A Zagabria la coalizione rosso-verde alla prova del governo

Nella primavera del 2021, la coalizione guidata da Tomislav Tomašević vinse trionfalmente le comunali a Zagabria con un programma molto ambizioso, ambientalista e progressista. L’economista Hrvoje Štefan analizza quanto fatto sino ad ora. Un’intervista

18/03/2022, Dimša Lovpar -

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Un manifesto della coalizione che ha vinto le comunali di Zagabria lo scorso maggio

(Pubblicato originariamente da Le Courrier des Balkans il 10 marzo 2022)

Hrvoje Štefan è un economista all’’Istituto statistico croato. Ex membro dell’ala sinistra dei Socialdemocratici è uno dei membri fondatori del “Radnička Fronta”, il Fronte dei lavoratori

Tomislav Tomašević e Možemo vinsero le comunali a Zagabria nella primavera del 2021 in un contesto particolare. Potrebbe ricordarcelo?

Milan Bandić, che era in carica a Zagabria dal 2000 e che era in corsa per un nuovo mandato, è morto improvvisamente poche settimane prima delle elezioni, per un infarto. I 20 anni del suo "regno" sono stati segnati da clientelismo e corruzione, populismo conservatore mescolato a programmi sociali relativamente generosi, un aumento del debito della città e una grave mancanza di investimenti nelle infrastrutture comunali.

Il discorso dominante tende spesso a trovare le cause dell’ingiustizia sociale nella depravazione morale e nell’incompetenza dei nostri governanti. Il minimo che possiamo dire è che Milan Bandić, anche se ha dovuto subire lo sciovinismo piccolo borghese di una parte della città a causa delle sue origini, è stato una valvola di sfogo ideale per tutte le frustrazioni accumulate negli ultimi 20 anni. Il potenziale elettorale della retorica anticorruzione e della sinistra liberale diretta contro il "corrotto Bandić" non è sfuggito a Tomislav Tomašević che, con il sostegno di una parte dei media mainstream, è riuscito a presentarsi come l’unico garante di un "vero cambiamento". Ma se Milan Bandić fosse stato presente alle urne, la vittoria di Možemo sarebbe stata sicuramente molto più risicata. Almeno questo è quello che prevedevano i sondaggi d’opinione.

Chi sono gli elettori di Tomislav Tomašević e Možemo?

Sono principalmente elettori della classe media con un orientamento liberale. Questa conclusione è relativamente facile da trarre dal contenuto ideologico del discorso di Možemo: nominalmente è di sinistra e promuove valori social-liberali, ma eliminando il conflitto di classe. Alcuni commentatori si riferiscono a Možemo come l’incarnazione delle aspirazioni della classe media per una società senza conflitti. Questa analisi è ulteriormente confermata da alcune recenti ricerche sociali e demografiche: la parte più istruita della classe media costituisce il profilo maggioritario degli elettori di Možemo.

È difficile capire esattamente chi sostiene la coalizione "rosso-verde" ZLK formata da Tomislav Tomašević. Quale la sua genesi ed evoluzione?

Questa coalizione guidata da Možemo è composta da iniziative relativamente nuove i cui leader e una buona parte della base sono attivisti della società civile, per lo più provenienti dalle Ong, dal mondo accademico e dalla cultura, ma anche dalla piccola borghesia e dall’imprenditoria.

Vale la pena notare che molti degli ex membri e sostenitori delusi del Partito Socialdemocratico (SDP), il partito che dominava il centro-sinistra, si sono rivolti a Možemo. Sono elettori che vedono in Možemo una versione più moderna, non compromessa e non corrotta dell’SDP.

La coalizione si definisce come una piattaforma municipale dei cittadini, sul modello di quello che è successo a Barcellona o a Madrid con En Comu e Ahora Madrid, due movimenti emersi dai movimenti di massa contro l’establishment politico e le dure politiche di austerità neoliberale del 2011. Tuttavia, Možemo non ha la leva e la pressione di questi movimenti, che non esistono in Croazia.

In concreto, cosa cambierà per i cittadini e per le classi lavoratrici di Zagabria?

Alla luce di ciò che è stato fatto finora, le classi lavoratrici non dovrebbero illudersi che le loro condizioni di vita miglioreranno con Možemo al potere. Per il momento, le politiche della nuova amministrazione sono da un lato strutturalmente controllate dalle pressioni capitaliste e dall’altro limitate dalle competenze assegnate alle città.

I cambiamenti che possiamo aspettarci a Zagabria si riducono a razionalizzazioni tecnocratiche e procedurali dell’amministrazione (digitalizzazione, trasparenza degli appalti, trasparenza di bilancio, ecc.), a politiche neoliberali di riduzione della spesa pubblica o al mettere in concorrenza tra loro le imprese pubbliche secondo una logica di mercato. 

Possiamo anche aspettarci un cambiamento nella direzione degli investimenti e delle spese, con un’enfasi sulle energie rinnovabili, sui trasporti più verdi, sulla raccolta differenziata e sul riciclaggio da un lato, e sulla cosiddetta cultura "indipendente" e sulle iniziative per i diritti umani dall’altro.

Per la grande maggioranza delle classi lavoratrici, tutto questo non costituisce un cambiamento tangibile rispetto alla precedente amministrazione. Alla fine, Možemo è un partito riformista socialdemocratico con una tendenza ambientalista, pieno di contraddizioni e che nega la conflittualità esistente in qualsiasi società.

Quali misure sono state adottate finora? Sono in linea con il programma?

I primi otto mesi della nuova amministrazione sono stati segnati dal desiderio di saldare i debiti comunali a tutti i costi, dai tagli di bilancio e dal miglioramento del rating della città per prendere in prestito denaro.

Due giorni prima del nuovo anno, l’amministrazione comunale ha inviato un documento ai sindacati chiedendo il loro accordo per licenziare 544 lavoratori ritenuti non essenziali. Inoltre, si annuncia la vendita di terreni comunali di valore per saldare i debiti ereditati dalla corrotta gestione di Milan Bandić; si annuncia l’aumento del prezzo del trasporto pubblico e per finanziare il cambiamento della gestione del trattamento dei rifiuti, un aumento della tassa sulla spazzatura.

Tuttavia, le promesse della campagna di Možemo includevano il rafforzamento dei diritti dei dipendenti comunali, il blocco della vendita dei beni pubblici, il miglioramento del trasporto pubblico e l’accesso ad esso. Ci sono voluti solo otto mesi perché un numero significativo di promesse elettorali fosse contraddetto dai fatti. Non soprende: dall’avvento del neoliberalismo, questo è successo con ogni partito socialdemocratico che è andato al potere.

Il trattamento dei rifiuti è un problema rilevante a Zagabria ed è stato un tema centrale della campagna elettorale. Recentemente, il consiglio comunale ha annunciato un nuovo piano di trattamento dei rifiuti, che ha sollevato reazioni piuttosto negative da parte dei cittadini. Di cosa si tratta esattamente? E la discarica di Jakuševac?

La nuova amministrazione ha recentemente presentato un nuovo modello di trattamento dei rifiuti urbani secondo il quale ogni famiglia pagherà in base ai rifiuti che produce. Quelli che non differenziano affatto saranno sanzionati finanziariamente, ma anche le famiglie che differenziano i loro rifiuti pagheranno comunque di più… Oltre all’aumento che le famiglie possono aspettarsi, la questione del trattamento dei rifiuti è ancora una volta collocata in un quadro individuale per il quale sulle famiglie cadono tutte le responsabilità, sdoganando la produzione di rifiuti da parte delle grandi imprese. Tuttavia, per ogni tonnellata di rifiuti prodotti dalle famiglie, l’industria ne produce 70.

Inoltre, Tomislav Tomašević aveva annunciato durante la sua campagna elettorale che il trattamento dei rifiuti sarebbe tornato sotto la sfera pubblica. Ma sino ad ora ha fallito. In primo luogo a causa di ostacoli legali, ma anche perché la città non ha né i mezzi tecnici né le risorse umane per andare in questa direzione.

Infine, Tomislav Tomašević aveva fatto della discarica di Jakuševac uno dei temi principali della sua campagna. Visto l’evidente problema di salute pubblica posto dalla presenza di questa discarica in un’area urbana, il recente rinnovo decennale della concessione non fa credere ad una chiusura imminente… I residenti hanno già annunciato che non resteranno fermi in caso di un ulteriore rinvio della chiusura.

Si sente spesso dire in Croazia che bisogna sbarazzarsi degli "uhljebi", questi dipendenti pubblici che sono inutili…

Uhljeb è un neologismo che ha un posto di rilievo nell’arsenale lessicale neoliberale. È un termine peggiorativo per descrivere un impiegato del settore pubblico il cui lavoro è considerato insufficiente o socialmente inutile. Questo termine si è diffuso dopo la crisi del 2008, quando i media mainstream hanno lanciato un’offensiva contro il settore pubblico definendolo ingombrante, inefficiente e sprecone, ed è stato presentato come la causa principale della crisi. Naturalmente non è così, e tutto questo dimostra una grande ignoranza delle dinamiche economiche. Comunque il suo uso permette di giustificare i tagli di bilancio da un lato e di sostenere la presunta mancanza di produttività del servizio pubblico, a differenza del settore privato.

Nel caso del comune di Zagabria, il termine è usato come giustificazione esplicita o implicita dei licenziamenti previsti. Ivana Kekin [la presidente di Nova Ljevica, uno dei piccoli partiti della coalizione al governo municipale, ndr], che viene regolarmente inviata alla stampa per rispondere alla domanda sui licenziamenti, dice che nessun lavoratore sarà licenziato ma che si tratta di liberarsi del "personale in eccesso nell’amministrazione". L’implicazione è chiara, il personale amministrativo non sono impiegati o lavoratori ma uhjlebi installati da Milan Bandić, di cui ci si dovrebbe sbarazzare. In soli otto mesi, siamo passati dalle promesse elettorali a favore dei diritti dei lavoratori a un discorso liberale che legittima i licenziamenti di massa.

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