Chi ha paura del giullare
Alla vigilia delle elezioni amministrative in Croazia fissate per il 17 maggio, nostra intervista a Srdjan Kera, animatore della ong "Nazbilj" di Dubrovnik. Il ruolo del teatro nella critica alla politica
L’anno scorso a Dubrovnik si è celebrato un importante anniversario – i 500 anni della nascita di Marin Držić, il più importante scrittore ragusano dell’epoca rinascimentale. Dopo 500 anni Držić ci appare come un indiscutibile monumento artistico (materializzatosi statua posizionata, nell’occasione dell’anniversario, davanti al Teatro comunale che porta il suo nome), mentre quando era ancora in vita il suo talento è stato più volte messo in discussione. Dopo alcuni pezzi teatrali che non riscossero grande successo di pubblico, Držić, irritato dalle critiche, scrisse il suo capolavoro "Dundo Maroje" ("Zio Maroje") in cui, con una satira saggia e tagliente, ridicolizzò l’oligarchia cittadina dell’epoca.
Dopo più di quattro secoli e mezzo, Dubrovnik vive una situazione molto simile e lo spirito satirico di Držić è più vivo che mai, grazie ad una piccola associazione culturale dal nome "Nazbilj", con chiaro riferimento alla tradizione che nasce con il grande scrittore. L’oligarchia cittadina non è (ahimè, direbbero tanti abitanti di Dubrovnik) più quella rinascimentale, però la sua gestione della cosa pubblica provoca un malcontento facilmente paragonabile a quello dei vecchi tempi. Oggi alla guida della città c’è la sindaca Dubravka Šuica dell’HDZ.
Le elezioni locali sono state fissate per il 17 maggio e per diversi motivi potrebbero essere uno spartiacque per la città, prima di tutto per l’indirizzamento del malcontento in diverse iniziative civili. Per la prima volta dall’indipendenza della Croazia, a Dubrovnik diverse associazioni e organizzazioni non governative, che fino a poco tempo fa non sapevano della reciproca esistenza, hanno iniziato a coordinarsi in una forza politica comune, acquisendo al contempo la coscienza della propria forza e delle proprie possibilità.
In queste nuove dinamiche, l’associazione Nazbilj svolge un ruolo importante, anche perché le performance e i ridotti pezzi teatrali organizzati da parte dei suoi membri hanno spostato l’attenzione dei cittadini e della giunta comunale sul degrado del centro storico e sui problemi della vita quotidiana dei pochi abitanti rimasti. Si è confermato per l’ennesima volta il vecchio detto che la critica più efficiente del potere è la satira che lo smaschera, lo priva del senso e prende in giro il suo narcisismo. Dell’atmosfera pre-elettorale a Dubrovnik e del ruolo della Nazbilj nelle vicende recenti abbiamo discusso con il suo spiritus movens, Srdjan Kera, uno dei pochi "indigeni" del centro storico.
Quando e con quale idea è nata l’associazione Nazbilj?
L’associazione è nata nel settembre 2007 con lo scopo di tutelare il patrimonio culturale ragusano, soprattutto il dialetto. Ci siamo dati il compito di segnalare tutti gli []i della giunta comunale nella gestione della città che hanno conseguenze molto negative per il suo sviluppo. Dubrovnik è diventata una città-teatro per il turismo di massa. Fuori stagione è un palcoscenico deserto e triste dove non si bada alla gente locale e si devasta quello per cui le persone visitano questo posto – quell’armonia unica fra la pietra, il mare e il verde mediterraneo. Noi cerchiamo di mettere in luce le decisioni della giunta locale che non sono altro che l’espressione di quell’antico difetto umano che porta il nome "avidità", e tutto ciò attraverso l’umorismo e la satira. Le radici dell’associazione si trovano nella famosa distinzione di Držić buono/cattivo (nazbilj/nahvao) – noi cerchiamo di essere le persone buone che alzano la voce contro il male – per questo motivo abbiamo dato il nome Nazbilj all’associazione.
Come vede lo stato attuale della vita culturale a Dubrovnik? Nel caso vincesse l’attuale opposizione lei accetterebbe il posto di responsabile per la cultura?
Nel periodo invernale la vita culturale è quasi inesistente: tutto è ridotto a qualche spettacolo teatrale e qualche concerto dei musicisti locali. Nel periodo estivo la situazione cambia grazie alle Ljetne igre (Giochi estivi, il famoso festival culturale fondato nella Jugoslavia di Tito), che non sono a livello adeguato e vivono della vecchia gloria. Rachlin & friends (Festival della musica da camera, ndr.) è un aspetto positivo ed un grande evento culturale per la città che può servire da esempio per altri settori culturali. Per quanto riguarda la seconda domanda, non accetterei la posizione di responsabile per la cultura perché non penso di essere competente, che non vuol dire che non vorrei partecipare ai programmi per cui penso di avere le competenze e l’esperienza.
Pensa che il teatro come forma di critica sia più efficace rispetto alle forme classiche della protesta politica?
Sicuramente, e noi coltiviamo proprio quel tipo di critica, però nella forma del teatro popolare che si è mostrato molto efficace. Il teatro dovrebbe essere più efficace in una società civile, dato che la protesta politica, secondo noi, è l’ultima carta da giocare. Sono anche convinto che il teatro sia la forma giusta per Dubrovnik, perché non siamo gente abituata a manifestare. Un buon spettacolo rimane a lungo nella memoria delle persone, mentre la pura critica viene dimenticata in fretta a causa del continuo bombardamento mediatico.
Si dice che a causa dell’ultima "performance" Mamma mia la giunta comunale vi ha tagliato i fondi che vi spettavano dal bilancio comunale. Cosa è successo veramente? E’ già successo in passato oppure è stata la prima volta?
No, è successo prima dello spettacolo "Mamma mia". Dopo lo spettacolo "La staffetta per la mamma" (la Mamma è il sopranome che gli abitanti di Dubrovnik hanno assegnato al sindaco Dubravka Šuica) che si è svolto il 25 Maggio 2008, facendo ironicamente riferimento alla staffetta che si organizzava ogni anno per celebrare il compleanno del maresciallo Tito nell’ ex-Jugoslavia, con il quale volevamo alludere al modo autoritario in cui la giunta gestisce la città, qualcuno si è sentito offeso e come conseguenza ci hanno tagliato i fondi dal bilancio comunale secondo cui ci spettavano 10.000 kune, e ne abbiamo ricevute solo 5.832. Il resto non lo abbiamo mai visto. Per quanto riguarda il musical Mamma mia, dove abbiamo utilizzato le melodie degli ABBA con i nostri testi satirici, abbiamo criticato la giunta mettendo in luce tutti i problemi che hanno gli abitanti che vivono dentro le mura. Il Comune aveva annunciato dappertutto la nostra ormai tradizionale partecipazione alla manifestazione "Quattro giorni del Carnevale". Dovevamo partecipare l’ultimo giorno con le nostre "rappresentazioni satiriche della vita quotidiana", come loro stessi avevano detto. Però lo stesso Comune ci ha avvisato all’ultimo che il nostro programma non era stato approvato e che i fondi del bilancio comunale per il 2009 non ci erano stati assegnati. Era chiaro che volevano impedirci di partecipare alla manifestazione.
Può raccontare al pubblico italiano qualche altro spettacolo che avete fatto/organizzato?
Ci sono state altre due "performance" che riteniamo di successo: la mostra delle uova à la Febergé, dove le uova erano dedicate ai politici, alla Chiesa e agli imprenditori di Dubrovnik. Su ogni uovo c’era la foto della persona a cui era dedicato con un messaggio satirico. Particolarmente grande era l’uovo dedicato ai 500 anni della nascita di Marin Držić. Nella performance da quell’uovo gigantesco è uscito Marin Držić che ha tenuto un discorso nel suo stile. Le uova erano esposte nell’atrio del teatro per più di un mese e la mostra è stata molto visitata. Pometova trpeza (La tavola di Pomet) nell’agosto 2008 era la replica di un banchetto rinascimentale, uno di quelli che si facevano all’epoca di Držić, con i piatti autentici descritti dallo scrittore nella sua più famosa opera "Dundo Maroje", in particolare nel monologo di Pomet. Come i personaggi di Držić abbiamo fatto un pezzo satirico e abbiamo offerto alla gente e agli ospiti le delizie che avevamo preparato. Alla fine menzionerei anche la performance Funero biser Grada (Il funerale della Città-perla) che si riferiva al degrado della città che è famosa nel mondo come la perla dell’Adriatico, che simbolicamente abbiamo rappresentato con una conchiglia a forma di centro storico che abbiamo aperto, mentre la perla volava nei cieli.