Governo locale per Mitrovica nord

Per la prima volta dopo 12 anni a Mitrovica nord si insedia una amministrazione locale. Preoccupazione sul versante albanese per l’annunciato parlamento parallelo serbo. L’UNMIK ribadisce la contrarietà a istituzioni parallele

10/06/2008, Tatjana Lazarević - Mitrovica

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Mitrovica - L'edificio del ministero per il Kosovo (foto. T. Lazarevic)

In seguito ad elezioni amministrative dello scorso 11 maggio, tenute per la prima volta dopo 12 anni, il 6 giugno una coalizione formata dal Partito Radicale Serbo (SRS) e dal Partito Democratico della Serbia (DSS) si è ufficialmente insediata come nuova amministrazione locale a Mitrovica nord.

Come presidente della municipalità è stato nominato Nenad Topličević (SRS), personaggio fin’ora poco noto al pubblico, la carica di vice è stata invece riservata ad un rappresentante del DSS. Il presidente del consiglio municipale sarà un esponente del DSS, mentre il suo vice sarà del Partito radicale.

Nel corso della seduta costituente del consiglio comunale di Mitrovica, sono stati verificati i mandati dei 30 consiglieri comunali, tra i quali 6 membri del Partito Democratico (DS) nonché 2 consiglieri del "Movimento per Mitrovica", fondato recentemente.

Anche se la netta vittoria del partito radicale era più che prevedibile nei comuni del Kosovo settentrionale, l’affermazione del SRS anche nelle amministrative può essere interpretata come un "cambio della guardia" sulla scena politica locale, dopo il pluriennale dominio esercitato de facto dal partito dell’uscente primo ministro serbo Vojislav Koštunica.

A partire dal 1999, i radicali sono stati assai più discreti nel loro impegno politico rispetto ai leader della sezione provinciale del DSS e della Consiglio Nazionale Serbo del Kosovo settentrionale (SNV), un’organizzazione molto vicina al partito del premier. Inoltre, la retorica dei vertici del DSS e del SNV, assomiglia fortemente, dal punto di vista del programma politico, a quella dei radicali.

Durante le elezioni presidenziali di quest’anno, i leader del SNV, Milan Ivanović e Marko Jakšić, quest’ultimo anche un alto funzionario del DSS, hanno invitato ripetutamente i serbi del Kosovo a votare per Tomislav Nikolić, candidato presidente del partito radicale.

La coalizione al governo di cosiddetti "popolari" (narodnjaci) e radicali nella città sull’Ibar avrà una solida maggioranza, potendo contare su 22 dei 30 consiglieri che costituiscono il consiglio comunale. Si suppone che anche i due consiglieri del Movimento per Mitrovica saranno vicini a questo schieramento. Questa impressione è stata rafforzata nel corso dell’assegnazione di cariche ad alcuni esponenti del potere locale (fatta senza la presenza dei consiglieri del DS).

All’ordine del giorno della prima riunione ufficiale del consiglio, avvenuta subito dopo la seduta costituente, c’era la nomina della giunta, composta da 5 membri, ma anche la selezione di due deputati all’"Assemblea Provvisoria del Kosovo e Metohija", la cui fondazione è prevista per il 15 giugno. Il posto di terzo delegato è riservato a un rappresentate del DS, partito che si è astenuto dal partecipare all’assemblea. Infatti, benché i 6 deputati del DS abbiano verificato i loro mandati nel corso della seduta costituzionale, questi, appena prima dell’inizio della riunione hanno lasciato la sala.

I democratici hanno posto le numerose obiezioni sulla procedura, come per esempio sui criteri controversi per la selezione di partecipanti dell’assemblea, oppure sulla mancata visibilità delle biografie dei candidati, in particolare quella del segretario comunale, che non soddisfaceva nemmeno le norme della legge per svolgere quella funzione. I deputati del DS hanno criticato inoltre il fatto che l’assemblea si svolgerebbe in assenza di norme interne nonché di uno statuto, e quindi, secondo il regolamento attuale, non consentirebbe la nomina del presidente della municipalità, né del suo vicepresidente.

Dragiša Djoković, fiduciario del DS, per niente contento della prima assemblea, tenuta in gran fretta, né del suo ordine del giorno, l’ha definita "cosacca" e "banditesca". In una sua dichiarazione per una radio locale, Djoković ha detto che "il DS non vuole servire da arredamento" e che non gli è chiaro perché la coalizione al governo fosse così impaziente di presentare le proprie proposte, potendo contare su una maggioranza assoluta con 24 consiglieri.

Nel frattempo, i media albanesi hanno annunciato sulle prime pagine dei giornali la formazione del consiglio comunale serbo di Mitrovica nord e la loro intenzione di formare un parlamento parallelo. Il quotidiano albanese "Express" ha titolato "Cementate le strutture parallele", mentre i rappresentanti dell’UNMIK hanno ribadito che gli unici rappresentanti serbi legittimi sono quelli nominati dall’UNMIK stesso, e che "qualsiasi formazione di strutture parallele nel Kosovo è contraria alla risoluzione 1244". Tuttavia, Russell Geekie, portavoce della missione, in una sua dichiarazione per la KTV, tv pubblica kosovara, non è stato in grado di specificare se il capo dell’UNMIK Joachim Rücker procederebbe ad annullare un eventuale parlamento provinciale serbo. Ha ribadito, però, che il capo dell’UNMIK "è l’unica autorità in Kosovo".

Anche se nel corso dello scorso week-end l’agenzia stampa serba "Beta" ha riportato la notizia secondo cui entro fine giugno l’UNMIK procederà a nominare i consigli comunali delle municipalità a maggioranza serba, rimasti vacanti a causa del boicottaggio alle ultime elezioni kosovare, lunedì il quotidiano "Zeri" ha scritto che alla fine è stato deciso di prolungare il mandato agli attuali presidenti nelle municipalità in questione per altri sei mesi. Facendo riferimento a fonti diplomatiche "Zeri" parla anche di un incontro tenuto a Priština dallo stesso Rücker con i rappresentanti del "gruppo di contatto" e della Russia.

Nel corso dell’incontro Rücker avrebbe proposto due diverse strade per uscire dall’impasse. La prima prendeva in considerazione la possibilità di nominare come amministratori in quattro municipalità a maggioranza serba (con l’esclusione di Mitrovica) coloro che hanno raccolto la maggioranza dei voti durante le amministrative serbe tenute lo scorso 11 maggio. I rappresentanti di USA e degli altri paesi occidentali hanno però respinto la proposta, ricordando che l’UNMIK stesso ha dichiarato quelle consultazioni illegittime e non valide. Rücker avrebbe quindi deciso di prolungare di sei mesi il mandato agli attuali presidenti, provocando stavolta la furiosa protesta del rappresentante russo.

Eccetto alcune entità politiche di minore rilievo, i serbi del Kosovo non si sono presentati alle ultime elezioni, politiche e locali, tenute nel novembre del 2007.

Nell’aria aleggia una situazione di "déjà vu". Di tutti i rappresentanti nominati, più "anni di servizio" hanno i serbi di Mitrovica nord, dove da anni esistono e operano le istituzioni parallele sotto la direzione internazionale o della Repubblica di Serbia.

Malgrado ciò, Mitrovica nord è l’unica città del Kosovo dove non esiste un autogoverno locale dai tempi delle elezioni amministrative serbe del 1996. All’epoca, Slobodan Milošević aveva un forte sostegno dei serbi della regione, mentre gli albanesi boicottavano le elezioni. Nel frattempo, dopo i conflitti armati del 1999, è l’UNMIK a detenere l’autorità in Kosovo, mentre a partire del 2003-4 è iniziato il processo di trasferimento di potere verso le istituzioni del governo locale.

Dopo le elezioni amministrative del Kosovo nel 2002, durante le quali i serbi, per la prima e l’ultima volta, hanno partecipato numerosi, si sono create le istituzioni di autogoverno locale nei comuni a maggioranza serba, però non nella parte nord di Mitrovica. I serbi di Mitrovica, allora, boicottarono queste consultazioni, nonostante la grande campagna dell’allora capo dell’UNMIK Michael Steiner mirata proprio a Mitrovica nord.

Il suo piano in sette punti, pubblicato una decina di giorni prima delle elezioni, proponeva alla popolazione serba decentralizzazione e sviluppo economico, a condizione di recarsi alle urne, ed assicurava che non sarebbero stati tollerati trasferimenti violenti di albanesi dal sud al nord della città, ma richiedeva che fosse implementata un’amministrazione comune per unire la città. Tutto questo, però, non aveva motivato i serbi di Mitrovica a recarsi a votare. Nello stesso tempo anche Nebojša Čović, presidente del Centro per il Coordinamento del Kosovo e Metohija (ente governativo serbo allora incaricato di occuparsi del Kosovo), proponeva un piano alternativo, che l’UNMIK però non ha preso in considerazione.

Visto il vuoto politico ed amministrativo venutosi a creare nella parte settentrionale della città, si sono tenuti allora una serie di colloqui tra i rappresentanti serbi e l’UNMIK, che presto hanno portato ad un accordo. Belgrado ha emesso nell’ottobre dello stesso anno un documento sull’amministrazione di Mitrovica nord, secondo il quale la città sarebbe stata governata dall’UNMIK fino a compimento delle condizioni necessarie per svolgere le elezioni amministrative.

Dopo un mese, con una sua deliberazione, Steiner diede inizio all’amministrazione locale ONU a Mitrovica nord. In pratica, questo voleva dire che l’amministrazione eletta al sud dell’Ibar non ha di fatto nessuna possibilità di ingerenza sulla parte nord, gestita da autorità internazionali. E’ stato nominato anche un consiglio, composto da sette membri, che non aveva però alcun potere esecutivo. Nel frattempo la Serbia ha sostenuto le istituzioni locali finanziandole e provvedendo sopporto logistico.

La notizia che la parte settentrionale della città ha nominato le proprie istituzioni di autogoverno locale, dopo 12 anni di attesa, è messa tuttavia in ombra dalle dichiarazioni, nonché dalle possibilità concrete, che i serbi decidano di costituire un loro proprio parlamento kosovaro il 15 giugno, che chiameranno "provvisorio" fino all’organizzazione di elezioni in tutto il Kosovo.

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