Riprendiamo il seguente articolo pubblicato su "Il piccolo di Trieste" lo scorso 4 dicembre e poi ripreso da GEVAM (Guardie Ecologiche Volontarie Associazione del Mediterraneo).
Ormai tra Slovenia e Croazia è caccia aperta agli orsi. Una vera e propria sentenza di morte è stata pronunciata tanto dalle autorità slovene che da quelle croate nei confronti di alcuni esemplari di plantigradi. In Slovenia due orsi famelici da una quindicina di giorni stanno t[]izzando numerosi allevatori di bestiame, ma anche gli abitanti del vasto comprensorio che da Caporetto, storica località poco distante dal confine italo-sloveno, che si estende fino a Tolmino e Plezzo (Bovec). Nonostante le proteste dei gruppi ambientalisti una cinquantina di cacciatori del luogo è partita decisa ad abbattere i due grossi bestioni, ognuno del peso di almeno 130 chilogrammi, che stanno provocando danni alle greggi. Le ultime stime indicano infatti che soltanto dalla metà di ottobre a oggi, i due plantigradi hanno sgozzato una cinquantina fare pecore e agnelli, senza disdegnare montoni e persino cani da guardia. Nell’ultima settimana persino alcuni abitanti dei villaggi di Uceja, Hlavisce e Koren, poco distanti dal confine italo-sloveno, si sono imbattuti nei due orsi: due pastori, un elettromeccanico e alcuni studenti ginnasiali impauriti, proprio all’ultimo minuto sono riusciti a fuggire. Così le autorità hanno dato il via libera all’abbattimento. Da parte loro le organizzazioni di animalisti si ribellano, e dicono che è semplicemente inammissibile uccidere questi animali già a rischio di estinzione. Si calcola infatti che attualmente nel litorale sloveno settentrionale si trovino ancora una sessantina di orsi. Soltanto negli ultimi tre anni in seguito a battute di caccia, incidenti stradali e ferroviari in questo comprensorio hanno perso la vita nove plantigradi.
E la caccia è aperta anche in Craozia. Dopo l’orso avvistato vicino Fiume, ora tornano alla ribalta anche gli orsi di Veglia. Accusati di compiere scorribande ai danni delle pecore e di danneggiare gli allevatori, e che adesso hanno le ore contate. L’assessorato regionale per l’Economia ha infatti autorizzato l’abbattimento degli orsi da parte dei cacciatori, che si potranno avvalere anche di cani addestrati a questo tipo di caccia. L’orso infatti non è specie tutelata in Croazia. Gli ultimi episodi parlano di sei carcasse di pecora, con i segni inequivocabili lasciati dagli orsi. Da quando cinque-sei anni fa i primi plantigradi si insediarono nell’isola, raggiungendola a nuoto dalla dirimpettaia catena del Velebit, molti allevatori hanno deciso di cessare l’attività ed il numero degli ovini allevati è letteralmente crollato, scendendo di un buon 70%. In questi anni gli orsi avrebbero ucciso circa 500 tra pecore e agnelli, agendo di prevalenza nell’area settentrionale dell’isola. Potranno essere abbattuti gli esemplari adulti (si parla di una femmina con cuccioli di oltre 300 Kg), ma i piccoli verrebbero catturati e trasferiti. r.s.