Donne e politica in Kosovo: amministrative, una svolta mancata
Negli ultimi anni il ruolo delle donne nella politica kosovara si è fatto più visibile e importante, come dimostrato dall’elezione a presidente di Vjosa Osmani. Le amministrative di domenica prossima, però, segnano un passo incerto sulla strada delle pari opportunità
Nell’aprile 2011, Atifete Jahjaga, già vice-direttrice della polizia, è diventata la prima donna presidente del Kosovo. La Jahjaga ha portato a termine il suo mandato conservando sempre un alto gradimento nell’opinione pubblica, e rompendo non pochi tabù, come quello di parlare apertamente delle violenze sessuali subite dalle donne durante la guerra in Kosovo.
Due anni dopo, nel 2013, Mimoza Kuari Lila, altra figura prominente al femminile, è stata eletta sindaca di Gjakova, importante municipalità nel sud-ovest del Kosovo. Infine Vjosa Osmani, l’attuale presidente del Kosovo, è stata eletta alla carica nell’aprile 2021, dopo che – alle elezioni anticipate di febbraio dello stesso anno – era risultata la personalità politica ad aver ricevuto il maggior numero di voti nella storia della giovane repubblica.
Questi sono alcuni esempi significativi di come il ruolo delle donne nella politica kosovara stia cambiando negli ultimi anni, nonostante gli squilibri di genere ancora visibili in molte aree della società.
Rispondendo alle domande di OBCT, l’ex presidente Jahjaga ha sottolineato gli importanti cambiamenti avvenuti durante gli ultimi processi elettorali nel 2019 e nel 2021, quando politici donne hanno conquistato un numero crescente di seggi nel parlamento di Pristina, sorpassando la “quota rosa” fissata al 30%.
“Mi piacerebbe vedere un aumento del peso delle donne nei processi decisionali e politici nel governo kosovaro, ma anche nelle varie agenzie dell’amministrazione pubblica e a livello locale”, ha dichiarato la Jahjaga.
Organizzazioni della società civile e altri gruppi di pressione hanno accolto con favore il numero record di 43 deputate (su 120 seggi totali) elette nel parlamento uscito dalle elezioni anticipate dello scorso febbraio. Inoltre, per la seconda volta sono state nominate cinque donne ministre, con ben due vice-premier.
Molte donne attive nelle professioni e in società accolgono positivamente i recenti sviluppi nella crescente inclusione al femminile nei circoli politici kosovari. Albulene Kastrati, lettrice universitaria di economia, ritiene che il ruolo delle donne in Kosovo si è trasformato, passando da quello più tradizionale ad una ricerca di maggiore attività nella vita sia politica che economica.
“La leadership di donne coraggiose ha aperto la strada ad altre donne”, ha dichiarato Kastrati ad OBCT, “facendo loro intravedere che un maggiore coinvolgimento non è solo possibile, ma essenziale per portare avanti un’evoluzione della vita pubblica nella nostra società”.
Ma, con le elezioni amministrative in Kosovo in arrivo domenica 17 ottobre, molte questioni restano aperte. I partiti kosovari si sforzano davvero di includere donne nella loro leadership, presentando candidati donne sia alla carica di sindaco che di consigliere comunale?
Nonostante alcuni chiari segni di progresso nelle precedenti tornate elettorali sia locali che nazionali, i dati a disposizione rispetto alle elezioni in arrivo mostrano che le donne devono percorrere ancora molta strada per porsi ad un livello di parità rispetto ai colleghi uomini, da generazioni dominatori della sfera economica, sociale e politica.
Secondo la Commissione elettorale centrale, il numero complessivo dei candidati a sindaco è 166: di questi, soltanto 14 sono donne. Una delle donne in lizza per diventare primo cittadino è Sibel Halimi, candidata della Lega democratica del Kosovo (LDK) alla municipalità di Ferizaj. Il leader dell’LDK, Lumir Abdixhiku, ha dichiarato che la sua candidatura è quella simbolicamente più importante.
“Sibel sarà un modello per molte ragazze che sognano – un giorno – di potersi dedicare a servire il proprio paese. Sarà la voce al femminile per la giustizia e l’equità”, ha scritto Abdixhiku in un suo post sulla piattaforma Facebook.
Fino ad oggi, come ricordato in precedenza, solo una donna è riuscita a diventare sindaco: Mimoza Kuzari Lila di “Alternativa”, formazione attualmente in coalizione col movimento Vetëvendosje (Autodeterminazione), che si candida ancora una volta alle elezioni locali a Gjakova.
A causa del basso grado di partecipazione femminile nella prossima tornata elettorale amministrativa, i partiti politici kosovari sono stati oggetto di severe critiche da parte di organizzazioni e attori della società civile. Ad esempio, subito dopo che i nominativi dei candidati sono stati resi pubblici, Ismet Kryeziu di Democracy in Action ha dichiarato che i movimenti politici in Kosovo non stanno promuovendo democrazia ed equità di genere.
Kryeziu ha evidenziato che, nel 75% delle municipalità kosovare non ci sarà alcun candidato sindaco donna. Inoltre ha sottolineato che i partiti hanno fallito nell’implementare il cosiddetto “modello zebra”, che prevede che un candidato su due sia donna. “I movimenti politici in queste elezioni si sono limitati a rispettare il criterio legale minimo, e cioè presentare almeno il 30% di candidature femminili”.
Di 5239 candidati ai consigli municipali, soltanto 1943 sono donne, cioè circa il 37%. Se guardiamo ai dati ufficiali in una recente pubblicazione sui trend elettorali in Kosovo pubblicata dalla Commissione elettorale centrale – si nota che il numero delle candidate donne alle assemblee municipali non è cambiato significativamente dalle prime elezioni locali, tenute nel 2000 subito dopo la fine del conflitto armato con le forze serbe. Nel 2000 il numero delle candidature femminili era 1322, mentre nelle elezioni di domenica prossima saranno 1943.
Per l’ex presidente Jahjaga, nelle società tradizionalmente patriarcali come quelle dei Balcani occidentali numerose barriere strutturali impediscono una maggiore partecipazione femminile alla vita politica. Sempre secondo Jahjaga, uno dei fattori principali che può accelerare o rallentare l’inclusione delle donne è proprio la cultura dei partiti stessi.
“Quando le pari opportunità vengono promosse e coltivate all’interno dei partiti politici come un valore democratico di base, per le donne diventa molto più facile fare passi avanti e contribuire ai processi decisionali”, ha dichiarato Jahjaga ad OBCT.
Valmir Elezi, portavoce della Commissione elettorale centrale e coautore della pubblicazione sui trend elettorali in Kosovo sottolinea un altro elemento importante: il dominio maschile nei processi elettorali.
“Se analizziamo i dati sulle liste elettorali delle votazioni avvenute tra il 2009 e il 2021, gli uomini rappresentano stabilmente il numero principale di elettori registrati. Anche l’affluenza nello stesso periodo vede una partecipazione più alta all’interno dell’elettorato maschile”.