Bulgaria: giù il mattone, su i tassi
Tassi di interesse su, prezzi degli immobili giù e settore edilizio in ginocchio. Anche in Bulgaria la crisi economica si fa sentire. Il governo ostenta ottimismo, gli economisti temono invece un forte rallentamento della crescita
Il sistema bancario bulgaro è stabile, ricco di liquidità, non vi è alcun pericolo per i depositi dei risparmiatori o delle aziende. Lo ha affermato il primo ministro Sergei Stanishev ad una conferenza stampa tenutasi lo scorso 9 ottobre, immediatamente dopo che la Borsa valori bulgara aveva subito alcune sedute altamente negative come conseguenza della crisi finanziaria globale. Il governo ha comunque garantito i depositi bancari fino a 50.000 euro. Secondo le parole del premier inoltre, la riserva fiscale di 11 miliardi di lev (circa 5,6 miliardi di euro), e l’investimento straniero diretto di 2,8 miliardi di euro (da gennaio ad agosto 2008) sono segnali di fiducia per l’economia bulgara.
Nonostante le dichiarazioni ottimistiche, il criticismo dell’opposizione locale e degli esperti di economia e i primi segnali di stagnazione in alcuni settori mostrano che la situazione nel recente membro dell’Ue non è del tutto rosea. Le banche hanno gonfiato i loro tassi d’interesse sui mutui, i prezzi delle proprietà sono scesi e si sta verificando una diminuzione degli investimenti stranieri.
La mongolfiera immobiliare
L’acquisto di una casa è un valore tradizionale per i bulgari. In base all’agenzia "Raiffeisen imoti", in Bulgaria vi sono 3,75 milioni di case, un cittadino su due possiede un appartamento o una casa, senza considerare terre, negozi e uffici. Gli scorsi anni sono state costruite molte abitazioni a Sofia. I prezzi nella capitale e in alcune grandi città sono diventati sempre più alti prima dell’entrata della Bulgaria nell’Ue, nel 2007. Gli appartamenti nei modesti edifici socialisti che sorgono nelle periferie della capitale arrivano a costare 1000 euro al metro quadro.
Edifici residenziali e centri commerciali sono spuntati come funghi negli ultimi 5 anni a Sofia. Chilometri e chilometri di costa del Mar Nero sono stati coperti con veri e propri giganti alberghieri e complessi residenziali. Le banche hanno concesso generosi prestiti ad investitori e clienti per costruire o comprare proprietà. Gli investitori hanno realizzato grossi profitti.
Ma ora tutto questo è cessato. La mongolfiera immobiliare e il business edilizio rischiano di scoppiare. Nei prossimi anni falliranno molte compagnie edili, in particolare quelle che lavorano indebitandosi troppo, sostiene Petkan Iliev, professore di economia.
Forti ripercussioni anche sul turismo. 80 alberghi e 500 appartamenti presso il villaggio turistico "Sunny beach", sul Mar Nero, sono in vendita al costo di…1 euro. Gli eventuali acquirenti dovrebbero infatti accollarsi tutti i debiti degli hotel, le spese di riparazione e di ristrutturazione. Quest’estate è stata molto "amara" per molti proprietari della costa del Mar Nero. I loro alberghi sono rimasti vuoti, e loro li hanno messi in vendita, ma non sembrano esserci acquirenti interessati. Molti hotel saranno rilevati dalle banche locali, altri saranno demoliti, come è avvenuto in Spagna. Lo ha preannunciato quest’estate Anelia Krushova, a capo dell’Agenzia turistica nazionale.
Un colpo agli affari
Il governo in carica da un lato, l’opposizione di destra e alcuni esperti dall’altro, sono divisi su come il rilevante surplus di budget – 1,2 miliardi di lev, più di 600 milioni di euro – dovrebbe essere speso e in merito alle previsioni di crescita economica.
Secondo Ivaylo Kalfin, ministro degli Esteri e membro del parlamento, la crescita economica del Paese, che al momento è pari al 7%, potrebbe scendere a 5-5,5%. Bozhidar Danov, presidente dell’Associazione industriali bulgari, ha affermato che il rallentamento nella crescita sarà inferiore al 4%.
Il boom dell’edilizia e il mercato immobiliare hanno fatto il loro tempo e la diminuzione della domanda e dei contratti in questi settori colpiranno l’intera economia – ha dichiarato Danov secondo il quale i cospicui investimenti nell’edilizia sono stati il motore di molti altri settori quali metallurgia, produzione di cemento, vetro, mobili, industria chimica, trasporti. E’ per questo che, sempre secondo il rappresentante degli industriali, il governo invece di spendere enormi parti del surplus di budget per l’assistenza sociale e il sistema pensionistico e per l’acquisto di computer e automobili per l’amministrazione, dovrebbe investirli nelle infrastrutture, in particolare per la costruzione di strade, in modo da attutire la crisi.
In ottobre inoltre gli imprenditori locali e gli economisti si sono rivoltati contro la politica degli alti tassi di interesse delle banche bulgare. "Qui le banche sono stabili, ma abbiamo bisogno di misure di sostegno per le aziende perché la crisi finanziaria mondiale e i crediti costosi minacciano gli affari bulgari", ha affermato Alexander Bozhkov, a capo del Centro di Sviluppo Economico. Le banche traggono grandi profitti dagli alti tassi di credito a scapito delle aziende e dei cittadini, ha affermato invece Chavdar Nikolov, economista.
Gente comune
Tra la gente comune cresce sempre più il pessimismo in una condizione di crescita costante dei prezzi di elettricità, gas, petrolio, cibo, trasporto, tasse e servizi. La crisi finanziaria globale si farà sentire in Bulgaria soprattutto presso le famiglie, e la piccola-media impresa, ha commentato il prof. Dimitar Ivanov secondo il quale l’attività economica delle piccole compagnie è a forte rischio, vi sono reali pericoli di bancarotta e di crescita della disoccupazione e i risparmi potrebbero essere svalutati del 20%.
Tutti i commentatori in questi giorni hanno fatto notare anche il lato debole del governo attuale, che ha causato il congelamento di più di 1 miliardo di euro di fondi europei dopo che l’ Ufficio europeo anti-frode ha scoperto diversi casi di corruzione, nepotismo e frode.
In ogni caso, la profonda crisi economica non è niente di nuovo per la Bulgaria, Molti ricordano l’iper-inflazione del 1996- 1997, quando il Partito socialista bulgaro era al governo, il tasso del dollaro americano cresceva quotidianamente come in "Obelisco nero" di Remarque.
Allora camerieri, autisti e guardie del corpo vennero incaricati come direttori di banca e poi fu il collasso economico. Le banche fallirono, i risparmi di molti bulgari si dissolsero, le proprietà di stato vennero privatizzate per cifre irrisorie. Il governo successivo, di destra, ha ancorato il valore del lev al dollaro americano (ora è ancorata all’euro) riuscendo a stabilizzare l’economia.
Vi è una barzelletta che gira in questi giorni. La crisi finanziaria viene paragonata ad un virus del computer. In questo caso la Bulgaria sarebbe vaccinata al virus perché qui si scrive ancora a macchina.