Grecia: lo stato di salute del Mar Egeo
Nel Mar Egeo la Grecia deve affrontare molte sfide ambientali. Mentre si manifestano gli effetti del riscaldamento globale è tempo di politiche ambiziose. Ne sarà all’altezza l’attuale governo? Un’intervista a Giorgos Sylaios, professore di Ingegneria ambientale all’Università Democrito di Tracia
(Pubblicato originariamente da Le Courrier des Balkans il 24 novembre 2022)
Con il riscaldamento globale l’Egeo risente dell’aumento delle temperature? E se sì, quali sono gli impatti di tale fenomeno?
Nell’Egeo settentrionale e vicino al Mar Nero, la temperatura rimane piuttosto bassa, soprattutto a causa dei fiumi che vi sfociano. Nell’area levantina a sud di Creta e verso il Mar Libico, l’aumento della temperatura è molto più marcato e preoccupante. Questo porta a un aumento della salinità e la regione diventa quasi tropicale. Il problema che si pone è che compaiono specie esogene che si dirigono verso il Mar Egeo attraverso il Canale di Suez. Queste specie possono essere pesci, microrganismi o alghe. Sono alla ricerca di cibo. Il rischio è che si moltiplichino a scapito delle specie endogene che esistono nell’Egeo e che rischiano di scomparire. Per il momento, questo fenomeno è solo sporadico. Ma la caulerpa (caulerpa taxifolia), ad esempio, è un’alga invasiva ormai presente nel Mediterraneo che produce una tossina che può essere fatale se ingerita dalle orate.
Stiamo assistendo anche a un innalzamento del livello del mare in questa regione?
Ogni anno il Mar Egeo si alza di sei millimetri. Questo può causare gradualmente dei problemi, soprattutto nelle isole e nelle zone paludose che sono molto piatte. Questo fenomeno è ovviamente legato ai cambiamenti climatici e può minacciare siti archeologici come l’isola di Delo, oltre che abitazioni e aree turistiche. Dovremo prepararci seriamente a questo nei prossimi anni, spostare anche alcuni edifici se necessario…
Quale la qualità dell’acqua nell’Egeo? È molto inquinato?
Il nord del Mar Egeo, vicino al Mar Nero e alle foci di fiumi come il Danubio, è più inquinato della regione meridionale. Anche nelle aree industriali, dove c’è un’alta densità di navi come le petroliere, ci sono varie problematiche. Ad esempio il Golfo Saronico, vicino ad Atene, è un’area sensibile. Nel Golfo di Thermaikos, vicino a Salonicco, nella Grecia settentrionale, o nei pressi del fiume Evros, vicino alla Turchia, l’inquinamento è piuttosto elevato. In generale, le zone degli estuari, dove i fiumi trasportano rifiuti e impurità prima di sfociare in mare, sono le più inquinate. In mare aperto, invece, non ci sono grossi problemi. Un elemento che finora è preso poco in considerazione è l’inquinamento atmosferico. Quando piove, l’inquinamento finisce in mare e la qualità dell’acqua può essere compromessa…
La proliferazione della plastica è ancora un problema in Grecia, nonostante le misure adottate per limitarne l’uso soprattutto su alcune isole?
La questione non è stata affatto risolta nonostante le iniziative per limitarne l’uso. Le misure devono essere adottate su larga scala e non solo su alcune isole. Il turismo di massa ha un impatto negativo sull’ambiente e dobbiamo rendercene conto rapidamente per limitare l’uso della plastica in tutte le destinazioni turistici. Piccoli pezzi di plastica possono essere mangiati da pesci, delfini e tartarughe, uccidendoli.
Il governo greco ha investito molto nelle energie rinnovabili negli ultimi anni e ha fissato un nuovo ambizioso obiettivo per il 2030: le energie rinnovabili dovranno rappresentare l’80% della produzione di elettricità in Grecia. È sufficente?
Lo sviluppo delle energie rinnovabili dovrebbe essere la priorità di tutti i governi greci d’ora in poi. La crisi energetica che stiamo vivendo ha motivato l’attuale governo a dare una vera svolta. Ma ci sono altre strade da esplorare. Attualmente c’è interesse a sviluppare le energie rinnovabili offshore e a utilizzare l’energia delle onde. Esistono diverse tecnologie per recuperare questa energia. Le isole greche potrebbero utilizzare l’elettricità creata dalle onde. Alcune isole funzionano già quasi interamente con energie rinnovabili, come la piccola isola di Tilos, e questo esempio dovrebbe essere seguito da altre. Sviluppando le energie rinnovabili, la Grecia può anche sperare di esportare energia in Europa.
Ma il governo conservatore ha recentemente annunciato l’avvio di nuove esplorazioni di gas al largo di Creta. Non è preoccupante?
L’esplorazione del gas è destinata ad avere un impatto sulla fauna marina, in particolare sui delfini. I biologi marini devono essere in grado di monitorare i lavori e osservare i cetacei in modo che non vi siano effetti dannosi dell’attività umana. Diverse ONG avevano già messo in guardia sui rischi di tali ricerche nel Mar Egeo, ma il governo ha scelto di portare avanti il progetto, soprattutto a causa della crisi energetica legata alla guerra in Ucraina.