Georgia e UE, pericoloso stallo

La Commissione europea ha prorogato di altri sei mesi l’originale scadenza data alla Georgia per adempiere alle 12 raccomandazioni necessarie per ottenere lo status di paese candidato all’UE. Una possibilità in più, che potrebbe però andare sprecata dato che il partito di governo, Sogno georgiano, non perde occasione per attaccare l’UE e i suoi rappresentanti

03/08/2022, Marilisa Lorusso -

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Batumi, Georgia - 20.06.2022 - Dimostrazioni di persone che vogliono che il governo si allinei all'UE© omer karabacak/Shutterstock

La Commissione europea ha esteso il tempo disponibile alla Georgia per portare avanti le riforme che le consentirebbero di ottenere lo status di candidato all’Unione Europea. Michael Rupp, capo settore per la connettività e il Green Deal presso la Commissione europea ha dichiarato il 13 luglio al Parlamento europeo che la Commissione prolungherà la scadenza per la Georgia fino all’autunno 2023. Una valutazione della conformità della Georgia alle 12 raccomandazioni dell’UE sarà ora fornita con il pacchetto sull’allargamento 2023 della Commissione, tradizionalmente valutato in ottobre. Ciononostante l’originaria scadenza del dicembre 2022 rimane importante per fare un bilancio dei risultati e della plausibilità delle aspettative.

Alla notizia della nuova scadenza dai vertici del Sogno georgiano, in particolare per voce del suo segretario Irakli Kobakhidze, è stato commentato che la data iniziale era stata un []e della Commissione e che era ora che se ne rendessero conto, con il consueto ormai spregio e maleducazione diplomatica che caratterizza il suo atteggiamento e quello di partito verso l’Unione Europea e i partner occidentali in generale.

Le riforme richieste sono tante e profonde. La presidente georgiana Salomè Zourabishvili, ormai sempre in prima linea nel difficile traghettamento della Georgia verso l’Europa e l’occidente, ha accolto la richiesta dell’opposizione di convocare una sessione straordinaria del Parlamento per discutere delle misure da adottare. L’iniziativa è stata liquidata dal Sogno come un atto di sabotaggio in base a una interpretazione dei regolamenti parlamentari secondo la quale quello che già è oggetto di commissioni parlamentari non può essere ridiscusso in una sessione straordinaria. Di fatto il Sogno considera la Presidente della Repubblica come l’espressione delle opposizioni, e pertanto le viene riservata la stessa retorica al vetriolo che purtroppo caratterizza ormai l’arena politica georgiana.

Alla sessione sopracitata l’assenza dei parlamentari del Sogno ha reso la sessione straordinaria nulla, perché mancante del quorum. Laconiche le opposizioni sull’ennesima occasione persa per dimostrare un vero interesse nel processo di integrazione europea. Quanto alla questione della sovrapposizione della sessione straordinaria ai lavori delle commissioni, nota Davit Usupashvili, del partito Lelo, – già presidente del Parlamento e politico dalla solida formazione istituzionale – che i lavori delle commissioni possono trovare ascolto nella sessione straordinaria, per cui non vi sarebbe alcuna violazione dei regolamenti parlamentari.

Lo stallo

Il 20 e 21 luglio i parlamentari europei David McAllister, Sven Mikser, Željana Zovko, Viola von Cramon-Taubadel, Thierry Mariani e Assita Kanko hanno visitato la Georgia. Incontri non facili: alcuni di loro sono ormai da tempo bersaglio continuo delle aggressioni verbali del Sogno. I parlamentari hanno sottolineato che sarebbe fondamentale riunire gli sforzi delle varie componenti del paese per raggiungere un unico scopo di interesse comune, l’ennesimo invito a mettere da parte la polarizzazione e lavorare in regime di unità nazionale. Nel frattempo alcuni partiti e gruppi di opposizione come Movimento Nazionale Unito, Lelo, Strategia Aghmashenebeli, Per la Georgia, nonché alcuni parlamentari indipendenti hanno iniziato a lavorare con le organizzazioni della società civile e gli esperti per redigere la legislazione necessaria per soddisfare le 12 raccomandazioni delineate dalla Commissione europea per lo status di candidato all’UE, in modo parallelo e alternativo alle commissioni e ai gruppi di lavoro creati dal Sogno. Per l’opposizione partecipare a queste ultime è infatti inutile, perché ritengono siano create per dare l’impressione di stare facendo qualcosa, ma di fatto sono una perdita di tempo.

Rimane molto difficile mettere insieme maggioranza e opposizione anche in virtù del fatto che nella maggioranza non si accettano tutti i 12 punti richiesti dall’UE, per cui non è realistico pensare che vengano soddisfatti. Il primo ministro Irakli Garibashvili ha rimandato al mittente ad esempio la richiesta di de-oligarchizzazione: in una lettera aperta su Facebook e in una missiva diretta alla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha scritto in sostanza che si dichiara offeso e che l’Europarlamento quando parla di Bidzina Ivanishvili – fondatore di Sogno Georgiano e magnate – non sa di chi parla, perché Ivanishvili è il salvatore della Georgia.

La campagna anti-europea

La presa di posizione delle figure chiave del Sogno pare essere un’effettiva campagna anti-europea in cui non si perde occasione per screditare le varie istituzioni e rappresentanze dell’Unione, e per rigettare sull’Unione stessa le responsabilità della mancata candidatura della Georgia. Il Sogno inoltre martella sul concetto che la candidatura causerebbe l’apertura di un fronte contro la Russia in Georgia, e quindi che l’UE vuole la guerra anche in Georgia.

L’ennesimo episodio di questa campagna ormai sistematica è stato scatenato dalla fine del mandato dell’ambasciatore Karl Hartzell che dal 2018 ha rappresentato l’Unione europea in Georgia. Nonostante il suo affezionato messaggio di fine mandato alla nazione , l’ambasciatore è stato oggetto di attacchi personali molto pesanti e inusitati nel linguaggio della diplomazia. Irakli Kobakhidze, che già in passato scatenato contro l’ambasciatore, lo ha liquidato come persona che ha giocato un ruolo negativo nei rapporti Georgia-Unione europea. Il presidente della Commissione georgiana per le Relazioni Estere Nikoloz Samkharadze, anch’egli del Sogno, ha detto che se Hartzell avesse lavorato meglio la Georgia avrebbe ottenuto già la candidatura. Hartzell ha incassato la solidarietà, il sostegno e la stima del corpo diplomatico europeo nella figura del portavoce per gli Affari Esteri UE, Peter Stano, che ha invitato a non scaricare sugli altri le proprie responsabilità e ha fatto quello che ci si sarebbe aspettati – perché così funziona in diplomazia dall’inizio delle relazioni diplomatiche fra realtà politiche in buoni rapporti – facesse il governo georgiano: ha ringraziato Hartzell per il suo lavoro.

E’ sempre più in difficoltà e imbarazzata dal proprio governo la presidente Salomè Zourabishvili, che come ex diplomatica sa ponderare il peso di quello che sta accadendo nelle relazioni internazionali georgiane a causa del Sogno. In una recente intervista la Zourabishvili ha accusato il partito di violare la Costituzione. L’articolo 78 della Costituzione georgiana prevede una scelta euro-atlantica della Georgia ed è chiaro che il Sogno con questa campagna anti-europea e anti-occidentale sta riducendo progressivamente queste prospettive per il paese.

Dei 12 punti la de-oligarchizzazione appare insormontabile per il Sogno quanto la de-polarizzazione per le parti. Bidzina Ivanishvili ha portato le sue aziende nel governo, mettendo i propri uomini in posizioni chiave, e appare piuttosto evidente che stiano continuando a lavorare più per i suoi interessi che per la Georgia. In due parole: state capture, che alla Georgia costa ogni giorno di più.

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