Azerbaijan, i quotidiani italiani fanno arrabbiare Baku

Fra gossip e WikiLeaks, una recente ondata di scandali ha investito Mehriban Aliyeva, la first lady azera. E i media locali non ne possono parlare. Un articolo pubblicato da EurasiaNet il 14 dicembre 2010

24/12/2010, Eurasianet -

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Photo: mehriban-aliyeva.org

L’Azerbaijan è alle prese con un recente scandalo scoppiato sul web. Questo scandalo non riguarda gli irritanti blogger domestici che stuzzicano la sensibilità del governo. E non riguarda i diritti dei media. Anzi, l’argomento in questione non viene generalmente affrontato a Baku nemmeno dall’opposizione politica azera: si tratta della first lady Mehriban Aliyeva.

La Aliyeva, nelle scorse settimane, è diventata oggetto di una copertura mediatica senza precedenti nella stampa estera. Per prima cosa, Il Foglio – un quotidiano italiano vicino alla destra – il 3 dicembre scorso ha pubblicato un articolo, utilizzando diplomatici anonimi come fonte, che descriveva alcuni “meeting informali”, di natura possibilmente romantica, avvenuti a Berlino fra la Aliyeva e il presidente bielorusso Alexander Lukashenko. Successivamente, il 12 dicembre, un quotidiano britannico, The Guardian, ha pubblicato la storia di un dispaccio dello staff dell’ambasciata USA a Baku, riportato su WikiLeaks, che descrive l’influenza politica e gli interessi economici della famiglia di Aliyeva e che specula sul possibile utilizzo della chirurgia estetica da parte della first lady.

Le dichiarazione riportate su “Il Foglio”, accompagnate da una fotogalleria intitolata “Troppo bella per una first lady”, sembrano di natura scandalistica lanciando rivendicazione pretestuose. Fra i lettori stranieri il rapporto sembra ispirare solamente una scrollata di spalle. Ma in Azerbaijan, dove l’immagine della first lady è sacrosanta, l’articolo ha toccato un nervo scoperto.

La cultura azera non tollera discussioni pubbliche sulla moglie di un uomo; questa regola è ancora più importante quando è coinvolta l’affascinante moglie 46enne del Presidente Ilham Aliyev. Mentre sui media l’opposizione può criticare giornalmente il presidente e il suo governo, molto raramente si osa scrivere qualcosa di negativo sulla first lady.

Il rapporto del giornale italiano ha scioccato molti azeri. Anche se nessun media azero ha ripubblicato o scritto qualcosa riguardante l’articolo de “Il Foglio”, la storia della pubblicazione è diventata uno dei temi più caldi di discussione nella capitale azera. I residenti di Baku hanno potuto estinguere la loro sete di gossip e allusioni avendo accesso alle traduzioni in lingua russa che sono apparse sui media online russi e armeni a partire dall’8 dicembre.

Il governo ha risposto prontamente. Nella dichiarazione del 9 dicembre sulla storia pubblicata da “Il Foglio” il servizio di protocollo della first lady ha comunicato “un’estrema indignazione per le calunniose insinuazioni, che discreditano l’onore e la dignità di Mehriban Aliyeva”. Definendo il rapporto diffamatorio, il servizio ha supposto che “alcune forze che non sono interessate al crescente prestigio della nostra nazione e all’autorità internazionale della first lady azera” hanno piazzato questo articolo. Sono state inoltre richieste le scuse pubbliche e la piena ritrattazione da parte de “Il Foglio”. L’Italia, bisogna sottolinearlo, ha dei forti legami energetici con la Russia, mentre Mosca e Baku sono competitori agguerriti nell’export dell’energia attraverso i progetti di gasdotti nel Bacino del Mar Caspio. 

I rappresentanti de “Il Foglio”, che ha sede a Milano, non rispondono alle richieste di commenti da parte di EurasiaNet.com.

Mentre molti azeri – senza badare alla loro appartenenza politica – respingono le dichiarazioni definendole “un mucchio di spazzatura” o “semplicemente impossibili”, solo alcuni media hanno pubblicato le dichiarazioni del servizio di protocollo di Aliyeva. Coloro che lo hanno fatto, hanno pubblicato le dichiarazioni senza alcun riferimento all’articolo in questione.

In qualità di membro del parlamento, deputato presidente del partito “Yeni Azerbaijan” attualmente al governo, ambasciatrice volontaria per l’UNESCO e per l’Organizzazione degli Stati Islamici, e capo della fondazione di beneficenza Heydar Aliyev Foundation – nessun’altra donna in Azerbaijan è così in vista e, nessun’altra ha un immagine pubblica così costantemente positiva.

D’altronde facendo insinuazioni si corre il rischio di incorrere nell’ira del Presidente Aliyev, che è conosciuto fra i giornalisti azeri per avere una grande tolleranza per le critiche contro la sua persona ma non per quelle contro i suoi familiari. Un articolo pubblicato nel 2010 dal Washington Post a proposito di una proprietà multi-milionaria che molto presumibilmente appartiene a Heydar, il figlio tredicenne del presidente, è stato citato come una delle cause che ha contribuito ad infiammare le relazioni fra Azerbaijan e Stati Uniti.

Mentre Il Foglio ha sollevato un polverone per aver toccato l’onore personale del Presidente Aliyev, le rivelazioni di WikiLeaks, fornite dal Guardian non l’hanno fatto.

I presunti dispacci delle ambasciate degli Stati Uniti nel 2010, che sono stati ripubblicato in alcuni media azeri, citano la famiglia della firt lady, la Pashayevs, come “la famiglia più potente in Azerbaijan” con pacchetti azionari in patrimoni reali e in costruzione nel settore finanziario e delle telecomunicazioni. La famiglia, rivendica, utilizza “meccanismi governativi” per tenere alla larga la concorrenza, mentre de facto mantiene il controllo su certi ministeri – compreso quello della cultura e del turismo, dei giovani e dello sport, della salute e dell’educazione – che sono sotto il controllo della first lady.

La first lady viene descritta come un parlamentare che non si è mai presentato in parlamento e come una persona “scarsamente informata sulle questioni politiche”. Vengono inoltre azzardate delle critiche al suo aspetto. Una “fashionista” che è stata fotografata per Russian Vogue e Harper’s Baazar, Aliyeva – riporta il dispaccio – sembra aver fatto ricorso sostanziale alla chirurgia estetica” e non può disporre “di un’ampia gamma di espressioni facciali”. I suoi vestiti sono ritenuti “provocanti anche per il mondo occidentale”.

Il governo azero ha rapidamente accantonato i comunicati di WikiLeaks come menzogne, e ci si aspetta che la questione verrà sollevata privatamente con i funzionari americani. Come per l’articolo del Foglio, ogni dichiarazione contro la first lady non è considerata una questione appropriata da affrontare nel dibattito pubblico a Baku.

L’interesse pubblico sull’articolo del Foglio continua. Le spiegazioni sul perché l’articolo è stato pubblicato variano da una vendetta russa per le precedenti rivelazioni di WikiLeaks sulle critiche del Presidente Aliyev al Presidente russo Dmitry Medvedev e al Primo Ministro Vladimir Putin, a una “provocazione” da parte della “lobby armena”.

Le persone a cui è stato chiesto una reazione all’articolo rifiutano di essere citati. Un analista politico di Baku, che ha richiesto l’anonimato, crede che il governo userà qualsiasi mezzo ufficiale e non-ufficiale per far sì che Il Foglio si scusi pubblicamente. “Si sa che Ilham Aliyev detesta quando i media scrivono negativamente della loro famiglia, ma, in questo caso, è veramente un’offesa personale, cosa che non è perdonabile in Azerbaijan”, spiega l’analista.

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