Voglia di Vojvodina slow

Spiagge lungo il Danubio, un’incredibile biodiversità, fattorie tradizionali. La provincia della Vojvodina si candida ad essere incubatore per il lancio e la promozione dell’ecoturismo in Serbia. Un nostro approfondimento

15/10/2010, Massimo Iacovazzi - Novi Sad

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Vojvodina, flickr/Darko_kec

Parchi naturali, il Danubio, le osterie tradizionali e i salaši, antiche fattorie immerse nella natura. Infine tradizioni locali vivaci e arricchite dall’essere terra di passaggio e di frontiera. E’ la Vojvodina, provincia multiculturale e multilinguistica, del nord della Serbia.

Il suo territorio, parte del bassopiano pannonico, senza soluzione di continuità con la pianura ungherese e con quella della Slavonia (Croazia nord-orientale) rappresenta a detta di molti esperti del settore, una grande opportunità di sviluppo per il turismo sostenibile. Opportunità, non ancora realtà.

“Purtroppo non esistono ancora in Vojvodina operatori turistici che si occupino specificatamente di questo settore”, afferma Gvozden Perković, direttore dell’Organizzazione turistica della Vojvodina (OTV), fondata 5 anni fa dal parlamento della Provincia e il cui obiettivo è quello di promuovere il potenziale turistico di questa regione. “Occorre considerare” continua Perković “che questo è anche dettato dal fatto che in Vojvodina e in generale in Serbia l’interesse ed il livello di sensibilità della popolazione per questa forma di offerta turistica risultano ancora modesti”.

Izabel Lanji è direttrice della promozione turistica dell’area Subotica-Palić, nel nord della Vojvodina. “Il potenziale è enorme, afferma, penso ad esempio alle diverse riserve naturali tra le quali quella di Obedska Bara, area paludosa boschiva, e delle "Sabbie di Deliblato“, il territorio sabbioso più vasto d’Europa, non lontano da Novi Sad. Rappresentano assieme ad altre, per la loro biodiversità, una risorsa straordinaria per lo sviluppo dell’ecoturismo in Vojvodina”. Perché allora lo scarso interesse dei turisti ed i ritardi in questa tipologia di turismo? “A mio avviso la ragione principale”, continua Izabel Lanji “è da individuare nelle carenze infrastrutturali e nelle insufficienti politiche di promozione territoriale”.

Izabel Lanji ricorda inoltre che, nonostante il Programma di sviluppo economico adottato nel 2003 dal parlamento della Provincia autonoma preveda anche una specifica strategia di sviluppo del turismo, non si è ancora riusciti ad eguagliare gli indicatori di sviluppo del settore registrati nel 1989. Il documento in particolare definiva strategie e misure per lo sviluppo del turismo nautico, attraverso la costruzione di porti e attrazioni turistiche sul Danubio e sui numerosi fiumi e canali che, con le loro aree boschive e le numerose riserve di pesca, caratterizzano il territorio della Vojvodina. Ma questo non sembra ancora sufficiente a rilanciare un settore su cui questa provincia della Serbia punta molto.

“Il limitato interesse e la scarsa sensibilità per il turismo sostenibile, sia a livello locale che nazionale, è dovuto in Serbia anche ad un fattore di ordine psicologico” conclude Izabel Lanji, secondo la quale molte persone, soprattutto i più giovani, associano la vita e il lavoro in contesti rurali ad uno stile di vita caratterizzato da povertà e duro lavoro. Per questo motivo, nonostante i sempre più numerosi salaši tradizionali restaurati e la conseguente crescita del settore agrituristico registrata negli ultimi anni, il turismo sostenibile in particolare è ancora poco conosciuto ed è quasi del tutto assente la consapevolezza delle sue forti potenzialità di sviluppo.

Non condivide del tutto questa analisi Maja Sedlarević, vice-presidente del Parlamento della Vojvodina, secondo la quale ciò che davvero incide negativamente sullo sviluppo dell’ecoturismo è soprattutto la mancanza di fondi e risorse economiche necessarie a colmare il ritardo infrastrutturale accumulato anche in questo settore nel corso degli anni ’90, vero e proprio decennio perduto per l’intera economia del Paese.

“Occorrerebbe destinare maggiori risorse di bilancio allo sviluppo del turismo in generale e al turismo sostenibile in particolare”, dice Maja Sedlarević “per sfruttare appieno le enormi opportunità di sviluppo del settore è necessario investire in progetti di recupero e riqualificazione infrastrutturale, oltre che elaborare programmi educativi e di informazione tesi a promuovere una cultura della tutela dei beni naturali e culturali, migliorando altresì il livello di sensibilità e l’interesse delle popolazioni locali e dei potenziali operatori verso questa tipologia di turismo”.

“In questo contesto”, integra il direttore dell’Organizzazione Turistica della Vojvodina Gvozden Perković, “è di assoluta importanza il ruolo che progetti internazionali per lo sviluppo della governance in ambito turistico possono svolgere per promuovere l’offerta complessiva del settore nel territorio. In particolare, l’Organizzazione turistica della Vojvodina ha partecipato negli ultimi due anni ad alcuni progetti, tra i quali il progetto "Datourway“ (Strategia per lo Sviluppo Territoriale Sostenibile dell’area del Danubio in ambito turistico), in partenariato con l’organizzazione ungherese VATI, nell’ambito del programma di cooperazione transfrontaliera finanziato dai fondi comunitari di pre-adesione IPA”.

Nel 2008, inoltre, l’OTV ha preso parte al progetto "Patto Territoriale“ (Strategia condivisa di sviluppo turistico del distretto della Bačka meridionale), in partenariato con il ministero italiano dello Sviluppo economico, nel quadro del programma InePS (Italian Negotiated Programming in Serbia).

Anche Nada Lazić, funzionario dell’assessorato all’ambiente e allo sviluppo sostenibile della Provincia autonoma della Vojvodina, sostiene che occorre puntare molto su progetti di trasferimento di "buone pratiche“ da parte di organizzazioni e Paesi che hanno già maturato esperienze rilevanti nel settore ecoturistico nei loro territori.

La Strategia di Sviluppo del Turismo, adottata a livello centrale a Belgrado nel 2006, definiva tra le sue priorità proprio la promozione di una politica di investimenti nel settore che invertisse la tendenza affermatasi nel corso dei 15 anni precedenti, anche attraverso l’attrazione di investimenti esteri ed un coordinamento tra gli organi di governo locale e centrale che contribuisse, nello specifico della Vojvodina, allo sviluppo del turismo nautico, termale e rurale.

E’ proprio in Vojvodina, a Sremska Mitrovica, che ha sede una delle maggiori associazioni che si occupano in Serbia di turismo ecosostenibile. Ekoturizam Srbija, ONG fondata nel 2008, si prefigge, anche in collaborazione con altre organizzazioni ed istituzioni nazionali, di aumentare la consapevolezza di turisti/viaggiatori e comunità locali sull’importanza del turismo sostenibile, organizzando conferenze ed incontri. Collabora, inoltre, con dipartimenti e organismi delle municipalità serbe impegnate in politiche di tutela ambientale e con organizzazioni internazionali che si occupano di turismo sostenibile.

“La nostra associazione”, ci dice Radomir Jovelić Višerov, direttore di Ekoturizam Srbija, "può essere considerata in un certo senso il soggetto ideatore e capofila del turismo sostenibile in Serbia“.

“Fino a tre anni fa” ricorda Višerov, “la parola "ecoturismo“, presente esclusivamente sui manuali scolastici, indicava soltanto una delle possibili tipologie di turismo. Dopo due conferenze sul turismo sostenibile, organizzate da Ekoturizam Srbija, sono nate le prime iniziative a livello locale e nazionale in un settore le cui potenzialità di sviluppo erano in precedenza del tutto ignorate".

Grazie ai primi progetti promossi tra gli altri proprio da Ekoturizam, la Vojvodina si candida a promuovere, come regione capofila, la diffusione della politica e della cultura “slow tourism” in Serbia, facendo di questi territori un esempio per le altre aree del Paese.

 

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