dai primi giorni sapevamo che per organizzare proteste e avanzare richieste ai governi dovevamo avere un quadro chiaro e completo della situazione sul campo. Abbiamo quindi iniziato ad analizzare le leggi e gli articoli riguardanti l’inquinamento atmosferico e ci siamo resi conto che, sebbene le norme fossero abbastanza chiare, la loro attuazione era debole e le istituzioni pubbliche non svolgevano il loro lavoro. Abbiamo quindi deciso che, oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica, avremmo anche lavorato sulle autorità pubbliche e fatto pressione affinché fossero più responsabili e trasparenti.

Nel periodo pre-elettorale, i partiti politici tendono a prestare maggiore attenzione alle questioni ambientali e a includerle nei loro programmi. Prima delle ultime elezioni, abbiamo capito che era il momento perfetto per far firmare loro un memorandum scritto con una serie di promesse. Questo memorandum è lo strumento che ora utilizziamo per responsabilizzarli: se non rispettano quanto promesso, facciamo pressione e denunciamo la loro incapacità di agire.

Nel 2020, siamo stati anche i promotori del gruppo interpartitico che riunisce una quarantina di parlamentari con l’obiettivo di lavorare insieme per sostenere la lotta contro l’inquinamento, il degrado ambientale e il cambiamento climatico. Lavoriamo con questo gruppo per proporre norme ambientali migliori o per modificare quelle esistenti in modo che siano veramente efficaci. Se vogliamo lavorare sulle norme, la collaborazione con i parlamentari è essenziale. Naturalmente non è sempre facile, e solo una parte delle nostre richieste ha avuto successo, ma lo considero comunque un risultato positivo.

Un problema importante su cui ci concentreremo nei prossimi mesi è il bilancio. Una delle scuse più frequenti che i politici adducono per giustificare la loro inazione è che non ci sono abbastanza soldi, ma questo non è vero, perché il governo raccoglie milioni di euro attraverso le eco-tasse. Il punto è che questi soldi vengono dirottati verso settori che non hanno nulla a che fare con l’ambiente e l’inquinamento. Per questo motivo abbiamo analizzato il bilancio nel dettaglio e ora faremo pressione sul governo affinché aumenti la quota destinata alla tutela dell’ambiente.

Quanto è impegnativo il lavoro con le autorità pubbliche?

Quando si lavora con le istituzioni tutto rallenta. A volte ho l’impressione che lo facciano apposta per farti desistere. Questa situazione è frustrante e alcuni dei nostri membri si stanno stancando perché sembra un lavoro senza fine.

Visto lo scarso impegno delle nostre istituzioni, alcuni dei nostri attivisti hanno deciso di partecipare alle ultime elezioni locali su liste indipendenti e alcuni di loro sono stati eletti in alcuni comuni. Due dei nostri membri sono riusciti a entrare nella municipalità di Skopje, per esempio. È una buona notizia per noi, perché renderà il lavoro di questi comuni più responsabile e trasparente.

 

"Cambiamenti climatici, rischio ambientale e mobilitazione sociale nei Balcani" è un progetto cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI). Il MAECI non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina del progetto

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