Croazia: dimostranti nonviolenti attaccati da gruppi nazionalisti
E’ accaduto a Sunj, cittadina della Krajna croata. I commenti di alcuni giornalisti: è tremendo che questi gruppi estremisti identifichino il patriottismo con l’odio etnico, il razzismo e la violenza.
In occasione della giornata mondiale sui diritti umani un gruppo di attivisti di alcune ONG di Zagabria e Karlovac, guidato da Vesna Terselic e Jelka Glumicic, ha visitato Slunj, nelle Krajne, per dimostrare il proprio dissenso alla permanenza nella piazza della cittadina di un monumento dedicato ad un maggiore delle unità volontarie naziste croate della seconda guerra mondiale. Jure Francetic, questo il suo nome, era un ustascia ucciso dalla popolazione locale e noto come un terribile boia. I dimostranti hanno richiesto alle autorità locali (il sindaco Ivica Bogovic e’ membro dell’HDZ) di liberare la città da questo monumento vergognoso "che offende la dignità del paese ed in particolar modo offende i parenti delle vittime del regime ustascia" (Jelka Glumicic, Jutarnji list dell’11 dicembre).
La popolazione locale ha però reagito con violenza. Circa 150 persone hanno cercato di aggredire i dimostranti. La squadra mobile della polizia (circa 200 uomini) ha salvato i dimostranti nonviolenti dalla folla di nazionalisti che si sono dovuti limitare alle grida "Zingari, zingari" ed a cori di origine ustascia.
Commentando una dichiarazione del sindaco di Slunj Bogovic che ha affermato che la dimostrazione degli attivisti per i diritti umani mette a repentaglio le prospettive turistiche (ed economiche in generale) della citta’, Neven Santic (Novi list, 12.12), insiste sulla triste considerazione che attualmente in Croazia sono attive forze che identificano il patriottismo con l’odio etnico, razziale e religioso. Ma anche la passivita’ delle autorita’ statali verso l’intolleranza delle forze estremiste rappresenta un motivo di preoccupazione profondissima, conclude il cronista.
Ricordiamo che già nel maggio del 2000 un meeting di antifascisti a Slunj per il 59esimo anniversario del massacro, compiuto dagli ustascia croati, di 520 abitanti della cittadina colpevoli solo di essere serbi, era stato annullato.