Un villaggio azero in Georgia

I nostri corrispondenti da Baku e Yerevan, Arzu Geybullayeva e Onnik Krikorian, sono stati a Karajala, in un villaggio etnicamente azero nella Georgia orientale. Un fotoreportage

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Una calda accoglienza

Erano più o meno le due del pomeriggio quando Onnik Krikorian, giornalista e blogger di Yerevan, ed io abbiamo lasciato l’albergo per recarci a sud di Telavi (Georgia) nel piccolo villaggio di Karajala. Abbiamo scelto questa particolare meta perché si tratta di uno dei numerosi paesini a popolazione azera che si trovano in Georgia. Ci aspettavamo di fare qualche foto e scambiare qualche parola con i residenti locali; non avremmo mai immaginato di essere così fortunati da trovarci nel bel mezzo dei preparativi per un matrimonio dopo mezz’ora di visita. Due perfetti estranei, siamo stati accolti calorosamente e invitati al matrimonio, che avrebbe avuto luogo la sera.

Karajala

Karajala è a soli quindici minuti da Telavi, una piccola cittadina (21.800 abitanti), ed è facile da raggiungere. L’attuale popolazione è stimata fra gli otto e i diecimila abitanti, in maggioranza di etnia azera (sebbene dotati quasi tutti di passaporto georgiano) e qualche famiglia georgiana. La maggior parte delle famiglie azere abita qui da più generazioni. Il legame con l’Azerbaijan – e anche con la Turchia – è comunque molto forte, senza parlare del fattore religioso. "Siamo sempre musulmani", ha detto una delle donne del posto che abbiamo avvicinato per strada.

Rasim (Onnik Krikorian)

Anche tradizioni e lingua si sono conservate. "Non consentiremmo mai alle nostre ragazze di sposare un georgiano o viceversa", ha spiegato un’altra abitante del villaggio, facendo riferimento sempre alla religione. L’età del matrimonio è abbastanza precoce sia per le ragazze sia per i ragazzi: fra i quindici e i venti anni. Mi ricorda altri villaggi azeri visitati in precedenza. Ma non tutti sono d’accordo. La quindicenne sorella della sposa ha dichiarato che non vuole sposarsi così presto, e non è la sola a pensarla così. Rasim, il nipote del capo villaggio, sedici anni, vuole proseguire la sua formazione a Tbilisi, e studiare per diventare medico.

Tutti parlano azero e georgiano. In effetti a volte ho fatto un po’ di fatica a capire, nonostante io stessa sia azera. Gli azeri di Karajala parlano prevalentemente un dialetto locale con influssi georgiani, ma tutto sommato, comunicare è stato semplice. Per le generazioni più giovani georgiano e azero sono molto più intercambiabili rispetto alle generazioni più anziane.

La maggior parte degli abitanti del villaggio si arrabatta con il commercio. Secondo Ilyas, l’ex direttore della scuola, "Karajala è il villaggio con le tasse più elevate, perché la gente qui commercia sul serio e abbiamo un reddito più alto rispetto agli altri ventiquattro villaggi di Telavi". La sua unica lamentela riguarda le strade. In effetti, guidando fino al villaggio, abbiamo potuto constatare che non solo le strade che conducono al villaggio, ma anche quelle interne sono dissestate. Anche l’acqua pare essere un altro problema fra le infrastrutture. Non sempre c’è acqua corrente, se si eccettuano le fontane sulle strade principali.

Agali Sardarov (Onnik Krikorian)

C’è poi chi non se la passa bene. Agali Sardarov, un uomo di sessantanove anni, ha voluto farci vedere la casa dove vive con sua moglie. Una casa a un piano, semidiroccata. All’interno Agali ci ha indicato il pavimento sconnesso con i buchi che sua moglie copre con le coperte. Il luogo era umido, l’atmosfera pesante. "Due mesi fa una donna, piuttosto giovane, è venuta da me, ha dato un’occhiata in giro e preso qualche appunto, dopodiché non ho più ricevuto il magro sussidio di 54 lari circa 20 euro che prima riscuotevo", ci ha raccontato Agali, con le lacrime agli occhi. Ce ne siamo andati da casa sua con un misto di emozioni: disperazione, tristezza e disagio. Ci hanno consolato e dato speranza le parole dell’ex direttore della scuola: "siamo uniti e ci aiutiamo a vicenda, qualunque cosa accada."

I preparativi

La tradizione azera prevede due momenti separati per le nozze: prima la festa della sposa, e poi quella dello sposo. La festa della ragazza di solito è più modesta, con meno invitati, soprattutto amici intimi e la famiglia. Solo successivamente hanno luogo le nozze del ragazzo: è qui che la sposa si veste di bianco, e questa volta gli ospiti sono molto più numerosi. Oggi, tuttavia, le parti preferiscono avere un’unica cerimonia, raramente si celebrano entrambi i momenti.

A Karajala, invece, sembra vigere l’antica tradizione. Noi siamo stati invitati alla festa di nozze della sposa. C’erano già trecento invitati quando siamo tornati a Karajala per i festeggiamenti. Ci hanno dato un caldo benvenuto e invitato immediatamente a metterci a tavola per unirci alla festa. E anche se ha piovuto tutto il giorno e c’erano pozzanghere ovunque, la gente ballava e si godeva i festeggiamenti. "Davvero un peccato che abbia piovuto, sarebbe stato tutta un’altra cosa", ha commentato un parente della sposa.

Impressioni

Al ritorno in hotel, ero molto contenta. Non solo la visita era andata ben oltre le mie aspettative, ma avevo anche fatto scorta di aneddoti da raccontare. Del resto, non capita certo tutti i giorni di avere un’esperienza così vivace e sentirsi parte di una comunità, anche se solo temporaneamente.

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