Cecenia, attacco al parlamento di Grozny
Alle 8.45 ora locale (6.45 ore italiana) di questa mattina, un gruppo presumibilmente composto da tre ribelli è entrato nel parlamento ceceno a Grozny. Secondo fonti ufficiali, nel corso dell’attacco sono morti due membri delle forze dell’ordine e un civile che lavorava al parlamento, 17 i feriti. Secondo il ministero degli Interni ceceno, tutti i ribelli coinvolti sono stati uccisi
Le agenzia di stampa e le televisioni russe hanno fornito informazioni contrastanti nel corso della mattinata. Il ministero degli Interni ceceno ha infatti negato che sia avvenuto un attacco al ministero dell’Agricoltura di Grozny o che i ribelli avessero preso degli ostaggi, come avevano riportato alcuni media locali. Secondo la televisione russa “Vesti 24”, due dei ribelli si sarebbero fatti esplodere all’interno del parlamento.
L’attacco, che probabilmentre puntava ad una presa di ostaggi tra i deputati, è avvenuto in coincidenza con la visita a Grozny del ministro dell’Interno russo, Rašid Nurgaliev, arrivato per incontrare il presidente Ramzan Kadyrov. Un segnale preciso al Cremlino dunque, e un colpo basso al mito dell’affidabilità dell’uomo forte ceceno agli occhi dei suoi referenti a Mosca. Come dire che con lui al vertice del Paese l’ordine non regna a Grozny, se non in apparenza.
Secondo gli osservatori, si tratta dell’operazione più spettacolare condotta dai ribelli islamisti in Cecenia dall’attacco lanciato ad agosto 2010 contro il villaggio dello stesso Kadyrov.
Oggi lui in persona, secondo fonti della presidenza, avrebbe preso parte al blitz per sventare l’occupazione della sede del Parlamento.
Nell’aprile del 2009, le autorità russe hanno ufficialmente dichiarato la fine della seconda guerra cecena, chiudendo l’”operazione antit[]ismo” che aveva avuto inizio nel 1999. Ciononostante, attentati t[]istici e scontri tra forze dell’ordine e ribelli sono all’ordine del giorno nel Caucaso del nord, in particolare in Inguscezia, Cecenia e Daghestan, ma sempre di più anche nelle altre repubbliche della regione, come ha reso evidente il recente attacco al mercato di Vladikavkaz. La nuova strategia per combattere l’estremismo nel Caucaso del nord sostenuta dal governo di Mosca, incentrata sullo sviluppo economico, non ha ancora portato frutti.
In questi anni, il centro della capitale cecena Grozny è stato completamente rinnovato, ma il processo di ricostruzione gestito dal presidente ceceno Ramzan Kadyrov e ampiamente finanziato da Mosca è avvenuto in un contesto di dura repressione di qualsiasi forma di opposizione.