Nuoto: Lana Pudar, orgoglio della Bosnia Erzegovina, non amata dai nazionalisti
Lana Pudar si è aggiudicata l’oro nei 200 farfalla ai recenti campionati europei di nuoto di Roma. Acclamata nel suo paese e sui social network, la nuotatrice 16enne è ora corteggiata da quegli stessi politici che non fanno nulla per i giovani sportivi
(Pubblicato originariamente da Le Courrier des Balkans il 24 agosto 2022)
2’06”81: è il tempo impiegato da Lana Pudar, 16 anni, per nuotare i 200 metri farfalla e vincere il campionato europeo di nuoto il 17 agosto scorso a Roma. Quando ha alzato lo sguardo nella piscina olimpionica, un enorme sorriso le ha illuminato il volto. Dopo la medaglia di bronzo nei 100 m farfalla di due giorni prima, aveva finalmente conquistato l’oro e il gradino più alto del podio. Dietro di lei, l’intera Bosnia Erzegovina assaporava la vittoria. Sui social network si sono immediatamente riversati messaggi di gioia e speranza: "Ce l’ha fatta! Congratulazioni Lana! È il nostro orgoglio nazionale! Grazie a lei, la Bosnia Erzegovina sta facendo la storia! Abbiamo una campionessa europea".
Una vittoria subito condivisa e celebrata da molti esponenti politici, nel pieno dei preparativi per la campagna elettorale del prossimo 2 ottobre. Fadil Novalić, primo ministro della Federazione, si è subito congratulato, assicurando che "il sostegno del governo sarà all’altezza del compito e questo è solo l’inizio". Il sindaco di Sarajevo, Benjamina Karić, ha promesso di darle 20.000 KM, ovvero circa 10.000 euro. Il membro croato della presidenza tripartita della Bosnia Erzegovina, Željko Komšić, ha promesso di rimborsare il costo del viaggio a Roma, pari a 15.000 euro. Nell’entità serba, il sindaco di Banja Luka, Draško Stanivuković, si è detto pronto a sostenerla nelle future competizioni: "Non vediamo l’ora di vedere le tue nuove medaglie! Sappi che sei la benvenuta a Banja Luka, dove ti accoglieremo con piacere".
Il delfino di Mostar
Al rientro nella sua città natale, centinaia di persone hanno applaudito la campionessa sedicenne sotto il vecchio ponte di Mostar. Il presidente dell’Associazione sportiva di Mostar, Senad Kevelj, l’ha ringraziata per aver "riportato l’orgoglio in Bosnia Erzegovina e per aver dato un esempio alle future generazioni di sportivi". "Viviamo in un paese che non è in buone condizioni, con una situazione finanziaria difficile. Ma non ho mai sentito questi ostacoli grazie al sostegno dei miei sponsor, del mio club, della mia famiglia e di tutti coloro che mi hanno aiutato", ha dichiarato Lana Pudar.
Per questa gara, come per le precedenti a cui ha partecipato, quella che tutti chiamano "il delfino di Mostar" si è allenata duramente, con molteplici viaggi di andata e ritorno a Sarajevo o Zagabria. Nonostante le ripetute richieste della sua famiglia e del suo club sportivo, Mostar non ha ancora una piscina olimpionica. Naturalmente, il comune l’ha promesso più volte. Dopo il campionato di Roma, le autorità municipali hanno persino annunciato di aver stabilito l’ubicazione del futuro edificio, sul terreno dell’ex caserma dell’Esercito Popolare Jugoslavo (JNA) nel sud della città. Ma il club sportivo di Lana, KVS Orka, ha accolto con cautela la promessa: "Spero davvero che la costruzione non sia più un tabù e che inizi al più presto, perché Lana lo merita, la città di Mostar lo merita", ha detto Damir Đedović, presidente del club di Lana nonché uno dei suoi allenatori,.
Le immagini della giovane Lana che nuota nella piccola piscina in una serra nel suo giardino sono state condivise migliaia di volte e simboleggiano la crisi del settore sportivo, trascurato dalle istituzioni bosniache. "Senza una struttura di allenamento sponsorizzata dallo stato, tutte queste medaglie e questi successi appartengono solo a Lana e a coloro che l’hanno aiutata. Tutti i ministri, i sindaci, gli assessori e i politici potranno congratularsi con se stessi solo quando si saranno presi la briga di costruire una piscina olimpionica, indispensabile per tutti gli sportivi e i bambini di Mostar", aveva dichiarato il padre di Lana, Velibor, a margine dei Campionati mondiali di nuoto in vasca corta di Abu Dhabi del 2021.
Infatti, nonostante gli innumerevoli messaggi di congratulazioni e le promesse di sostegno, Lana Pudar sta procedendo da sola. Secondo i documenti del Ministero dello Sport e della Cultura del Cantone Herzegovina-Neretva, l’anno scorso sono stati concessi solo 1.500 euro al club di nuoto Orka di Mostar, su un budget totale di 260.000 euro destinati allo sport e alla cultura nel Cantone.
Trascurato dai politici, lo sport è scarsamente sostenuto in Bosnia Erzegovina ed è altamente politicizzato. Molti sportivi scelgono quindi di gareggiare con i colori croati o serbi. Il padre di Lana è ortodosso e ha giocato per un periodo in Serbia come portiere di due squadre di calcio, ma la figlia dice di non essere "né serba né croata, ma legata al suo paese, la Bosnia Erzegovina".
Questa scelta le è valsa molti commenti d’odio da parte dei nazionalisti della regione. In Serbia, il tabloid Kurir, megafono del presidente Aleksandar Vučić, si è in modo ipocrita complimentato con "la nuova campionessa europea che non ha voluto la Serbia e ha scelto la Bosnia!". "Suo padre è serbo, ortodosso, e Lana porta medaglie alla Bosnia Erzegovina", ha aggiunto il media belgradese Mondo, noto per la sua linea editoriale ultranazionalista. Sotto i titoli dei giornali, una raffica di commenti odiosi attacca questi "miserabili ortodossi bosniaci che tradiscono la loro patria serba".
A Lana Pudar non interessa. Suo malgrado, è diventata il simbolo di una generazione di sportivi e di giovani talenti bosniaci che vogliono credere nel loro futuro. A settembre, inizierà ad allenarsi per le qualificazioni per i prossimi Giochi Olimpici di Parigi del 2024.