L’opposizione cambia volto
La sconfitta nelle ultime elezioni ha gettato l’opposizione macedone in una profonda crisi. Nel blocco albanese il DPA si divide, con la nascita di "Nuova Democrazia" di Imer Selmani, mentre i socialdemocratici, in cerca di leadership, puntano sul presidente Crvenkovski
Il netto risultato elettorale delle consultazioni dello scorso luglio, in Macedonia, ha riconfermato la solida maggioranza del VMRO (Organizzazione Interna Rivoluzionaria Macedone) sotto la guida del suo leader, il primo ministro Nikola Gruevski, infliggendo un duro colpo all’opposizione. A pochi mesi da quelle elezioni iniziano a vedersi le conseguenze della sconfitta. L’opposizione nel paese sembra attraversare una fase di seria ricostruzione.
Nella notte del 15 settembre si è svolto il convegno per la fondazione di un nuovo partito nel blocco albanese, creato da Imer Selmani, vice presidente dell’ex DPA ed ex ministro della Salute tra il 2006 e il 2008.
La creazione del nuovo partito, battezzato "Nuova Democrazia", segna la crisi più seria all’interno del DPA (Partito Democratico degli Albanesi) di Menduh Taci fin dai tempi del conflitto armato del 2001, e forse la crisi più seria dalla nascita di questa formazione politica.
A fine agosto Selmani ha annunciato la sua rottura con il DPA e la creazione di un nuovo partito. Tuttavia non pensava di fare tutto da solo. Nei giorni seguenti un consistente numero di sezioni locali del partito ha annunciato di volerlo seguire: Debar, Mala Recica, Bogovinje e diverse altre municipalità della capitale Skopje sono soltanto alcuni degli uffici di partito che lasciano il DPA per allearsi con Selmani. Anche se non si conosce il numero esatto delle sezioni che si stanno staccando dal DPA, alcuni media riportano che l’ 80% della membership di partito starebbe scegliendo Selmani.
Molti dei "fuggiaschi" del DPA hanno accusato la mancanza di democrazia interna al partito e la leadership autocratica. "L’assenza di democrazia all’interno del partito, il suo totale isolamento e il rifiuto del cambiamento" sono le ragioni che Bekim Fazlui, sindaco di Saraj, una municipalità di Skopje, ha evidenziato per motivare il suo abbandono.
"Negli anni ci sono state persone sagge nel DPA, ma sono sempre durate poco", ha affermato Abedin Ziberi, un membro che ha scelto il nuovo partito, "perché all’interno del DPA si temeva la competizione". Ziberi è grato ad Imer Selmani per aver dimostrato il coraggio di avviare il cambiamento. "Ci siamo uniti a lui perché condividiamo le stesse idee", ha aggiunto poi Ziberi.
La questione centrale è quanti membri del DPA Selmani riuscirà a convincere; i media parlano di cinque membri, anche se al momento sono tre, Selmani compreso, i parlamentari del DPA che sono passati a "Nuova Democrazia". Questo potrebbe permettere a Selmani di esercitare fin da subito influenza all’interno del Parlamento e, probabilmente, di far parte del governo. Non è un segreto che Selmani fosse uno degli alleati preferiti dal primo ministro Gruevski durante il suo incarico come ministro della Salute.
L’ipotesi è che se il nuovo partito di Selmani potesse assicurare alcuni seggi in parlamento, rilevando deputati del DPA, Gruevski potrebbe immediatamente invitarlo ad unirsi al governo.
Alcuni media hanno anche supposto che l’intera manovra sia stata incoraggiata o sponsorizzata dal primo ministro. Gruevski ha negato le accuse e Selmani ha dichiarato che l’entrata immediata nel governo non è una priorità.
In un modo o nell’altro, il blocco politico albanese sta assistendo alla creazione di un nuovo partito, che emerge dallo sconfitto DPA. Selmani si è dimostrato un politico educato e simpatico – per alcuni una vera rarità nei Balcani – con un comportamento moderato e compito durante il suo ministero, che sembra aver diretto bene. Ora dovrà mettersi alla prova in qualità di leader. Il tempo mostrerà in che modo la comparsa del un nuovo partito colpirà il DPA.
Contemporaneamente grandi cambiamenti sono stati intrapresi dal principale partito dell’opposizione nel blocco macedone, il partito socialdemocratico (SDSM).
La terribile sconfitta alle elezioni di luglio ha portato i socialdemocratici al risultato probabilmente più basso nella loro storia.
Ciò nonostante, la turbolenza interna alla formazione politica ha radici profonde. L’ex primo ministro Branko Crvenkovski, capogruppo dell’SDSM, si dimise da primo ministro e lasciò la guida del partito per diventare presidente nel 2004, in seguito alla tragica morte in un incidente aereo del presidente Boris Trajkovski.
Questo è stato l’anno che probabilmente ha innescato i cambiamenti all’interno dell’SDSM. Crvenkovski ha selezionato con cura un successore alla carica di primo ministro al di fuori dell’SDSM, trovandolo in Hari Kostov, direttore della più grande banca nel paese, la "Komercijalna", che però lasciò dopo soli pochi mesi. A questo punto Vlado Buckovski venne scelto come leader di partito e prese la guida del governo.
Nel frattempo, amareggiato per essere stato sorpassato nella corsa alla presidenza del paese, il veterano dell’SDSM Tito Petkovski ha lasciato e ha preso alcuni membri con sé per formare i "Nuovi Socialdemocratici".
Dopo un breve periodo come primo ministro, Buckovski entrò in contrasto con lo stesso mentore, il presidente Crvenkovski; nel 2006 perse le elezioni nazionali e pochi mesi dopo la sconfitta dovette dimettersi. Lo scontro con Crvenkovski lo portò alla quasi completa marginalizzazione all’interno del partito socialdemocratico.
Radmila Sekerinska fu scelta nuovo leader di partito nel 2006, ma purtroppo dovette dimettersi pure lei quest’anno dopo la sconfitta di luglio.
In seguito alle ultime elezioni l’SDSM è risultato più debole che mai e senza un serio sfidante per la leadership di partito. Oltre ad essere oscurato dal bagliore del primo ministro Gruevski, l’SDSM è stato indebolito dalle sue stesse dinamiche interne degli scorsi anni. I frequenti cambi di leadership non sono mai stati molto positivi per la stabilità di qualsiasi partito.
In ogni caso sembra che la catarsi dell’SDSM sarà completata con il ritorno del suo ex leader, Crvenkovski. Alcuni mesi fa il presidente ha annunciato di non voler correre per un secondo mandato, e ha espresso l’intenzione di voler ritornare al suo partito d’origine.
Ciò ha provocato qualche rinnovato spasimo intestino, ma la decisione è stata finalmente approvata alla fine di agosto dalla direzione del partito. Crvenkovski tornerà alla guida dei socialdemocratici a maggio 2009, quando terminerà il suo mandato come presidente. Fino ad allora l’SDSM avrà un leader ad interim, il sindaco di Strumica, Zoran Zaev. Figura centrale in un recente scontro tra il governo e l’opposizione, che ha fatto sì che l’SDSM lasciasse brevemente il parlamento, Zaev terrà l’incarico di Crvenkovski fino al suo ritorno.
Cosa significa tutto questo per la Macedonia? Le recenti iniziative nel blocco albanese nel complesso sono state percepite come una buona notizia. Specialmente dopo il comportamento vergognoso del DPA alle elezioni di luglio, quando il partito è stato indicato come il principale colpevole delle brutali violenze in campagna elettorale che hanno seriamente compromesso la posizione del paese a livello internazionale.
I socialdemocratici, invece, hanno compiuto una virata a 360 gradi, per tornare al punto di partenza. Difficile chiamarlo un nuovo inizio. Comunque è vero che in questo periodo il partito non ha un’alternativa a Crvenkovski per una forte leadership. I socialdemocratici hanno bisogno di tornare sui loro passi, ma sembra che ci voglia ancora del tempo prima che questo possa succedere.