Invito alla letteratura – II

Nunu Geladze Fusco è una delle maggiori interpreti della letteratura italiana in Georgia e di quella georgiana nel nostro Paese. Il fascino della traduzione, la ricchezza dei legami italo-georgiani. Seconda parte

05/08/2008, Maura Morandi - Tbilisi

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La Trinità di Gergeti, una delle chiese più famose di Georgia. Sullo sfondo il monte Kazbek (5047 metri)

Nunu Geladze Fusco è una giornalista e traduttrice georgiana. Da anni vive a Borgomanero (Novara). Nel 2006 le è stato conferito il Premio Internazionale "Donna dell’anno" dal Centro Culturale Universum di Massagno (Svizzera) "per aver onorato la cultura italiana nel mondo e per il suo lodevole e instancabile impegno nel campo didattico e sociale, atto a tenere sempre vivo il rapporto di amicizia e di fratellanza fra le genti"

Oltre a essere traduttrice, lei è una poetessa. Quali opere ha scritto? Quali sono i temi che predilige trattare nei suoi lavori?

Se facciamo la perifrasi di un poeta russo che disse dei poeti georgiani che "ogni georgiano è poeta, ma ogni poeta georgiano è doppiamente poeta", allora anch’io sono una piccola rimatrice, ma non mi sono mai considerata poetessa: in un Paese di grandi poeti non lo farei mai.

La letteratura georgiana ha un’antichissima tradizione. A quando si fanno risalire le sue radici? Quali sono le prime opere?

A che epoca possiamo far appartenere le fiabe, ossia la mitologia georgiana piena di saggezza cosmica e mistica, la poesia immensa che si considera un fenomeno imparagonabile creata dagli antichissimi Tobel, Mosok che sono nominati nell’Antico Testamento (Genesi 10,2)?

Quali radici profonde avrebbe la letteratura georgiana, che 4.000 mila anni fa creò un "Disco di Festos" – tra l’altro scoperto da un italiano, e oggi quasi tutti gli studiosi del mondo sono d’accordo che si decifra in lingua mengrelia – che rappresenta la preghiera "Nenana" dedicata alla Dea Pelasga-Colcha Nana?

Le radici di qualsiasi letteratura derivano dal folclore poiché la "parola" popolare rispecchia l’anima. Ritengo che proprio il folclore sia stato la base forte sulla quale è fiorita la letteratura georgiana che, siccome prima di Cristo era pagana, è databile solo a partire dall’evangelizzazione. La prima importante opera, "Il martirio di Shushanik", di Iakob Tsurtaveli-Khutsesi, capolavoro dell’agiografia georgiana, è un vero romanzo psicologico, come ritiene Ciladze, leggendolo in chiave moderna.

Altri capolavori dell’agiografia sono "Martirio di Abo", di Ioane Sabanisze, e "La vita di San Grigol Chanzteli", di Giorgi Merciule. Non è breve l’elenco dei capolavori agiografici e innografici della letteratura georgiana tra il V e il IX secolo.

Quali sono le opere letterarie più importanti e famose della letteratura georgiana? Potrebbe fare una breve descrizione dei temi trattati in queste opere?

L’opera più importante del rinascimento georgiano fu il poema epico-cavalleresco di un sommo poeta, Shota Rustaveli, che sta alla letteratura della Georgia come Dante, che lo segue di un secolo, sta a quella italiana con la Divina Commedia.

Nunu Geladze

Anche l’argomento iniziatico, e catartico, del poema di Rustaveli è un viaggio: ma mentre per Dante è un viaggio nell’oltretomba, per Tariel – il cavaliere dalla pelle di leopardo – è un viaggio in India, Arabia, Cina, e Persia. La trama è ambientata in modo fittizio in Arabia ma in realtà si svolge in Georgia, e descrive l’avventurosa e sofferta ricerca di una donna amata, rapita da oscure forze del male, da parte di Tariel, intrepido cavaliere. Tariel è invincibile quando ha le armi in pugno ma è emotivamente fragile e vulnerabile agli amori. L’eroe è accompagnato da due nobili amici, Avtandil e Pridon, legati alla sua causa da una devozione che prevale su ogni altro sentimento e interesse. Naturalmente l’epilogo è scontato e l’opera potrebbe concludersi con il classico "e vissero da allora felici e contenti".

Abbiamo tanti poeti e scrittori di alto livello, fra cui ne citerei tre per un motivo molto particolare: essi rivelano fortemente un fenomeno della spiritualità georgiana e un codice etico-morale.

La "Ballata del giovane e della pantera" è un’opera folcloristica probabilmente d’epoca pre-cristiana. In un duello spietato muoiono due avversari: un giovane e una pantera. La madre del giovane, rimpiangendo il suo unigenito, trova il coraggio di pensare alla madre della pantera e afferma: "Ora da lei mi reco, magari muore dal tormento, le mie condoglianze le devo".

"L’ospite e il forestiero", di Vaja Pshavela, narra il casuale incontro tra due nemici mortali. L’ospite, non riconoscendo il nemico, lo invita a casa e lo accoglie come tradizione. Un vicino rivela il vero nome del forestiero ai compaesani, i quali esigono che l’ospite lo consegni loro. Ma l’ospite risponde: "M’è ospite lui: fosse l’onda di un mare di sangue, io non posso tradirlo e lo giuro a quel Dio che mi diede la vita".

Ne "Il precettore", di Akaki Tsereteli, un precettore, dopo aver saputo che un giovane da lui educato aveva tradito l’altro suo figlio adottivo, ascolta la confessione del suo discepolo in cui gli chiede di ucciderlo. Il precettore risponde: "Tu non meriti la morte, da uccidere son io. Ho commesso un []e: non averti educato uomo".

Anche la lingua georgiana ha un proprio alfabeto e proprie radici. A quale ceppo appartiene la lingua georgiana? Come si è evoluta? Qual è l’alfabeto usato? Chi ha inventato l’attuale scrittura?

Fra i 14 alfabeti esistenti nel mondo, uno è quello georgiano, e le sue radici sono incerte. Esistono tre tipi di alfabeto georgiano: "asomtavruli" (scrittura maiuscola), da cui deriva "nuskha-khutsuri" (minuscola-sacerdotale) e quello attuale "mkhedruli" (cavalleresco).

Non sono competente in questo argomento ma credo che sia inverosimile che l’alfabeto georgiano sia invenzione di un certo Mesrop Mashtots, il poeta armeno che avrebbe creato anche l’alfabeto armeno e quello albano. E’ possibile che una persona abbia creato tre alfabeti nel giro di pochi anni?! Chi sostiene questo, non pensa che la lingua armena è di origine indo-europea mentre quella georgiana appartiene alla famiglia ibero-caucasica?!

Alcuni sostengono che l’alfabeto georgiano derivi dal greco arcaico. Anche qui c’è da dubitare, poiché gli studiosi ormai affermano che i pelasgi furono i primi abitanti della Grecia odierna e che avevano già "Kirbi" ossia "Dischi" nella lingua mengrelia, la lingua in cui parlavano Medea e la Maga Circe.

Taluni, basandosi su "Kartlis Tskhovreba" (Cronaca di Kartli), fanno risalire la data della creazione dell’alfabeto all’epoca pre-cristiana. Secondo tale ipotesi il re Parnavas (299-234 a.C.) avrebbe avviato il regno alla scrittura del libro, cioè stabilì il georgiano come la lingua statale poiché si parlavano diverse lingue, aramaico, greco, ebreo, etc.

Lo studioso italiano Alfredo Trombetti sostiene che le lingue caucasiche insieme con il basco e l’etrusco sarebbero riconducibili a un unico circolo delle lingue dell’Asia Minore.

*Programme Officer, UNHCR Georgia. Le opinioni espresse nell’articolo sono da attribuirsi unicamente all’autrice e non riflettono necessariamente la posizione dell’UNHCR

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