Seenet-Anci, al via i primi accordi di programma

Una rete di cooperazione protagonista sulle due sponde dell’Adriatico può far sentire meglio la sua voce. Anche in tempi di crisi. Ecco obiettivi e contenuti di una due giorni a Roma, dove l’Anci, sigla dei Comuni italiani, e il Programma Seenet per il Sud-Est Europa hanno aperto il primo tavolo tecnico

16/12/2010, Laura Delsere - Roma

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Dubrovnik, ingresso nella città vecchia (bos_lame/Flickr) 

Lo sviluppo riparte dal livello locale. E alla prova della crisi finanziaria globale, punta più che in passato sul fattore umano, sullo scambio di competenze tra amministrazioni di Stati diversi. Con questi obiettivi l’Anci ha aperto mercoledì 15 dicembre a Roma, quale sigla nazionale dei Comuni italiani, il primo tavolo tecnico con i rappresentanti del programma Seenet, la rete di enti locali italiani e sud-est europei riuniti in un piano triennale di cooperazione decentrata, per il rafforzamento della governance dei territori e la promozione dell’istituto locale sostenibile.

Il logo dell'Anci

Ventiquattr’ore prima erano stati siglati i primi accordi biennali di programma.

Verso un futuro di devoluzione e allargamento Ue

Obiettivo condiviso, consolidare il partenariato di lungo termine tra le due sponde dell’Adriatico, specie a sostegno del processo di integrazione Ue dei Balcani occidentali, ormai separati da un’ultima manciata di anni dall’ingresso nell’Unione europea.

Ecco i punti al centro dell’azione comune Seenet-Anci:

Anci lavorerà al sostegno delle Associazioni dei Comuni dei paesi del Sud-est Europa, per consolidare la loro capacità di intervento. La sua azione mirerà a dichiarazioni congiunte delle associazioni intercomunali balcaniche sui temi chiave del Programma, in vista della crescente devoluzione delle competenze dai governi centrali agli enti locali. In questo senso l’impegno è anche quello di trasmettere al meglio le opportunità promosse da Seenet.

In secondo luogo Anci darà il suo contributo per migliorare la gestione decentrata dello sviluppo locale, potenziando il dialogo tra governi locali a livello sovranazionale, oltre che tra le Associazioni intercomunali del Sud-Est Europa. Una rete associativa protagonista sarà così più in grado di far sentire la sua voce presso i governi centrali e nelle sedi europee.

Tetti in Croazia (michele palazzo /Flickr)

Dunque un primo accordo importante per i 46 enti locali dell’Europa di sud-est (in Albania, Bosnia Erzegovina, Croazia, Kosovo, Macedonia, Montenegro e Serbia) coinvolti nella rete Seenet, composta in Italia da 6 Regioni (Toscana, Piemonte, Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Marche, Veneto) e dalla Provincia autonoma di Trento.

Strategie per rafforzare i governi locali

La giornata romana precedente, sempre ospite l’Anci, aveva visto invece Seenet riunita con altre associazioni ed enti locali (tra cui i Comuni  di Torino, Arezzo, Firenze, Reggio Emilia, Rovigo) attorno ai temi della lotta alla povertà e del ripristino urbanistico e sociale delle periferie metropolitane. Sfide prioritarie nella vita delle città, su cui i Comuni sono chiamati a rafforzare le capacità di governo locale.

Se la mattinata è stata dedicata alle linee guida della cooperazione decentrata, con l’intervento di Filippo Scammacca, capo dell’Ufficio Cooperazione con le banche multilaterali di sviluppo della Farnesina, la sessione pomeridiana è stata l’occasione per presentare alla platea dei Comuni e delle associazioni l’attività di ‘Cities Alliance’ (agenzia per lo sradicamento della povertà dagli slums metropolitani, attiva per lo più in Africa, America Latina e Sud est asiatico, finanziata da Banca Mondiale), attraverso il suo programme manager William Cobbett.

In evidenza anche Nalas, rete delle associazioni dei poteri locali nel Sud-est Europa. Kelmed Zajasi, executive director, ha messo in luce le attività di questa sigla nata nel 2001 col sostegno del Consiglio d’Europa e del Patto di Stabilità per il Sud-Est Europa della Ue. Oggi raduna oltre 4 mila comuni, per un totale di circa 60 milioni di abitanti, dalla Slovenia alla Turchia, fino alla Moldavia. È sostenuta dai fondi per la cooperazione dei governi svizzero e tedesco.

Nalas, a tu per tu con le amministrazioni dei Balcani occidentali

“Le nostre competenze vanno dalle nuove forme di finanziamento per le amministrazioni locali, come fondi Ue e bond, fino alla riscossione fiscale e all’efficienza energetica, oltre all’integrazione delle periferie nel tessuto urbano –ha spiegato Zajasi- Oggi la decentralizzazione è la risposta alla crisi finanziaria, ma richiede competenze.

E noi lavoriamo per migliorarle, a tu per tu con le amministrazioni dei Balcani occidentali, tra cui creiamo un network, in questa fase di transizione verso la Ue”.

Una veduta di Mostar, in Bosnia (albezln /Flickr)

Oggi i Comuni, a norma di legge, “possono riservare fino allo 0.8% del loro bilancio alla cooperazione allo sviluppo –ha ricordato Francesco Monaco, responsabile per le Politiche comunitarie e cooperazione dell’Anci- ma si tratta di attività ad altissimo valore aggiunto in termini di sviluppo e coesione sociale”.

Paoli (Seenet), "con la cooperazione lo sviluppo può ripartire, anche in tempi di crisi economica"

“Per questo la nostra risposta dev’essere lavorare insieme come sistema –ha chiarito Lorenzo Paoli, direttore di Seenet- come nel nostro Programma, dove le 7 pubbliche amministrazioni italiane aderenti lavorano con quelle dei Balcani occidentali, sul lungo periodo, puntando sulla relazione tra territori e la condivisione di esperienze”. In una fase di crisi economica e di esasperazione dei localismi, la sfida è alta.

“Ma la cooperazione rappresenta uno sguardo sull’esterno –ha aggiunto il direttore di Seenet- che rafforza chi ha colto quest’opportunità”.

Passi ulteriori, proposti da Paoli nella tavola rotonda, accessibili anche a istituzioni locali alle prese con tagli di fondi, sono stati la valorizzazione del patrimonio di esperienza amministrativa, da condividere oltre Adriatico.

E, non ultima, più determinazione nell’accountability, nel rendere conto ai cittadini –in Italia e nei Balcani- delle scelte di cooperazione e delle ricadute che queste azioni hanno anche sui nostri territori. E’ l’unica via per veder sostenute le ambizioni di lungo periodo e di respiro europeo di regioni, province e comuni.

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