Grecia e guerra in Ucraina, tra solidarietà e paura

Dopo l’invasione voluta da Putin, la Grecia ha mostrato solidarietà sia all’Ucraina che ai numerosi rifugiati arrivati dal paese in guerra. Non mancano però preoccupazioni sulle possibili ricadute della rottura con la Russia, che con la Grecia vanta lunghe e solide relazioni

17/03/2022, Mary Drosopoulos - Salonicco

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Aiuti umanitari per i rifugiati ucraini - © Halfpoint/Shutterstock

Decine di scatole di cartone accatastate nell’atrio del municipio di Salonicco: il luogo è da poco diventato un alveare di attività umanitarie a sostegno dell’Ucraina. Il personale e i volontari, alcuni dei quali espatriati ucraini che vivono in Grecia, si muovono rapidamente, classificando le donazioni per articolo: pillole e bende sono separate da lattine di cibo, vestiti caldi e coperte. Tutto è stato offerto da individui, organizzazioni o sindacati in un atto collettivo di solidarietà verso le persone colpite dalla guerra. Nelle ultime settimane, 80 tonnellate di forniture di pronto soccorso sono state inviate solo da Salonicco a diverse città ucraine.

Oltre agli aiuti umanitari, la Grecia ha inviato forniture per la difesa. Inoltre, ha generosamente aperto i suoi confini agli ucraini in cerca di rifugio. Agli sfollati viene automaticamente concessa protezione temporanea per un anno dal Servizio Asilo del ministero della Migrazione e dell’Asilo, che dà loro il diritto di accedere al mercato del lavoro e all’assistenza sanitaria. Inoltre vi è la possibilità di alloggio in strutture aperte.

Secondo i dati forniti dalla polizia ellenica e comunicati tramite il ministero della Protezione civile, circa ottomila ucraini hanno attraversato il confine greco dall’inizio dell’invasione russa.

Un assistente sociale – impiegato in una grande organizzazione umanitaria che opera nel nord della Grecia – ha parlato con OBCT dell’esperienza con i rifugiati ucraini: “È la prima volta nella mia vita che vedo un tale contrasto tra i richiedenti asilo. Da un lato, stiamo accogliendo persone che hanno perso tutto. Non hanno nessun posto dove andare, non hanno denaro, non hanno opzioni. La maggior parte di loro sono donne con figli. Da quanto ho capito, gli uomini sono rimasti a combattere. D’altra parte, ci sono i più privilegiati. L’altro giorno è arrivata una coppia con i figli. Dai vestiti, dall’auto, si capiva che queste persone facevano una bella vita a casa. Sono venuti al campo perché alla frontiera era stato detto loro che questa era la procedura. Ci hanno ringraziato, ma non sono rimasti. Hanno solo chiesto dove fosse l’hotel più vicino”.

Olena è una delle donne sole che sono arrivate a Salonicco insieme alla sorella e alla nipote. Sono fuggite da Odessa non appena sono iniziati i bombardamenti. Dopo aver trascorso alcuni giorni in Moldavia, dove hanno alloggiato in appartamenti condivisi pagando una piccola quota, hanno deciso di recarsi in Grecia passando per la Romania.

“Avevamo un piccolo budget per le spese di base. Potrebbe sembrare ingenuo ora, ma quando ce ne siamo andate pensavamo che sarebbe stato solo per pochi giorni. Quando abbiamo iniziato a finire i soldi, abbiamo capito che dovevamo trovare una soluzione. Ho sentito che la Grecia stava rilasciando permessi di soggiorno agli ucraini, quindi ho colto l’occasione. Potrei anche trovare un lavoro. Nessuno può prevedere quanto durerà questa situazione. E questo fa paura”.

Al momento dell’intervista, Olena e la sua famiglia erano ospiti a casa di un’amica, ma stavano progettando di trasferirsi in un campo profughi in una città vicina. “Sono grata alla mia amica, ma non possiamo più restare qui. Dobbiamo trovare la nostra strada”.

Anche Natalia, che viene da Mariupol, conta sul supporto di amici del posto, almeno per i primi giorni. Ha attraversato il confine di Promachonas insieme ad altri parenti.

"Mi sento molto più sicura sul suolo UE", dice.

Dallo scoppio del conflitto, lo stato greco ha espresso apertamente solidarietà all’Ucraina. In un dibattito parlamentare sull’Ucraina, il primo ministro Kyriakos Mitsotakis ha dichiarato: "Siamo sempre stati dalla parte giusta della storia e faremo lo stesso ora".

La scelta della "parte giusta", tuttavia, non è così scontata come si potrebbe pensare, soprattutto considerando la lunga amicizia tra Grecia e Russia. I due paesi hanno legami storici, culturali e religiosi di lunga data. Nelle profezie greco-ortodosse, la Russia è raffigurata come "l’angelo biondo" che proteggerà la nazione greca dai nemici vicini e lontani. I legami creati da ortodossia, ideologia condivisa e "sangue puro" influenzano ancora una parte significativa dei cittadini greci, dentro e fuori la Grecia, che si risentirebbero di fronte alla scelta di favorire Kyiv rispetto a Mosca.

Quando il Parlamento europeo ha risposto ad un commosso invito del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy votando in modo schiacciante a favore della richiesta dell’Ucraina di aderire all’Unione europea, due dei 13 parlamentari che hanno votato contro erano greci. Si tratta di Ioannis Lagos e Lefteris Nikolaou Alavanos, rappresentanti rispettivamente dell’estrema destra e dell’estrema sinistra.

Lagos è tra i leader di Alba dorata, partito neonazista riconosciuto organizzazione criminale dalla giustizia ellenica. Alba dorata ha raggiunto il picco di popolarità durante la crisi economica greca nel 2012. Man mano che i suoi membri guadagnavano potere e influenza, la loro retorica odiosa e le pratiche violente contro immigrati e attivisti di sinistra hanno causato ampie polemiche. L’omicidio del musicista antifascista Pavlos Fyssas nel 2013 ha suscitato indignazione pubblica e dato origine ad un’indagine penale. A seguito di un processo durato cinque anni, 39 imputati sono stati condannati per il loro coinvolgimento nelle attività illegali dell’organizzazione. Lagos era uno di loro, ma è riuscito ad evitare l’arresto grazie all’immunità parlamentare.

Ci sono anche noti giornalisti, studiosi e artisti che non hanno seguito la strada della solidarietà. Inoltre, con l’impennata dei prezzi dei beni di prima necessità e dell’energia, molti imprenditori chiedono al governo greco di mostrare neutralità, mettendo in guardia contro l’impatto devastante di un’imminente crisi economica. Mentre la stagione turistica sta per iniziare, tour operator e imprenditori locali esprimono il loro pessimismo per un’estate senza russi.

"Rispetto ad altri cittadini, che cercano di risparmiare il più possibile durante le vacanze e portano persino cibo dai propri paesi, i turisti russi spendono ingenti somme di denaro", racconta a OBCT un agente immobiliare greco che gestisce un’attività vicino al Monte Athos, un luogo di alto simbolismo religioso.

In cifre, la Russia è un forte investitore in Grecia con mega-progetti nel settore del turismo, dell’energia, dei trasporti, dell’immobiliare e dello sport. Citando i dati della Banca centrale russa, l’Ufficio ellenico per gli affari economici e commerciali di Mosca aveva calcolato che, a fine 2020, gli investimenti diretti russi in Grecia avevano raggiunto i 664 milioni di euro. Nello stesso anno, il volume degli scambi bilaterali è stato stimato in 3 miliardi di euro.

Regioni come Salonicco e Halkidiki, fortemente colpite dalla recessione economica degli anni precedenti, hanno conosciuto una rinascita economica grazie agli investimenti di capitali russi. I russi benestanti sono stati i primi a beneficiare del regime del "visto d’oro", in base al quale la Grecia offriva ai cittadini non UE un permesso di soggiorno di cinque anni rinnovabile in cambio di un investimento di 250.000 euro (280.350 dollari).

Secondo i dati citati dal ministro delle Migrazioni Notis Mitarakis durante un intervento alla televisione di stato, dall’avvio del programma nel 2013 erano stati rilasciati quasi 2.500 permessi di soggiorno a cittadini russi. Ora, a seguito di una serie di sanzioni imposte alla Russia dagli stati membri dell’UE, la Grecia ha sospeso il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno “fino a nuovo avviso”. Il 28 febbraio il ministero delle Migrazioni ha annunciato che “non saranno accettate nuove richieste e non saranno prese in considerazione domande per la categoria ‘dirigenti d’impresa’ per cittadini della Federazione Russa”.

Tutti i nostri approfondimenti nel dossier "Ucraina: la guerra in Europa"

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