Assalto ad Adjara TV: missione compiuta

Nel panorama mediatico polarizzato della Georgia, Adjara TV si distingue come una delle poche emittenti nazionali indipendenti. Ma le cose potrebbero purtroppo essere sul punto di cambiare

13/07/2020, OC Media -

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Illustrazione: Dato Parulava/OC Media

(Pubblicato originariamente da Oc Media il 6 luglio 2020)

Agli inizi di luglio la direzione di Georgia Adjara TV e di Radio Georgia ha licenziato la loro capo cronista, Shorena Glonti. Il licenziamento della Glonti è l’ultimo di una lunga serie avvenuta presso l’emittente pubblica della Repubblica Autonoma di Adjara, da quando il suo consiglio d’amministrazione, ora dominato da membri scelti dal partito al governo in Georgia Sogno georgiano, ha silurato la sua direttrice Natia Kapanadze lo scorso aprile.

In un paese in cui la polarizzazione politica domina l’etere, Adjara TV è rimasta una delle fonti di informazione più imparziali.

Durante le ultime elezioni, l’Osce ha definito il canale, che trasmette a livello nazionale, come "l’unica stazione televisiva che ha offerto agli spettatori un confronto generale tra i partiti in lotta". La Carta Georgiana di Etica Giornalistica ha rilevato alla fine del 2018 che dal 2016 Adjara TV "si è trasformata… in un’emittente imparziale".

Ciò che sta accadendo però in questi giorni ad Adjara TV è già accaduto all’Emittente pubblica georgiana (GPB): dopo che Vasil Maghlaperidze ne è stato nominato a capo nel dicembre 2016, il canale ha chiaramente attenuato le critiche al governo. Maghlaperidze aveva evidenti legami con il partito Sogno georgiano avendo precedentemente diretto la televisione GDS, proprietà del leader e fondatore di Sogno georgiano Bidzina Ivanishvili. Ha immediatamente portato dei giornalisti di GDS a GPB e, nonostante le promesse di mantenere un approccio critico, si è subito allineato al governo.

Si sta ora applicando questo modello ad Adjara TV. A meno di otto mesi dalle elezioni parlamentari, i giornalisti del canale sono sotto attacco diretto.

Il nuovo direttore

A novembre ad Adjara TV è stato nominato un nuovo direttore, Giorgi Kokhreidze, che ha espresso apertamente la sua disapprovazione per le domande critiche rivolte al governo dai giornalisti del canale.

Una delle sue prime azioni è stata quella di licenziare la produttrice del notiziario, Natia Shavadze. Poi, nel quadro di una "riorganizzazione" del canale lanciata il mese scorso, Kokhreidze ha tolto ai responsabili delle principali divisioni giornalistiche, tra cui la vicedirettrice Natia Zoidze e la redattrice del notiziario Maia Merkviladze, i loro poteri di supervisione della politica editoriale.

Alla fine Zoidze si è dimessa per protesta e Reporter Senza Frontiere ha lanciato un severo monito contro questo "ultimo esempio di pressione politica che mina il pluralismo dei media e la libertà di parola in Georgia".

Queste decisioni di Kokhreidze e del Consiglio d’amministrazione hanno dato ragione a chi temeva che il nuovo management intendesse affossare l’indipendenza della politica editoriale del canale.

A febbraio, prima che avvenissero i primi cambiamenti tra lo staff, il difensore pubblico della Georgia Nino Lomjaria aveva espresso "dubbi" sul fatto che vi fosse intenzione di "cambiare la politica editoriale dei media critici" invitando il Consiglio d’amministrazione di Adjara TV di rivedere i loro piani, ma senza successo.

I sospetti si tratti di una manovra tutta politica sono stati amplificati da una raffica di critiche rivolte al canale sia da parte di Kokhreidze che di funzionari di Sogno georgiano.

A novembre, Kokhreidze ha accusato la conduttrice del telegiornale Teona Bakuridze del fatto che funzionari politici regionali si rifiutassero di partecipare al suo programma, arrivando ad alzare la voce contro di lei mentre era in diretta. "Se qualcuno non viene al tuo programma di chi è la colpa, tua o di qualcun altro?” ha chiesto retoricamente Kokhreidze.

Una settimana prima, il segretario esecutivo di Sogno georgiano, Irakli Kobakhidze, ha invitato Bakuridze a "prendere le distanze" dal partito di opposizione Movimento Nazionale Unito. La stessa accusa è stata espressa in precedenza da Bidzina Ivanishvili, che l’ha anche definito un giornalista "maleducato" per aver posto delle domande.

Occorre opporsi

L’opinione pubblica georgiana, i partner stranieri della Georgia e gli osservatori internazionali devono intensificare i loro sforzi contro questi ultimi palesi tentativi di controllare la politica editoriale di un canale finanziato con fondi pubblici.

Adjara TV non ha fatto altro che offrire ai telespettatori una copertura indipendente degli sviluppi regionali e nazionali, chiedendo responsabilità al governo – come dovrebbe fare ogni media. Con la crescita della polarizzazione nel mercato dei media televisivi georgiani, è più importante che mai mantenerla così.

Poiché la maggior parte dei canali televisivi più popolari in Georgia sono al servizio delle politiche di uno dei due partiti politici dominanti, l’informazione imparziale sta lentamente svanendo. Prestare attenzione alla battaglia tra queste due forze politiche distrae dai problemi più importanti del Paese.

La scomparsa di una voce critica come Adjara TV toglierebbe al pubblico georgiano l’ennesima possibilità di concentrarsi su ciò che conta e di prendere decisioni informate nelle elezioni parlamentari del 2020 e oltre.

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