Gli immigrati ai tempi della pandemia: il caso albanese

Nonostante la pandemia abbia rallentato i flussi migratori e nonostante il fatto che l’Albania venga spesso dipinta come un paese da cui non avrebbe senso andarsene, secondo questa analisi i flussi migratori dall’Albania hanno continuato ad essere sostenuti

15/11/2021, Rando Devole -

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© Aaftab Sheikh/Shutterstock

"Nell’anno della pandemia crollano gli ingressi di cittadini non comunitari", così titolava l’Istat il proprio report annuale (22 ottobre 2021 ) sui cittadini non comunitari in Italia. Infatti, nel 2020 sono stati rilasciati circa 106.500 nuovi permessi di soggiorno a cittadini non comunitari, il numero più basso degli ultimi 10 anni, quasi il 40% in meno rispetto a quelli emessi nel 2019.

Non tutti i paesi però hanno registrato lo stesso calo e per gli stessi motivi d’ingresso. Stati Uniti, Cina e Ucraina sono i paesi con il decremento complessivo maggiore, mentre osservando i permessi rilasciati sono quelli per studio e per asilo che hanno subito il calo più alto in percentuale.

Anche per l’Albania c’è stato un calo degli ingressi (-38,5%) durante il 2020. Tuttavia, bisogna tenere in considerazione che l’Albania, con 13.185 ingressi, occupa comunque il primo posto tra tutti i paesi non comunitari. Il dato non è privo di significato. Tra i nuovi ingressi degli albanesi il calo maggiore ha riguardato quelli per asilo (-78,8%) e studio (-64,8%), seguiti dai permessi per lavoro (-38,8%) e motivi familiari (-37,7%).

Il calo generale è da attribuirsi, secondo l’Istat, alla limitazione degli spostamenti dovuta alla pandemia da Covid-19, che a sua volta ha provocato un ritardo nella lavorazione delle pratiche dei permessi concessi. Sia gli sbarchi sulle coste italiane, sia le richieste di regolarizzazione (anno 2020) non si sono tradotti in una crescita dei permessi di soggiorno rilasciati.

Il calo dei soggiornanti

La diminuzione dei cittadini non comunitari con regolare permesso di soggiorno in Italia è stata di circa il 7%. Al 1° gennaio 2020 erano 3.615.826 mentre un anno dopo 3.373.876. La riduzione del numero dei soggiornanti si è verificata a causa del calo dei nuovi ingressi, ma deriva anche da fattori demografici come la diminuzione del numero dei nuovi nati stranieri, l’aumento dei decessi e l’incremento delle acquisizioni di cittadinanza italiana.

Tutte le cittadinanze sono diminuite: quella albanese ha riscontrato un -8,5%. All’inizio del 2021 risultavano 381.120 albanesi muniti di permesso di soggiorno. Un calo del genere era prevedibile e in linea con l’andamento degli anni precedenti. La collettività albanese negli ultimi anni è stata caratterizzata dalla presenza notevole dei soggiornanti di lungo periodo, i quali con il passare del tempo riescono ad acquisire la cittadinanza italiana. Il calo del numero dei soggiornanti va addebitato proprio al passaggio alla categoria dei nuovi cittadini italiani. Lo stesso fenomeno avviene per la collettività marocchina, ma un po’ meno con altre cittadinanze che devono ancora maturare i requisiti di residenza nel paese.

In generale, indipendentemente dalla pandemia, grazie alla digitalizzazione delle procedure, il numero delle acquisizioni di cittadinanza è aumentato. Nel 2020 131.803 cittadini (+4% rispetto al 2019) sono diventati italiani principalmente per residenza o per trasmissione. Il dato dovrebbe fare riflettere un po’ tutti. Al primo posto si trovano gli originari dell’Albania (28.107), seguiti da marocchini, brasiliani, pakistani e dai cittadini del Bangladesh. Questi ultimi hanno avuto gli incrementi più alti, quasi quadruplicati.

Secondo l’Istat, in Italia ci sono più di 200 mila nuovi cittadini di origine albanese. In particolare, ogni 100 cittadini albanesi ci sono circa 50 italiani di origine albanese. L’alto numero delle acquisizioni riflette da un lato la possibilità di doppia cittadinanza, dall’altro la non appartenenza all’Unione europea, che spinge comunque a richiedere un passaporto comunitario.

Tra i soggiornanti albanesi il 50,8% erano maschi e 49,2% femmine. Il dato ha confermato l’andamento degli ultimi anni con una presenza sempre più stabile e strutturale della componente femminile, quindi una bilanciata distribuzione tra i sessi. La cittadinanza albanese è caratterizzata da una diffusione articolata sul territorio italiano, sebbene la maggior parte risulti residente al centro-nord e in particolare in Lombardia (20,5%).

I dati oltre la narrativa

La lente magica dei media ci fa vedere spesso un’Albania prospera e solida a tal punto da permettersi di aiutare altri paesi sebbene siano più grandi demograficamente ed economicamente. Un paese che si offre platealmente per accogliere i profughi della nave Diciotti, che manda in modo spettacolare i propri infermieri in Italia in mezzo alla pandemia, che accoglie i profughi afghani dopo l’arrivo dei talebani ergendosi a paladino della solidarietà, ecco, un paese con un’immagine del genere dovrebbe essere meta ambita per tutti e un rifugio stabile per i propri abitanti. Quindi, ad ascoltare e vedere la maggior parte dei media, dall’Albania non dovrebbe emigrare nessuno, anzi dovrebbe essere il porto sicuro delle migrazioni di ritorno e di cittadini europei.

Eppure i dati dimostrano che, malgrado il calo generalizzato degli ingressi, i flussi migratori dall’Albania hanno continuato il loro percorso. In realtà, se dovessimo tenere conto delle cittadinanze acquisite, circa 230 mila secondo una nostra stima, il numero degli albanesi in Italia risulterebbe in aumento, per non contare gli irregolari, ossia i cittadini sprovvisti di permesso di soggiorno, che sono tanti, anche se sono invisibili dalle statistiche.

I dati sono stati confermati anche dall’Istituto di statistica albanese , secondo cui la popolazione al 1° gennaio 2021 registrava una diminuzione dello 0,6%, in confronto con l’anno precedente. Durante il 2020 in Albania, seppur in calo, il numero degli emigranti ha superato il numero degli immigrati, con un saldo netto di migrazione con il segno negativo (-16.684 residenti). L’Albania subisce sia la riduzione (la mortalità in aumento e la natalità  in calo) che l’invecchiamento della popolazione. Attualmente, i giovani guardano alla scelta migratoria – principalmente verso paesi come la Germania, Gran Bretagna, USA e Francia – per costruire il proprio futuro.

Dal punto di vista della presenza della nuova diaspora albanese , l’Italia occupa il primo posto solo da pochi anni (prima al primo posto si trovava la Grecia). L’immigrazione degli albanesi in Italia, cominciata con le navi all’inizio degli anni 1990, ha compiuto da poco i trent’anni, quindi si può considerare una presenza storica oltre ad essere una delle collettività più integrate nel tessuto socioeconomico. Tuttavia, la dinamicità dei flussi migratori e la loro composizione continuano ad evidenziare aspetti molto interessanti anche ai tempi della pandemia.

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