Il cambiamento climatico e le contadine azere

Sono molte le donne nel sud dell’Azerbaijan a lavorare nel comparto agricolo. E davanti alle drammatiche conseguenze degli effetti dei cambiamenti climatici sulle colture tradizionalmente coltivate nell’area vengono lasciate sole

20/02/2020, Ilaha Abasli -

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 (foto di Chichek Bayramli/Chai Khana)

(Pubblicato originariamente da Chai Khana il 23 gennaio 2020)

Quando Sakina Akbarova, 49 anni, si è resa conto che inverni sempre più caldi danneggiavano la sua piantagione di riso, ha capito che doveva adottare misure drastiche per poter continuare a sfamare la propria famiglia.

Così lo scorso anno ha deciso di diversificare le sue colture, aggiungendo le patate. Le forti piogge però hanno distrutto le piante prima che le patate potessero essere raccolte e Sakina ha perso l’intero raccolto. Per guadagnare soldi per la sua famiglia, è stata costretta a trovare un impiego come lavoratrice stagionale in altre fattorie.

Sfortunatamente la storia di Saskina non è l’unica all’interno delle comunità agricole del sud dell’Azerbaijan. Collocati tra l’Iran ed il Mar Caspio, i villaggi nel distretto di Lankaran sono tradizionalmente noti per le piantagioni di riso, tè e agrumi.

Con il mutare del clima tuttavia, sta cambiando anche la situazione. I dati del Dipartimento Nazionale di Idrometeorologia relativi agli anni 1991-2000, mostrano un incremento medio delle temperature di 0.41°C nel sud dell’Azerbaijan, tre volte maggiore dell’aumento di temperatura registrato tra il 1961 ed il 1990. Il cambiamento di temperatura ha già avuto un impatto sull’agricoltura e sulle coltivazioni e recenti studi indicano che la situazione è destinata a peggiorare. Un rapporto delle Nazioni Unite del 2010 suggerisce che la temperatura media aumenterà di 0.30°C ogni decennio tra il 2021 e il 2050.

“I cambiamenti di temperatura, l’anidride carbonica atmosferica (CO2) e l’intensità di condizioni atmosferiche estreme potrebbero avere un impatto significativo sulle rese dei raccolti”, sottolinea Fariz Alakbarov, specialista in emissioni di gas serra e scienze agrarie che lavora per il United Nations Development Programme (UNDP) come esperto locale in materia di migrazioni dovute ai cambiamenti climatici.

“L’aumento dei livelli di CO2 può influire sulla resa dei raccolti e sui tempi di coltivazione. Inoltre, affrontare siccità e piogge può diventare una grande sfida in aree dove l’aumento delle temperature estive fa si che i terreni divengano più secchi e meno umidi. Questo crea poi un ambiente favorevole per diversi tipi di infezioni. Anche se in alcuni luoghi potrebbe essere possibile un aumento delle irrigazioni, in altri le riserve d’acqua non sarebbero sufficienti".

Alakbarov specifica che nonostante l’Azerbaijan non contribuisca molto al cambiamento climatico rispetto a paesi più grandi come Russia, Cina, Stati Uniti e Unione Europea, l’impatto si sta già facendo sentire nelle comunità di tutto il paese. Ad esempio le temperature stanno aumentando e le condizioni climatiche estreme, come siccità o inondazioni, stanno diventando sempre più comuni.

(foto di Chichek Bayramli/Chai Khana)

Un’analisi relativa all’anno 2012 della Banca Mondiale relativa alle condizioni climatiche in Azerbaijan ha rilevato che la regione meridionale è particolarmente vulnerabile al cambiamento climatico, il quale ha implicazioni preoccupanti per l’intera economia azera ed in particolar modo per le donne agricoltrici e le loro famiglie. Secondo le ultime statistiche disponibili, quasi il 40% dei posti di lavoro in Azerbaijan sono relativi al settore agricolo. Le donne costituiscono quasi la metà degli agricoltori del paese e sono particolarmente vulnerabili a qualsiasi minaccia al settore.

Gli studi hanno dimostrato che donne e uomini vivono l’impatto del cambiamento climatico in maniera differente a causa dei ruoli di genere tradizionali e delle responsabilità. Le donne rurali sono particolarmente vulnerabili poiché dipendono più degli uomini dai servizi eco-sistemici (come l’acqua, le foreste, i pascoli, la coltivazione del suolo e le piogge) per la sicurezza alimentare.

Quando il cambiamento climatico limita l’accesso alle risorse, gli uomini lasciano i villaggi per trovare lavoro in città. In Azerbaijan, la maggior parte delle donne rimane indietro e si prende cura della famiglia. A causa della discriminazione sistemica e culturale, la maggior parte delle donne non possiede una terra propria e solitamente ha un accesso limitato alle risorse, all’educazione e all’informazione. Inoltre, le agricoltrici rurali sono solitamente escluse dal processo decisionale sia all’interno che all’esterno del loro nucleo famigliare.

Attualmente, 34 comunità rurali in Azerbaijan sono particolarmente vulnerabili al cambiamento climatico, soprattutto perché le donne locali non hanno le risorse sufficienti e la conoscenza per adattare le loro colture al cambiamento dell’ambiente circostante.

Mirvari Jafarova, 58 anni, contadina da oltre 20 anni nel villaggio di Separadi, ha già verificato di persona l’impatto del cambiamento climatico. “Negli ultimi due anni, non c’è stata neve sui campi durante l’inverno, e in primavera, durante il periodo della semina, forti piogge hanno rovinato gran parte delle coltivazioni di riso. Gli inverni senza neve sono piuttosto inusuali per me dato che sono cresciuta in questo villaggio ed ho visto tutti gli anni la neve sul terreno, necessaria per la resa dei raccolti”, racconta.

L’anno scorso Mirvari e Sakina hanno perso più della metà (circa 4 tonnellate) del riso piantato. Poiché l’agricoltura è l’unica fonte di reddito, le famiglie hanno pagato la perdita a caro prezzo.

Le due donne ritengono di dover abbandonare le colture tradizionali e di dover iniziare a diversificare ciò che piantano per poter sopravvivere. “Noi contadini speriamo per il meglio e confidiamo nella misericordia della natura dopo aver piantato i semi”, dice Mirvari.

Nel tentativo di adattarsi al cambiamento climatico, lo scorso anno Sakina ha deciso di diversificare le sue pratiche agricole. “Ho piantato patate con mio figlio nel nostro villaggio. Tuttavia, a causa dell’intensificarsi delle piogge, tutti i 150 kg della nostra semina sono andati sprecati”.

Secondo Alakbarov i contadini locali non possiedono la formazione e le risorse per adattarsi al cambiamento climatico. Ha osservato però che “alcune misure di adattamento alle pratiche agricole possono essere fatte”. Ad esempio, i contadini possono utilizzare diverse varietà di colture tradizionali o, come Mirvari e Sakina, possono cercare di diversificare. Anche cambiare le date di semina può aiutare, ha aggiunto.

Altre donne contadine nella regione stanno ripensando ai metodi di coltivazione tradizionali. Raftara Shukurova ha avviato la fattoria “Citrus Valley” nel 2009. Coltiva diversi tipi di frutti (fekhoa sudamericane, kiwi, arance, pompelmi, limoni e mandarini) e garantisce lavoro a circa 20 persone a seconda della stagione. Anche lei ha avvertito l’impatto del cambiamento climatico. “Il clima di Lenkeraqn, un tempo subtropicale e umido, sta diventando come quello di Baku, un clima secco”, afferma.

“Durante il periodo sovietico, lo stato decise di coltivare fekhoa in Azerbaijan a causa del clima favorevole dei villaggi di Lenkeran, umido, piovoso e caldo. Ma adesso la situazione sta cambiando".

Durante gli ultimi anni le estati sono state secche, mentre le piogge abbondanti della primavera hanno reso difficile la coltivazione degli agrumi. “Due anni fa, durante il periodo della fioritura primaverile, il raccolto di fekhoa è stato distrutto da forti piogge. Come datore di lavoro però dovevo pagare i miei lavoratori stagionali, ed è stato difficile”, racconta Raftara che però rimane ottimista sul fatto che i contadini della sua comunità possano adattarsi e superare le sfide poste dal cambiamento climatico.

Ad esempio, lei ha installato un sistema d’acqua sospeso per creare condizioni di umidità artificiale per le piantagioni di kiwi. Ha inoltre aderito ad un programma statale di turismo che incoraggia i turisti a recarsi nelle fattorie locali. “I turisti visitano le nostre fattorie a Lenkeran e trascorrono la giornata aiutandoci in alcune attività agricole, come ad esempio la raccolta”, spiega Raftara.

“Quando I turisti di Baku o stranieri visitano le fattorie, anche per una gita di un giorno, questo li rende più consapevoli della catena alimentare e del cambiamento climatico esistente, cosa che alla fine aumenterà la loro consapevolezza in merito all’agricoltura”.

L’Azerbaijan è impegnato ad affrontare le sfide del cambiamento climatico e ad attuare piani di mitigazione secondo gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU – il paese ha anche aderito al progetto regionale “EU4Climate” dell’Unione Europea (il più grande progetto di questo tipo all’interno del paese) – ma il professor Alakbarov sottolinea che non sono ancora state adottate misure sufficienti, specifiche e adatte al contesto in risposta alle esigenze degli agricoltori.

Climate change

L’European Data Journalism Network – di cui OBCT è tra i promotori – ha realizzato un’inchiesta collaborativa sul drammatico innalzamento delle temperature in Europa, pubblicata congiuntamente in 16 paesi, 12 lingue e da oltre 100 testate giornalistiche europee

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