Croazia: le mine uccidono ancora

Nonostante l’ampio programma di sminamento di questi anni – possibile anche grazie ai fondi della coesione dell’Ue – in Croazia le mine del conflitto degli anni ’90 mietono ancora vittime

06/02/2023, Nicole Corritore -

Croazia-le-mine-uccidono-ancora

Croazia - vietato il passaggio rischio mine (ninopavisic/Shutterstock )

1 – Territorio della Croazia occupato dalle forze serbe 1992-1995
2 – Zone minate o a rischio, dati 2016 (Future Architecture )

Lo sminamento in Croazia, a seguito del conflitto durato dal 1991 al 1995, non è ancora concluso e continua a mietere vittime. L’ultima tragedia risale al 15 gennaio scorso, avvenuta nelle vicinanze del monte Dinara, a poco più di 40 km a nord di Spalato, nell’entroterra dalmata. Un cacciatore di 67 anni si è inoltrato in una zona tracciata come “a rischio mine”. Ed è rimasto ucciso dall’esplosione di un ordigno. Si aggiunge al numero delle persone vittime di mine in Croazia, che tra il 1991 e il 2021 sono state 2.017 di cui 524 sono rimaste uccise. A queste, si devono aggiungere i 65 sminatori morti – e centinaia quelli feriti – nel corso di operazioni di bonifica.

Durante la guerra, tutta l’area della Krajina croata è stata intensamente minata, a partire dal 1991 con la nascita dell’autoproclamata Repubblica serba di Krajina (proclamata il 19 dicembre del 1991 dai serbi di Croazia, con centro di potere a Knin, mai riconosciuta a livello internazionale) sino all’agosto del 1995 con l’operazione Oluja dell’esercito croato.

Il successivo lavoro di sminamento è stato alquanto difficile: mancavano spesso le mappe indicanti la posizione di mine antiuomo e anticarro, mancavano risorse da investire nello sminamento e i territori minati erano spesso complessi da bonificare.

In Croazia la prima legge dedicata alla soluzione dell’inquinamento da mine risale al 1996, anno in cui la missione delle Nazioni Unite nel paese aveva stimato in 13mila kmq (il 23% dell’intero territorio della Croazia) il territorio da bonificare. Poi nel 1998 è stato creato il CROMAC (Croatian Mine Action Centre) con il compito di coordinare tutte le iniziative per riuscire a rispettare la Convenzione di Ottawa firmata nel 1997 (sul divieto d’impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antiuomo e sulla loro distruzione). In quell’occasione le autorità croate avevano assicurato che avrebbero concluso lo sminamento entro il marzo 2019, come previsto anche nella Strategia nazionale per lo sminamento 2009-2019 . Ma nel 2018 i termini sono stati estesi al 2026.

Inoltre, per facilitare la realizzazione della Strategia, dal 2015 una nuova legge sullo sminamento ha previsto un’insieme di precise azioni e procedure coordinate – attraverso il rinnovato Centro croato per lo sminamento HCR-CTRO ; legge poi riformata più volte, l’ultima in vista dell’entrata della Croazia in Schengen e in vigore dal 1° gennaio 2023.

Risorse investite e Ue

Sino ad ora – dati aggiornati al 2021 – le operazioni di sminamento sono costate più di 7 miliardi di kune (929 milioni di Euro) e per concluderle entro il 2026, secondo i dati resi pubblici a settembre 2022 dal parlamento croato , sono necessari circa altri 224 milioni di euro. La Croazia prevede di coprire questi ultimi con quasi 94 milioni provenienti dal bilancio statale ed il resto con fondi esteri ed europei. Secondo i dati pubblicati dal Landmine & Cluster Munition Monitor a fine 2020 risultano 279,55 kmq di territorio ancora contaminato in Croazia, di cui 196,89 kmq di aree sicuramente minate e 82,66 kmq di aree sospette/a rischio.

Di questi territori ad oggi la quasi totalità (98,6%) è rappresentata da aree forestali, un terzo dei quali (89,8 kmq) la Croazia prevede di bonificare grazie a fondi della politica di coesione europea .

In questo contesto sono in via di definizione e avvio i primi progetti legati alla programmazione fino al 2027, mentre sono ancora in corso le attività di una serie di interventi sostenuti dal programma 2014-2020. Tra questi, alcuni dedicati proprio allo sminamento di zone boschive prospicienti a parchi nazionali, che messi finalmente in totale sicurezza potrebbero diventare di ulteriore attrazione turistica e rallentare il forte spopolamento delle zone montane a causa della mancanza di prospettive occupazionali.

Operazioni di sminamento (progetto Naturavita )

Parchi naturali e sminamento

È il caso della Contea Osječko-baranjska, nel "Parco naturale Kopački Rit " che si estende in una delle zone umide più vaste d’Europa a nord-est della città di Osijek, e in parte del "Parco regionale Mura Drava " – che si estende sul territorio di cinque Contee oltre a quella di Osijek – e che rappresenta uno dei più importanti ecosistemi fluviali europei. Il valore di questo parco regionale è dimostrato anche dal fatto che è parte della prima biosfera trasnazionale dell’UNESCO nata due anni fa, chiamata “Amazzonia d’Europa” e che coinvolge altri quattro paesi confinanti con la Croazia.

I due parchi sono inclusi nel progetto Naturavita , che ha messo a disposizione risorse per 49,9 milioni di euro. Si prevede entro il 2023 la bonifica di 2.534 ettari di bosco da mine e residuati bellici, accanto ad altre attività di tutela ambientale, ristrutturazione delle infrastrutture e iniziative di educazione e sensibilizzazione della popolazione, soprattutto giovanile. Rispetto a questo settore di attività, importante la realizzazione del Centro educativo "Podravlje", inaugurato nel maggio del 2021 , nel bosco Dravica, nel Parco regionale Mura-Drava. Oltre a organizzare visite guidate per conoscere flora e fauna e campi di volontariato, il centro è luogo di informazione per bambini e ragazzi sul riconoscimento dei residuati bellici e sui pericoli connessi. 

Zone minate Contee Ličko-senjska e Zadarska (Fearless Velebit )

Vi sono poi altre due Contee, poste alle spalle delle cittadine di Senj e Zara, tra la costa adriatica e il confine ovest tra Croazia e Bosnia Erzegovina, che sono state tra le più minate durante la guerra 1991-1995.

Nell’ambito del progetto “Fearless Velebit ”, coperto da fondi europei e di cui è capofila la “Hrvatske šume d.o.o.” (impresa pubblica per la gestione delle foreste e dei terreni forestali nella Repubblica di Croazia), si è quasi finito di sminare due aree delle Contee Ličko-senjska e Zadarska.

Si prevede la fine dei lavori a giugno 2023 con la bonifica di 1.645 ettari tra zona boschiva e non nella zona del Parco Naturale del Velebit e del Parco Nazionale di Paklenica . Il progetto ha inoltre consentito la bonifica di una serie di percorsi da trekking nella zona meridionale del Velebit .

Non solo. In caso di incendi, in questa zona del Velebit si potrà ormai operare in velocità anche sul terreno e non solo con i Canadair: non si era potuto fare nell’agosto del 2017, quando a causa del mancato controllo della presenza di mine in un territorio considerato a rischio, era andata a fuoco una vasta area boschiva in vicinanza del Parco di Paklenica, tra Sveto Brdo e Crveni Potok.

Si sono utilizzati fondi europei anche per il progetto "Karlovac Karst ", nel territorio sud-occidentale dell’omonima Contea, dove nel settembre 2022 è stata organizzata la prima conferenza tra i partner di progetto con capofila anche in questo caso la “Hrvatske šume d.o.o.”. Sono 1.929,08 gli ettari che si prevede sminare, per una spesa di 32 milioni di euro coperti all’81% dall’UE.

Un’esperienza più che ventennale che la Croazia condividerà a maggio con operatori del settore, nell’annuale Simposio internazionale sulla lotta alle mine che organizza da tempo e che si terrà a Vodice (Šibenik), dedicato allo scambio di esperienze, informazioni sulle ultime tecnologie, attrezzature e metodi nell’azione, e ricerca di soluzioni alle nuove sfide tecniche e gestionali. Tra le quattro aree tematiche che si affronteranno, una sarà dedicata alle risposte urgenti alla situazione dell’Ucraina. Paese con cui la Croazia ha già avuto rapporti di cooperazione , per condividere la propria esperienza nel campo dello sminamento – esattamente con la "UDS Ukrainian Deminers Association ", per i territori coinvolti nel 2014 nel conflitto in Donbass – poi sospesi a causa dell’invasione russa di un anno fa.

 

 

Infografica sulle mine in Croazia

 

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Work4Future" cofinanziato dall’Unione europea (UE). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai ai materiali "Work4Future"

 

Commenta e condividi

La newsletter di OBCT

Ogni venerdì nella tua casella di posta