Teheran apre le porte, la Ue no
Firmato a Bruxelles un nuovo accordo che semplifica le procedure burocratiche per i cittadini georgiani diretti nei Paesi Ue. Intanto l’Iran ha addirittura abolito i visti per chi arriva da Tbilisi, tra preoccupazioni e rassicurazioni
Uno dei problemi più discussi nella politica georgiana sin dal giorno dell’indipendenza è la questione dell’integrazione con la comunità euroatlantica. È una questione che presenta molte difficoltà, a partire dai limiti ai visti per i cittadini georgiani diretti verso l’Unione Europea e l’America settentrionale.
Il 17 giugno scorso è stato sottoscritto un accordo sulla semplificazione del regime dei visti per i Paesi Ue che però lascia molte questioni aperte e suscita qualche perplessità.
L’accordo firmato a Bruxelles coinvolge 22 categorie di cittadini, inclusi studenti, attori, giornalisti, ecc. Nel complesso, sembra però che la situazione di chiusura delle frontiere cambierà di poco.
Passato e presente
Come la maggior parte dei Paesi nati con il crollo dell’URSS, attualmente la Georgia è un Paese con più emigrazione che immigrazione. All’inizio degli anni Novanta, Mosca era il punto di riferimento principale e la maggior parte dei migranti andava in Russia. Inoltre, all’epoca pochi parlavano inglese mentre tutti parlavano russo e tanti georgiani avevano contatti diretti proprio in Russia. Con il tempo la situazione è cambiata e dalla fine degli anni Novanta l’emigrazione verso il potente vicino si è interrotta quasi del tutto. I georgiani hanno iniziato a scoprire l’Occidente.
Secondo il censimento del 1987 in Georgia vivevano 5,6 milioni di persone, mentre secondo i dati del 2002 la popolazione era dimuita a circa 4,4 milioni, con la differenza di oltre un milione di abitanti. Dal 2002 non si sono più condotti censimenti, ma considerando che alle elezioni tenutesi a maggio di quest’anno erano iscritte alle liste elettorali circa 3,5 milioni di persone, sembra che non vi siano stati cambiamenti radicali dal punto di vista demografico.
Secondo i dati ufficiali, in Russia vivono circa 200 mila georgiani, oltre 20 mila sono nei Paesi dell’Europa Occidentale e negli Stati Uniti, oltre 34 mila in Ucraina e circa 20 mila in Azerbaijan. Queste cifre sono comunque indicative, perché non includono gli immigrati illegali e probabilmente le cifre sono sottostimate.
Nessuno però dubita del fatto che, se i confini fossero aperti, ci sarebbe molta più emigrazione, contenuta in buona parte proprio dalle severe condizioni imposte per ottenere visti in UE e USA. La riluttanza degli europei e degli americani ad una maggiore apertura è giustificata dal fatto che una parte dei georgiani emigrati in Occidente non si è certo distinta per la buona condotta. Tra chi emigra, ci sono naturalmente persone molto qualificate che si integrano rapidamente nei nuovi Paesi di residenza e altre che sono disposte a fare lavori di qualsiasi tipo, come forza lavoro poco retribuita o per badare agli anziani.
Ma si sono registrati anche molti episodi di georgiani coinvolti in azioni illegali: dai furti in abitazione ai borsegi, fino al crimine internazionale organizzato.
In Europa questo fenomeno è particolarmente evidente in Austria o Spagna, dove il legame tra la criminalità organizzata georgiana e la “mafia russa” è particolarmente evidente. In realtà, la “mafia georgiana” è sostanzialmente parte della cosiddetta “mafia russa” e molti dei georgiani coinvolti, prima di emigrare in Europa, operavano a Mosca ed hanno passaporto russo. Da questo punto di vista è indicativa l’operazione anti-criminalità organizzata dalle autorità spagnole lo scorso marzo e riportata dai media internazionali secondo cui sarebbero stati arrestati 69 membri della mafia georgiana in vari Paesi UE.
La Russia
Fino a poco tempo fa la necessità di ottenere un visto per entrare in Russia era una questione molto importante per la Georgia, perché buona parte della comunità degli affari georgiana era legata a questo Paese e anche i legami culturali erano molto forti.
Ora è un tema di cui quasi non si parla più. In parte avviene perché la maggior parte di chi viaggia tra Russia e Georgia è etnicamente georgiano ma con cittadinanza russa [la Georgia non consente ai propri cittadini di avere doppia cittadinanza, ndr]. Per loro dunque i visti non rappresentano affatto un problema, perché un cittadino russo può ottenere un visto per la Georgia direttamente in aeroporto.
È invece diminuito il numero di chi dal Paese sud-caucasico si reca in Russia. Non a caso, la maggior parte dei georgiani sotto i trent’anni che è stata all’estero ha visitato Paesi europei o nord-americani, ma non è mai stata in Russia, o quantomeno non in età adulta.
Siccome Mosca ha chiuso la propria rappresentanza diplomatica a Tbilisi in seguito al conflitto in Ossezia del Sud dell’agosto 2008, i georgiani possono ottenere un visto per la Russia all’apposito ufficio stabilito presso il consolato svizzero. La procedura è piuttosto lunga e burocratizzata, ma comunque non impossibile. Quantomeno, non si notano limitazioni o complicazioni artificiose.
Quando i visti non servono
Attualmente i cittadini georgiani non hanno bisogno di visto per recarsi in tutti i Paesi della Comunità Stati Indipendenti (ad eccezione della Russia), in Turchia, in Iran e in Egitto.
Dal punto di vista economico, il vantaggio maggiore viene dalla possibilità di viaggiare senza visto in Turchia, considerato uno dei principali partner economici della Georgia, nonché il mercato confinante più sviluppato. Molti georgiani vanno in Turchia per lavoro, per acquistare merci a basso costo oppure in vacanza. In Turchia, non si sono registrati particolari problemi di criminalità riguardanti l’immigrazione georgiana.
L’accordo stipulato a maggio secondo il quale cittadini georgiani posso visitare l’Iran senza visto e viceversa, ha sollevato non poche preoccupazioni tra la gente. In molti infatti temevano che questo passo potesse rovinare le relazioni con gli Stati Uniti, ma le autorità georgiane hanno subito dichiarato che gli USA non si oppongono allo stabilimento di relazioni di vicinato amichevoli della Georgia con nessun Paese, incluso l’Iran.
D’altra parte, contatti di questo tipo non sembrano porre alcun problema, anche perché la Georgia non è in possesso di tecnologie nucleari utili all’Iran.
Anche dopo i recenti accordi firmati a Bruxelles, resta invece del tutto aperta la questione riguardo a quando i cittadini georgiani potranno recarsi in UE semplicemente con il loro passaporto in mano.