Questioni adriatiche

La Zona di protezione ittico-ecologica, proclamata dalla Croazia in Adriatico ed entrata in vigore il primo gennaio scorso, potrebbe rallentare il percorso europeo di Zagabria. Primi problemi per il nuovo governo Sanader, che deve accontentare sia Bruxelles che i partner della propria coalizione

16/01/2008, Drago Hedl - Osijek

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Il nuovo governo croato, alla cui guida è stato confermato il premier Ivo Sanader, si trova subito all’inizio del mandato con la patata bollente della Zona di protezione ittico-ecologica (ZERP) in Adriatico. Dopo aver otttenuto la fiducia dal Parlamento, sabato 12 gennaio, e aver festeggiato con lo champagne augurale, il governo Sanader ha dovuto affrontare urgentemente la decisione sull’entrata in vigore della ZERP. L’Unione Europea ha infatti chiesto alla Croazia di recedere da tale decisione, non facendo valere la Zona nei confronti dei propri Stati membri.

La ZERP è entrata in vigore automaticamente il primo gennaio di quest’anno, dopo essere stata approvata dal precedente Parlamento nel dicembre 2006. Dal momento che il nuovo Parlamento si è insediato solo l’11 gennaio, e il nuovo governo Sanader il giorno seguente, l’Unione Europea ha lasciato alla Croazia la possibilità di sciogliere il nodo della ZERP dopo quella data. Questo è stato il messaggio recapitato a Zagabria l’8 gennaio, immediatamente prima della convocazione del nuovo Parlamento, dalla Slovenia, che presiederà l’Unione per i prossimi sei mesi.

"La soluzione definitiva è nelle mani del nuovo governo croato", ha dichiarato il commissario europeo per l’Allargamento Olli Rehn, avvisando Zagabria che è "urgente" trovare una soluzione politica. Quanto sia "urgente" la questione lo testimonia la dichiarazione di un anonimo funzionario dell’UE, citato dall’agenzia slovena STA, secondo cui se Zagabria non annulla velocemente la decisione sulla ZERP, dopo la formazione del governo, la sua richiesta di adesione all’Unione potrebbe trovarsi in una situazione molto difficile. Bruxelles infatti, si sostiene, potrebbe congelare i negoziati su 5 o 6 capitoli relativi all’ingresso della Croazia nell’Unione. Questo farebbe crollare ogni speranza di ingresso entro il 2009 o il 2010.

I negoziati della Croazia con l’Unione, del resto, procedono lentamente. Da quando, nell’ottobre 2005, sono iniziati i colloqui per l’adesione, solo 2 capitoli su 35 sono stati chiusi. 16 sono attualmente in corso di negoziazione, mentre su 17 non sono neppure state avviate le consultazioni.

La prima vittima dell’entrata in vigore della ZERP è stato il peschereccio italiano "Antonio Madre", sequestrato il 3 gennaio scorso mentre pescava di frodo nelle acque territoriali croate, presso l’isola di Pelagosa (Palagruza). "Quel peschereccio italiano è stato fermato nelle acque territoriali croate, quindi ancora più all’interno di quello che è lo spazio definito dalla ZERP, e non ho alcun dubbio sul fatto che le decisioni del Parlamento croato vanno rispettate, e saranno rispettate", ha dichiarato in quell’occasione Sanader.

I commentatori ritengono che in questo modo Sanader abbia voluto mostrare i muscoli di fronte all’opinione pubblica interna, ma anche ai propri partner di coalizione con i quali, proprio in quel momento, si trovava nella delicata fase dei negoziati per la formazione del nuovo governo. Gli osservatori più attenti tuttavia ritengono che Sanader non avrebbe mostrato altrettanta fermezza se il peschereccio italiano fosse stato fermato nelle acque delimitate dalla ZERP, ma che la decisione sul sequestro del peschereccio italiano sia stata provocata dalla posizione della barca all’interno delle acque territoriali croate.

Secondo fonti politiche e diplomatiche a Zagabria e Bruxelles, malgrado il premier Sanader abbia fornito assicurazioni all’UE che la Croazia avrebbe mantenuto solo formalmente la ZERP, ma che non l’avrebbe fatta applicare nei confronti dei Paesi dell’Unione, il premier non avrebbe potuto esprimersi apertamente in questi termini nel corso della campagna elettorale e al momento della composizione del governo.

I suoi partner di coalizione infatti, in particolare il Partito croato dei contadini (HSS), hanno insisitito in campagna elettorale sulla necessità di applicare coerentemente la ZERP, con la quale Zagabria avrebbe potuto vietare la pesca all’interno della fascia protetta. Sembra che Sanader sia riuscito a ammoribidire le loro richieste, così come anche a far cadere l’insistenza dei suoi partner sulla necessità di tenere un referendum sull’ingresso del Paese nella Nato.

E’ evidente che Sanader non può mantenere una posizione secondo cui la ZERP si deve applicare nei confronti di tutti i Paesi, inclusi quelli del’Unione Europea, ma che nella pratica i pescatori dei Paesi UE, in primo luogo i vicini italiani e sloveni, non avranno problemi se pescheranno all’interno di quelle acque. Questo è stato fatto intendere in maniera chiara da Bruxelles: "Non è sufficiente che la ZERP non venga applicata, la Zona è già in vigore per legge. Zagabria deve annullare questa legge, dal momento che alla Croazia potrebbe accadere la stessa cosa che è accaduta alla Turchia, quando l’UE ha congelato 8 capitoli su 35 per i problemi posti da Ankara rispetto a Cipro", ha dichiarato una alta fonte di Bruxelles riportata dall’agenzia giornalistica slovena.

Il premier croato Sanader dovrà così, all’inizio del suo secondo mandato, prendere una decisione sulla ZERP. Ma qualsiasi sarà la decisione, questa gli causerà dei problemi. Tra quelli che si può aspettare da Bruxelles e quelli che gli può preparare l’opposizione sul piano interno, sceglierà verosimilmente le proteste interne. Entrare in conflitto con l’UE e ritardare l’ingresso della Croazia nell’Unione corrisponderebbe a un suicidio politico. Il Paese si trova in una situazione economica poco invidiabile, con un enorme debito estero che ha raggiunto la cifra impressionante di 32 miliardi di euro. Per restituire i debiti maturati, il Paese ne deve contrarre di nuovi, ma sarebbe difficile ottenerne se i rapporti con Bruxelles si deteriorassero.

Sanader, secondo gli analisti, dovrà trovare un modo per non scontentare l’Unione. Per quanto riguarda invece i problemi sul piano interno, non dovrebbe avere troppi timori. E’ riuscito a formare il governo, ha una maggioranza in Parlamento (che assomiglia ad un carro armato) e quattro anni di nuovo mandato. In questo momento non deve preoccuparsi troppo delle obiezioni dell’opposizione.

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