Violenza contro il Gay Pride

Avrebbe potuto trasformarsi in un bagno di sangue la manifestazione annuale dell’orgoglio omosessuale della comunità LGBT croata a Zagabria. La polizia locale è riuscita ad impedire l’uso di bottiglie molotov e a limitare gli episodi di violenza

12/07/2007, Drago Hedl - Osijek

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Il senatore italiano e parlamentare presso il Consiglio d’Europa, omosessuale dichiarato, Gianpaolo Silvestri, è stato una delle vittime di un attacco subito, a Zagabria, dai partecipanti del Gay Pride tenutosi sabato scorso. Un gruppo di violenti ha picchiato circa una ventina di partecipanti .

Soltanto grazie al fatto che la sicurezza della manifestazione nel centro di Zagabria sia stata garantita da cinquecento poliziotti, ha evitato lo spargimento di sangue. La ventina di minorenni, che hanno attaccato il corteo del Gay Pride, avevano delle bottiglie molotov già pronte. Nella piazza principale di Zagabria quel sabato pomeriggio c’erano più di duemila persone e se l’attacco con le bottiglie infiammabili piene di benzina fosse stato portato a termine, sarebbero rimasti feriti in molti.

Il colorato corteo di omosessuali e lesbiche – che hanno voluto sottolineare con il loro raduno annuale la posizione di non pari diritti subita nella società croata a causa del loro orientamento sessuale – quest’anno è stato il più numeroso degli ultimi cinque. Più di trecento partecipanti e quest’anno, per la prima volta, al corteo si sono uniti anche alcuni genitori di omosessuali, per dare il proprio sostegno ai figli.

La polizia croata pare abbia avuto un preavviso che la manifestazione pacifica rischiava di trasformarsi in uno spargimento di sangue e le squadre speciali della polizia hanno garantito l’incolumità dei manifestanti. Soltanto grazie alla loro presenza, al loro numero e alla velocità di intervento, nel centro di Zagabria non si sono verificati gravi incidenti. Questo è ciò che dicono anche i titoli sulle prime pagine dei più importanti quotidiani croati: "E’ stato impedito uno spargimento di sangue durante il Gay Pride" (Jutarnji list); "Impedito l’attacco al Gay Pride" (Slobodna Dalmacija); "Sanguinoso Gay Pride a Jelacic Plac" (Vecernji list), oppure "Attaccato il senatore italiano Silvestri " (Novi list).

Fra i primi a condannare l’attacco alla manifestazione degli omosessuali è stato il ministro degli Affari Interni Ivica Kirin: "La Croazia è un paese moderno dove chiunque ha il diritto alla libertà di scelta e di parola, e quindi alla diversità. Mi dispiace che si siano verificati degli incidenti, e prometto che troveremo coloro i quali hanno partecipato alla fabbricazione delle bottiglie molotov. La polizia ha fatto il suo lavoro come si deve", ha affermato Kirin la cui dichiarazione è stata riportata dallo "Jutanji list".

La polizia ha arrestato 14 persone di cui nove minorenni. La Procura della Repubblica ha chiesto che venga svolta un’indagine per atti criminali contro gli aggressori più violenti per accertare se siano responsabili anche di aver messo in pericolo delle vite umane. In quel caso scatterebbe la denuncia penale. Ed è proprio ciò che chiedono gli organizzatori del Gay Pride di Zagabria.

L’incidente accaduto durante il Gay Pride di quest’anno indica che molti in Croazia vivono la sola presenza degli omosessuali come una provocazione. "Anche per questo organizziamo il nostro incontro una volta all’anno, per indicare quello che nella società croata affrontiamo ogni giorno", afferma uno degli organizzatori del Gay Pride, Marko Jurcic. "Noi consideriamo questi attacchi come crimini motivati dall’odio".

Anche dall’ufficio del presidente croato Stjepan Mesic si è sottolineato lo scandalo per quanto è accaduto a Zagabria ed è stata condannata la violenza contro gli omosessuali, chiedendo alla polizia e alla procura di svolgere il proprio lavoro. Il portavoce del Governo Ratko Macek ha detto che il governo "condanna in modo più severo ogni sorta di violenza e in particolare ogni estremismo, radicalismo o manifestazione contro l’umanità e la tolleranza". Anche la presidentessa del Partito popolare croato, Vesna Pusic ha condannato l’attacco agli omosessuali nel centro di Zagabria e ha detto che lo stato deve assicurare le condizioni che permettano a chiunque di vedere riconosciuta formalmente la propria relazione, promettendo che lei e il suo partito si impegneranno per rendere possibili i matrimoni omosessuali.

Al parlamento croato l’anno scorso fallì il tentativo di una parte dei deputati liberali di far approvare la legge sulle unioni di fatto. Questa legge, nel modo in cui fu proposta, avrebbe permesso le unioni omosessuali, che sarebbero state equiparate con i classici matrimoni fra uomo e donna. Questa forma di unione, se la legge fosse stata accettata, sarebbe stata sottoscritta in tribunale e non in comune, e avrebbe permesso agli omosessuali di ereditate la proprietà del partner e altri diritti di cui godono i coniugi nella classica unione matrimoniale. Ma questa legge non è passata, e al parlamento croato sul conto degli omosessuali sono state pronunciate molte offese, fra cui anche quella secondo la quale bisognerebbe aprire delle cliniche di cura per gli omosessuali.

La Croazia di oggi, quando si tratta dei diritti degli omosessuali, è indietro rispetto ad altri paesi e la sua legislazione ha molte più restrizioni della grande maggioranza dei paesi dell’Unione europea, dove anche la Croazia desidera entrare. I diritti degli omosessuali sono determinati dalla Legge sulle unioni dello stesso sesso, fatta nel 2003. Questa legge descrive l’unione dello stesso sesso come "un’unione di due persone dello stesso sesso che non sono sposate, in unione extraconiugale o altra unione dello stesso sesso, e che dura da almeno tre anni, e che si basa sui principi di pari diritti dei partner, del reciproco rispetto e aiuto e legame emotivo tra i partner". Questa legge prevede anche la possibilità che uno dei partner mantenga l’altro nel caso in cui questi non abbia i mezzi di sussistenza e questo è all’incirca tutto ciò che, in un certo senso, potrebbe assomigliare ai diritti di cui godono le persone nel matrimonio classico.

Gli omosessuali croati non si accontentano di questa legge e chiedono la possibilità di potersi sposare e tutti i diritti di cui ora godono le persone nell’unione matrimoniale riconosciuta. Fra l’altro è anche per questo motivo che organizzano i loro incontri annuali, come il sesto Gay Pride di Zagabria. Stando a quanto è accaduto durante questo incontro, è ovvio che a loro aspetta un viaggio ancora lungo per poter raggiungere l’uguaglianza nella società croata.

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