Armenia, Azerbaijan, Turchia | | Politica
Una nazione, due stati
Nonostante gli storici legami tra l’Azerbaijan e la Turchia, i recenti sviluppi delle relazioni turco-armene hanno irritato Baku che minaccia di tagliare le forniture di gas alla Turchia
"Una nazione, due stati". Questo motto è stato insegnato ad ogni giovane azero fin dall’infanzia: la Turchia è sempre stata e sempre sarà accanto all’Azerbaijan; siamo Paesi fratelli; siamo una famiglia, eccetera. La Turchia ha diverse scuole turche in Azerbaijan, in televisione si vedono anche i canali turchi, il popolo azero apprezza la musica turca e vota per la Turchia nelle gare dell’Eurovisione. I due Paesi condividono la stessa religione ed hanno una lingua simile. Ma quanto sono reali questi legami tra l’Azerbaijan e la Turchia e fino a che misura i due governi vogliono sostenerli, dati i recenti sviluppi nelle relazioni bilaterali tra la Turchia e l’Armenia?
I primi segnali dell’eruzione
Quando all’inizio di aprile la Turchia ha annunciato apertamente il suo progetto di aprire il confine col suo vicino orientale, l’Armenia, in Azerbaijan si sono mosse accese proteste. Ora, un mese dopo, mentre la rabbia è in qualche misura scemata, l’amarezza e la delusione rimangono.
Smentendo le affermazioni secondo cui la normalizzazione dei rapporti tra Turchia ed Armenia avrebbe favorito le relazioni tra Azerbaijan e Armenia, specialmente nel contesto della risoluzione del conflitto nel Nagorno Karabakh, Asim Mollazade, capo del Partito democratico riformista, all’opposizione, ha dichiarato che Yerevan e Baku erano pronte a dei colloqui per raggiungere una possibile soluzione sul Nagorno Karabakh. Non appena però ci sono stati segnali di un netto miglioramento delle relazioni dell’Armenia con la Turchia, i negoziati hanno incominciato a fermarsi. Comunque, ha affermato Mollazade, l’aprire i confini e normalizzare le relazioni bilaterali non porterà nulla di buono alla Turchia, almeno fintantoché l’Armenia rifiuta qualsiasi compromesso riguardo al tema del genocidio e alle sue rivendicazioni territoriali.
Mollazade non è il solo a pensare che il recente riavvicinamento tra Turchia ed Armenia non porterà alcun beneficio all’Azerbaijan. Secondo Mubariz Ahmedoglu del Centro per le innovazioni politiche e le nuove tecnologie, la Turchia ha in effetti tradito gli interessi sia del popolo turco che di quello azero, abbracciando il processo di normalizzazione dei rapporti con l’Armenia. La cooperazione tra l’Azerbaijan e la Turchia è sempre stata fondamentale per l’Azerbaijan, che ha strutturato la sua politica estera in accordo con gli interessi della Turchia. Ufficialmente, sempre secondo Ahmedoglu, Baku ha sempre "evitato di sviluppare al massimo le sue relazioni con Mosca, né ha cercato una profonda cooperazione con Washington, precisamente perché la cooperazione strategica con Ankara era per noi una priorità, una specie di faro guida".
Su toni simili, il membro del parlamento Qanira Pashayeva ha dichiarato che: "L’apertura del confine non è solo contraria agli interessi dell’Azerbaijan, ma anche a quelli turchi. Al momento, la situazione economica e sociale in Armenia è vicina ad un totale collasso. L’apertura del confine darebbe certamente un impulso allo sviluppo dell’economia armena. Rafforzerebbe anche il Paese. Io spero che la Turchia analizzerà più attentamente la questione e non aprirà il confine".
Mentre sui media azeri il "comportamento" della Turchia è stato commentato quale tradimento, un abbandono da parte del "grande fratello" turco, c’è stato chi si è spinto fino al punto di bandire la musica turca dalle trasmissioni radiofoniche locali. Il direttore esecutivo dell’emittente di Baku Media FM ha annunciato che la sua stazione radio "smetterà di trasmettere canzoni turche se e quando il confine tra la Turchia e l’Armenia verrà davvero aperto", e ha invitato tutte le altre stazioni radio a seguire il suo esempio.
L’analista politico Fikret Sadikhov offre un’analisi più benevola rispetto ai passi intrapresi dalla Turchia per aprire il confine. "Quando si arriva alla possibile apertura del confine, l’Azerbaijan vede tale decisione con seria preoccupazione. La Turchia d’altra parte deve valutare tutte le possibili conseguenze che potrebbero sorgere, come pure non dimenticarsi dell’Azerbaijan. Noi possiamo solo sperare che l’amministrazione turca capisca la fragilità della situazione che si è venuta a creare e non vada avanti verso un patto incondizionato con l’Armenia".
E mentre molti in Azerbaijan sostengono che la Turchia non farà nulla che possa andare contro gli interessi dell’Azerbaijan, alcuni dicono che la Turchia in effetti non potrà fare altrimenti. L’analista politico Oktay Sadixzade sostiene che: "Mentre da un lato il commercio tra Armenia e Turchia ha già raggiunto i 180 milioni di dollari, questo non è nulla se paragonato alle perdite che l’economia turca dovrebbe sostenere se l’Azerbaijan tagliasse le forniture di gas alla Turchia, esacerbando ulteriormente le relazioni tra i due governi. Fondamentalmente, per la Turchia perdere l’Azerbaijan è un grosso pericolo e passi di questo tipo sarebbero solo degli []i".
Alla ricerca di un’intesa
È un dato di fatto che le relazioni tra Turchia e Azerbaijan si sono in qualche misura deteriorate. In effetti i due Paesi non sono mai stati tanto vicini a interrompere i contatti. Il governo azero ha espresso apertamente una posizione di disapprovazione verso i recenti sviluppi, arrivando a minacciare la Turchia di tagliare le forniture di gas proveniente dall’Azerbaijan.
Una cosa per ora è certa: la Turchia non aprirà il confine fintantoché il conflitto sul Nagorno Karabakh rimarrà irrisolto, questo è stato detto chiaramente. Eppure il governo, come pure il popolo dell’Azebaijan, devono capire che la Turchia, pur essendo una nazione "sorella" e un alleato strategico, è anche un Paese indipendente con una propria politica estera.
Per ora, una delle soluzioni possibili è una alternativa ampiamente discussa in Azerbaijan. La cosiddetta "apertura scaglionata del confine" citata dal vice ministro degli Esteri azero, Araz Azimov: "…man mano che nei territori occupati dell’Azerbaijan si arriverà ad un progresso, ed essi saranno gradualmente liberati dall’occupazione, ci potrebbe essere passo a passo un’apertura delle strade che collegano la Turchia e l’Armenia".
Anche se questa potrebbe essere una possibilità, nessuna delle parti – Armenia, Azerbaijan e Turchia – può garantirla, dato che tutte e tre stanno cercando di massimizzare il loro interesse, e raggiungere una comune base d’intesa sarà difficile.